Attorno alla vita dei frati, vedo, c’è sempre molta curiosità, ma anche tanti stereotipi o pregiudizi o non conoscenza. Ma “che cosa fa un frate nella vita?“. “Ma perchè uno si fa frate?” ecc. ecc.
Vi presento oggi la testimonianza di un caro e giovane confratello, fra Gianbattista (fra Giambo…x tutti) che ormai da vari anni dirige con passione uno dei più grandi oratori (detto alla veneta “patronato”) e centri giovanili della città di Padova. Parliamo della parrocchia di “S. Antonino” dell’Arcella (luogo dove muore S. Antonio il 13 giugno del 1231) e che vede accanto a sé una grande struttura di ambienti vari (per l’educazione e per lo sport), frequentata ogni giorno da centinaia di ragazzi e autentico “campo di battaglia” per il nostro fra Giambo.
Da lui, ho ricevuto alcuni giorni fa uno scritto rivolto a tutti i giovani; alcuni pensieri che vogliono essere un invito a pensare, ad approfondire il senso e la direzione da dare alla propria vita, a non avere paura nello scegliere e decidersi (anche su strade ardite e audaci) , a non temere di guardare in faccia la propria esistenza e farsene carico.
Parole che dette da fra Giambo acquistano un particolare significato anche per la sua personale esperienza di vita: è entrato infatti, giovanissimo tra i frati e da anni con amore si occupa di adolescenti e giovani accompagnandoli nel loro cammino di crescita. Dunque sa bene di che parla! Ringraziandolo di cuore per il contributo, chiedo una preghiera per lui e il suo ministero.
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org

“Se vuoi arrivare primo, corri da solo; se vuoi arrivare lontano, cammina assieme”
Ciao a tutti e in modo particolare a chi segue questo blog. Sono fra Giambo e assieme ad altri sei frati abito presso la Chiesa di S. Antonino all’Arcella – Padova, luogo dove è morto sant’Antonio (13 giugno 1231). La nostra è una realtà molto grande e complessa sia di santuario dedicato al Santo, sia di parrocchia, che ci chiede continuamente di metterci in discussione con le tante persone che incontriamo: bambini, ragazzi, giovani, famiglie, anziani, poveri, profughi, gente che ha perso lavoro. Pensando anche a questa ricca esperienza quotidiana, nella semplicità e nella letizia francescana vorrei condividere con voi alcune riflessioni sulla fatica di saper scegliere.
Parlando con tanti ragazzi che si intercettano nell’arco della propria vita, un giorno ad Assisi, durante un campo-scuola, incontrai un giovane atleta di basket, che mi chiese di fare due chiacchiere… Mi colpirono i suoi continui riferimenti alla vita, complessa e frammentata, come fosse un treno, e tu sei li in stazione ad aspettare. “E tu cosa fai?? Lo prendi sto treno… gli chiesi… o ti siedi sulle panchine ad aspettarne un altro?“. Ecco allora in modo sintetico, ciò che mi disse questo atleta:
“Sono un giovane come tanti altri, uno di quelli che sta sulla soglia della vita aspettando che passi un treno su cui salire. Sono uno che conosce a memoria gli orari. So quando passano, ma ogni volta non li prendo, perché aspetto quello giusto. Temporeggio, aspetto… per avere delle certezze e delle sicurezze. Ho paura. E intanto il tempo passa inesorabile. Sai… ti invidio un po’ per il fatto che tu hai deciso. Invidio chi ha già deciso nella propria vita facendo scelte coraggiose, autentiche…”.

Canta Ligabue: “la verità è una scelta, la verità è già pronta, di giorno sempre un occhio chiuso di notte uno aperto, è dura non essere al sicuro e vedere sempre un po’ più piccolo il futuro, la verità è una scelta, la verità è un’impresa”.
“Nella mia breve vita, dice sempre il giovane atleta, sto capendo che ci sono decisioni importanti, alcune subite, altre accolte, ci sono decisioni dolorose, altre attese, alcune impreviste, altre studiate a tavolino. Comunque sia, ho capito che non si può non decidere qualcosa. Eppure io, ad ogni treno carico di futuro che passa, rimando. Decido di rimandare e di attendere ancora. Probabilmente ho paura… ma non so bene di che cosa”.
Facciamo fatica noi giovani, a prendere di petto quella parola, che si chiama “decisione”, una parola difficile da masticare, da far propria. Facile a dirsi, ma la decisione, taglia come una lama affilata. Taglia tra “prima e dopo”, tra “questo e quello”, tra ciò che “scegli e ciò che non scegli”. Occorre decidersi a salire su quel treno, altrimenti si rischia di fare della propria esistenza una bella sala d’attesa, e niente più.

Cari ragazzi, vi auguriamo di crescere, scegliendo sempre nel modo giusto!
Crescere vuol dire avere il coraggio non di strappare le pagine della nostra vita, ma semplicemente voltare pagina. Crescere significa riuscire a superare i grandi dolori, senza dimenticare. Crescere significa avere il coraggio di guardare il mondo e di sorridere.
Crescere significa guardarsi indietro e abbracciare i ricordi senza piangere. Crescere è saper distinguere la realtà dai sogni.. Crescere..!!!!! Non tutti hanno voglia di crescere… forse perché sono consapevoli delle difficoltà che incontreranno crescendo… Crescere è sapersi rialzare anche dopo una brutta caduta.
Cari giovani, se vogliamo arrivare lontani, dobbiamo camminare assieme. Buon cammino
fra Giambattista – info@vocazionefrancescana.org