In questi giorni pre-natalizi alcuni nostri giovani frati del Seraphicum (Pontificia facoltà teologica in Roma dei Frati Minori Conventuali ) si presenteranno in varie piazze della città.
Il motivo di questa presenza è quello di dare un messaggio di pace, per annunciare la venuta di Gesù vera luce, per tentare di spezzare con un sorriso e una canzone e un simpatico augurio di Buon Natale, l’individualismo e la ritrosia e il sospetto reciproco che sempre più ci isola e rinchiude in noi stessi; per trasmettere a tutti la gioia per la nascita del Salvatore del mondo. Si tratta della “Sveglia Francescana”!
Anche i giovani Novizi che vivono qui al convento del Santo di Padova, da lunedì prossimo a mercoledì, saranno presenti nel piazzale e nelle strade antistanti la Basilica per accogliere pellegrini, devoti e turisti ed offrire a tutti l’annuncio del Natale, la buona novella del “Dio con noi“. Mentre un gruppo di frati sarà in piazza, altri veglieranno in cappella, sorreggendo con la preghiera e l’adorazione i confratelli all’opera. Evangelizzazione dunque e testimonianza andranno di pari passo, alimentandosi reciprocamente, con la spiritualità, il silenzio, l’intimità col Signore.

Come non vedere in tali iniziative una piena sintonia con i ripetuti inviti del Papa a tutti i cristiani, ma specie ai religiosi, ad “uscire”, “ad andare per le strade”, a “risvegliare il mondo” e così, portare Gesù nella vita di tante persone spesso lontane e in situazioni di grande fatica e sofferenza e solitudine umana e spirituale?
Ma da dove nasce questa esigenza per il discepolo di “andare”, di “uscire”, di “svegliare il mondo“?
E’ il Vangelo prima di tutto a dare queste indicazioni come leggiamo nel testo di Luca (10, 1-5):
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi quelli che vi lavorano! Pregate dunque il padrone della messe, perché mandi chi lavori nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”».

In questi atteggiamenti davvero San Francesco ci è maestro: un uomo di grande intimità con Dio e insieme sempre estroverso e aperto all’altro; grande mistico e impregnato di preghiera e per questo sempre capace di un dialogo sincero e mite con amici e nemici, con buoni e cattivi, con i vicini come con i lontani, con i credenti come con gli infedeli, con Papi e principi e gran signori, così come con lebbrosi e mendicanti, ladroni e briganti.
In ciascuno egli, sempre, vede un fratello e un figlio di Dio da incontrare e amare, aiutare e guarire e perdonare. Al riguardo, sempre mi ha colpito come il Santo sapesse ricorrere, per poter parlare di Gesù e del Vangelo, anche ad espedienti fantasiosi e teatrali, a piccole sceneggiate, a canti improvvisati e gesti eclatanti che stupivano e interrogavano gli astanti e aiutavano a vincere tante ritrosie, aprivano dei varchi di ascolto e simpatia, consentendo alla Parola una più facile accoglienza. Lui stesso amava definirsi “giullare di Dio” e “araldo del gran Re” e chiamava i suoi frati “i pazzi di Dio” e, invitandoli alla missione, sempre ricordava loro che “il chiostro dei frati è il mondo”, “è la strada”, a scanso di ogni tentazione di chiusura e di autoreferenzialità.
Da queste radici scaturiscono dunque le iniziative sopra citate, ma anche la continua fantasia e quella sorta di “anarchia evangelica” che da sempre caratterizza i frati francescani. Non deve pertanto stupire che dei fraticelli (come i nostri giovani frati di Roma) possano talvolta anche ballare o danzare in una piazza per attirare a Gesù e poter parlare di Lui: già il nostro fondatore ha fatto simili cose un pò “pazze” in tempi anche molto più severi. Del resto potrete poi vedere gli stessi frati frequentare con impegno gli studi della facoltà teologica, vivere con serietà i voti assunti con la professione religiosa (di castità, povertà e obbedienza), prepararsi con passione al ministero sacerdotale e alla missione, pregare in coro con devozione e fervore le Ore canoniche e cantare le antifone mariane in perfetto gregoriano!!!

Cari amici, se dunque anche qualcuno di voi vuole unirsi a questa fraternità di “Giullari di Dio” e di “Araldi del Gran Re”, si faccia vivo e vi daremo informazioni più precise su come fare: “la messe è molta, ma gli operai sono pochi“. Vi incoraggio e benedico!
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org
Qui il link alla seconda parte: “Il ballo dell’obbedienza”
[SGF] La “Sveglia Francescana” per le vie di RomaTestimoniare L’Incarnazione del Signore per le vie di Roma, in mezzo alla folla spesso distratta dalle luci e colori del natale commerciale. Sabato 13 dicembre 2014, 29 frati di 12 paesi diversi, proveniente dalla comunità del Seraphicum, dai Santi Apostoli e dal convento di San Massimiliano Kolbe, insieme con alcuni giovani laici hanno voluto mettere in pratica l’invito di Papa Francesco ad “uscire e annunciare”.La gente che nel pomeriggio transitava numerosa per via del Corso è stata al principio attirata dalle melodie natalizie cantate dai frati, armati solo della gioia contagiosa dei… Leggi il resto »