Spesso un silenzio imbarazzato e un senso di fastidio accompagna questa fatidica parola “vocazione” ormai anche per il matrimonio (non più tanto di moda!), per non dire quando è abbinata alla possibilità di “diventare prete o frate”, ma ancor più se coniugata alla malaugurata idea di “diventare suora“, considerata la “cosa” più orribile che una giovane possa fare nella sua vita!!! Quasi che, rispondere ad una chiamata del Signore, corrisponda ad una “fregatura”.
Ho presente la rabbia di alcuni genitori all’annuncio del figlio di iniziare semplicemente un cammino di discernimento o la ritrosia di alcuni confratelli a promuovere la vocazione francescana per un eccesso di rispetto e timore di chissà che reazioni. In realtà noi cristiani dovremmo gridare a tutti che è bello seguire Gesù e compiere la Sua volontà!!
Al riguardo ecco una lettera giuntami alcuni giorni fa, in cui una ragazza (Maddalena – 25 anni), mi scrive le difficoltà incontrate nel suo percorso vocazionale. La ringrazio per la testimonianza e l’invito a riflettere maggiormente su questo tema essenziale per chiunque viva nella fede del Signore Gesù.

Lettera di Maddalena
Caro fra Alberto,
mi chiamo Maddalena, ho 25 anni e sono di Torino. Da un paio di anni sto affrontando la fatidica fase del discernimento, e attualmente sto facendo delle esperienze in un istituto religioso. Leggo spesso il vostro blog,
è davvero interessante!Ti scrivo per parlarti di una difficoltà che ho trovato nel mio cammino e che credo sia quella di molti (e soprattutto di molte!). Come sappiamo bene al giorno d’oggi le vocazioni religiose sono in calo, e quindi,
anche per un assiduo frequentatore della propria parrocchia, è un caso raro che si ritrovi qualche coetaneo o conoscente che faccia questa scelta. In molte realtà, poi, non sono presenti consacrati, ma magari solo il parroco…insomma, uno su mille! Inoltre in anni e anni di vita parrocchiale non ho praticamente mai
sentito nominare il tema della vocazione, figuriamoci la vocazione religiosa! E non credo sia un problema della mia parrocchia, ma lavorando con altre parrocchie la realtà è la stessa.La vita consacrata è una cosa meravigliosa (ah, quanto mi è costato dirlo all’inizio!), ma anche per le questioni che ho scritto prima non è conosciuta per niente, in maniera particolare quella femminile. La figura del
prete (ma anche del frate!) è riconosciuta un po’ di più, perchè le comunità sono abituate a vederli o, fuori dal mondo cattolico, sono figure più conosciute. Ma la suora… si ha l’abitudine di guardarla come una mezza donna,
una “bruttona” triste e che ha trovato un ripiego in questa scelta.Nessuno si preoccupa di far capire il reale valore di queste vite, soprattutto in luoghi dove non c’è la presenza di consacrati. Insomma, a un giovane non passerebbe neanche lontanamente per la testa che una scelta simile sia, al giorno d’oggi, ancora possibile, e soprattutto possibile per lui/lei.
Personalmente, trovandomi invece davanti alla possibilità di questa scelta, che si fa sempre più concreta, vorrei gridare a tutti i giovani “SÌ, questa chiamata è ancora possibile, e non solo, è un dono meraviglioso!”.Come si fa a fare in modo che anche nelle parrocchie nasca una sensibilità maggiore per la pastorale vocazionale? Ne va della vita di molti giovani, non solo futuri sacerdoti, religiosi o religiose, ma anche di
mamme, papà e lavoratori! E allora perchè questo argomento è evitato in tutti i modi o se ne parla sottovoce come una cosa brutta? Come può essere il progetto di Dio su di noi una cosa brutta?Perdona lo sfogo ma ogni tanto mi sento sfiduciata. Posso solo pregarci su e dare testimonianza con la mia vita che questa”cosa” è ancora possibile, che il Signore chiama e che la gioia che nasce da questo è infinita!
Grazie mille per il vostro lavoro, in Signore vi benedica e vi renda sempre disponibili ai suoi progetti.
Maddalena
A Lui sempre la nostra Lode.
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org

Capisco perfettamente quello che dice Maddalena, essendo di Torino. Nella nostra Diocesi viene fatto solo risaltare il carisma dei Sacerdoti Diocescani, quello Salesiano e quello Cottolenghino, anche se quest'ultimo ultimamente lo stanno un po' più emarginando.
Come sai fra Alberto, sono molto legato al vostro carisma francescano e ne sono attratto. Ma i francescani (nel mio caso della famiglia della Porziuncola) qui a Torino me li sono dovuti trovare da me.
Anche io penso che, nella società attuale, parlare di vocazione sia un argomento scomodo. Perché quel ragazzo (o quella ragazza) non è affascinato dalla vita mondana? Sentirsi chiamati dal Signore lo vedo come un dono d'amore da rendere agli altri. Preghiamo il Signore per un cuore che comprenda questo. Achille
Capisco in pieno,quello che senta questa ragazza,vorrei dirti cara di ascoltare solo il Signore,si sa che il suo avversario farà di tutto per non farti consacrare,tutto ciò fa parte del tuo cammino. La gente spesso parla ma in realtà non sa cosa dire,ma il Signore quando chiama si fa capire bene. Quando mio figlio ha cominciato a frequentare una comunità di recupero ho avuto da tutti tanta solidarietà,ora che la comunità gli ha dato la possibilità di fare un cammino in seminario,ci siamo ritrovati soli,derisi,anche dai parenti….ti abbraccio forte vai per la tua strada.