Sono davvero molte le mail e le lettere che quotidianamente ricevo da giovani in ricerca e in ascolto della vocazione divina per la propria vita.
Ogni volta resto stupito dalla fantasia di Dio e di come egli sappia toccare ciascuno in profondità, partendo dalla sua situazione esistenziale, facendo vibrare le corde del cuore là dove queste possono suonare ed esprimere un’inaspettata, stupenda melodia.
Riporto di seguito la recente mail di Gianni, giovane ingegnere a New York, che ci parla del suo incontro con il Signore Gesù attraverso i poveri, una suora e dei frati francescani, insieme a tutte le domande che stanno nascendo in lui da questa esperienza.
Con Gianni ho avviato da circa un mese una corrispondenza. Probabilmente ci incontreremo a metà ottobre. Non so dove porterà la sua ricerca! Certo è che il Signore si è messo sulla sua strada in modo del tutto inatteso e, accanto ai suoi progetti di vita da tempo così ben programmati e precostituiti, gli sta mostrando nuovi orizzonti e panorami del tutto inediti. Chiedo la vostra preghiera per lui e la sua ricerca, ma anche per me, perché sappia ascoltarlo e accompagnarlo con amore e libertà in autentico cammino di discernimento.
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org

Caro frate Alberto
Grazie prima di tutto per il blog, dalla cui lettura ho trovato coraggio di scriverle per raccontarle un pò di me. Mi chiamo Gianni, ho 24 anni, originario di Torino. Da circa un anno mi trovo a New York per studio e lavoro (sono ingegnere e mi occupo di energie rinnovabili). Qui sono giunto con un’idea ben precisa di successo e voglia di arrivare. Le premetto che mi sono allontanato dalla fede con l’università (nonostante un’educazione e una testimonianza cristiana ricevuta in famiglia) trovandola di fatto inutile per me.
Giunto in questa grande città (dei miei sogni!), così dinamica, inspiegabilmente mi sono trovato a provare però quasi ogni mattina un senso di alienazione e di vuoto, una profonda tristezza (forse anche per le tante ore passate, inizialmente, al lavoro, davanti a un pc). Fortunatamente, ma senza un vero perché, ho cominciato a frequentare una chiesa di suore francescane scoperta per caso. Al mattino vi è l’adorazione eucaristica: resto lì qualche tempo e mi sento meglio e nulla di più!
Un giorno sono avvicinato da Sr. Mary, una “piccola” e sorridente suora (una nonnina, ai miei occhi) e, quasi senza rendermene conto, mi trovo con altri giovani ad andare di notte a visitare i barboni e gli sbandati che qui non mancano. Sempre invitato dalla piccola suora sto dando una mano alla mensa dei poveri da loro gestita e iniziando una collaborazione per l’accoglienza di minori in difficoltà. La domenica in chiesa è una festa. Sto incontrando in questi ambienti nascosti (dietro gli opulenti quartieri), in mezzo a tanta inattesa miseria umana e sociale, gente incredibile: giovani, soprattutto, che tra studio e lavoro si dedicano gratis agli altri, che hanno una fede forte ed esplicita, quasi sfacciata per la mia sensibilità, ma come forse richiede questa città così occupata in ben altro.

Ho conosciuto anche dei frati francescani molto giovani e allegri (br. Andrew e br. Alec) con cui sto facendo ogni tanto la ronda di notte portando panini e the’ ; mi hanno molto colpito! Le confesso che da tutte queste esperienze qualche cosa di profondo sta avvenendo in me; tante domande sul mio futuro e una carriera che ora come ora non mi interessa più come prima. A dire il vero, mi conforta di più la preghiera e la lettura del Vangelo di Gesù che sto piano piano riscoprendo. Mi incuriosisce Sr. Mary, la “piccola” suora così dinamica e la gioia di questi frati. Un poco mi trovo ad invidiarli e ogni tanto a pensarmi nei loro panni. Loro sì, fanno una bella vita, mentre la mia al confronto sarà più o meno, per tanti altri anni, spesa in qualche mega azienda, lavorando e lavorando per un pò di soldi.
La carriera? Ma se desidero e sono veramente contento solo quando prego e mi dono e quando sperimento il volere bene, senza pretese ? Cosa vuole dire questo per la mia vita? Sono forse segni di una vocazione? Alcune storie vocazionali di questi frati, ascoltate di notte, partono da esperienze di questo tipo! Con loro però non ho il coraggio ancora di parlare di me. Mi piacerebbe incontrarla; torno in Italia prossimamente per alcuni giorni e se lei volesse, verrei volentieri a trovarla (mio padre è molto devoto al Santo!).
Grazie e a presto. Gianni
Grazie caro Nicola..condivido in pieno quanto hai scritto. Un viaggio, l'andare, il cambiare…. apre sempre la mente e il cuore. Non per niente san Francesco fa dell' ITINERANZA un caposaldo della sua regola di vita. Ti benedico. f. Alberto
Come tutte le grandi città italiane e straniere sono un microcosmo di contraddizioni. Inoltre nei tanti viaggi da solo come backpacker ho potuto incontrare viaggiatori o locali molto diversi per cultura e stato sociale insegnando la tolleranza eciproca e la condivisione senza cadere nella tentazione di restare chiuso nel "proprio gruppo" ed aprendosi agli altri… A mio avviso è un'esperienza utile nel discernimento. Nicola.