Stiamo tutti vivendo questa ormai breve attesa del Santo Natale in letizia e trepidazione e preparativi e auguri e…noi frati, anche con tanto impegno pastorale (moltissime confessioni!)
Natale, infatti, come diceva il Poverello di Assisi, “è la festa delle feste!” e sempre, riesce a coinvolgere e commuovere e provocare, nonostante tutto: nasce un bambino che è “il Dio con noi”, impossibile restare indifferenti!!
La preghiera ci accompagni in queste ultime ore per poterlo accogliere, con lo stesso amore di Maria e di Giuseppe, l’incanto degli angeli, la semplicità dei pastori a Betlemme; con lo stupore di san Francesco a Greccio, quando inventa il primo presepio.
Proponiamo oggi la bella riflessione (rivolta agli amici) di un caro confratello della nostra comunità, qui presso la basilica del Santo: frate Francesco Ruffato, un ottantenne dal cuore e dagli occhi giovani. Questi pensieri li rivolgiamo in particolare a voi cari amici che ci seguite con simpatia sul nostro blog “Vocazione Francescana”, chiedendovi anche una preghiera per questo nostro delicato e importante servizio ai giovani. Buon Natale!
fra Alberto e fra Francesco – info@vocazionefrancescana.org
Siate felici! Non abbiamo molte occasioni per augurarlo, ma una me la offre la fede cristiana: è Natale. Per me, e credo anche per voi, è la memoria di Gesù Bambino. Sembra che sia nato quattro anni prima dell’era cristiana. La tradizione fissa la sua nascita al 25 dicembre, il giorno della festa del sole. Senza il sole non potrebbe sussistere l’universo. Per noi il Sole, nel senso più largo del termine, è Gesù. Lo immagino, in questi giorni, neonato in una stalla, scaldato dal fiato di due miti animali, circondato da Maria, sua madre molto giovane, da Giuseppe, un falegname di grande fede, da pastori con pecore, agnelli, capre e altri animali. Il tutto osannato da angeli cantori intonati con il mistero e la gioia. Mistero perché quel Bambino non è solo un bambino, ma Dio!
E qui mi fermo, per adorarlo, vincendo la carica del dubbio. Ragionando non arrivo a capire perché a me e a voi, a miliardi di persone, sia donata la fortuna di accoglierlo. Non mi stupisco se altrettanti ne fanno a meno. Si emozionano a presentarlo come una bella favola. “Bellissima e commovente. Rappresenta tutti. Va un grande riconoscimento a chi l’ ha inventata”. Se, invece, crediamo che quel bambino è Emmanuele (Dio con noi), senza svestirsi della nostra natura umana, allora la gioia è incommensurabile. Quel 25 dicembre vale tutti i tempi che l’hanno sognato, che lo custodiscono nel presente e che lo godranno nel futuro. Lui è ieri, oggi e domani. Cresce come bimbo, si stanca come uomo e muore ucciso, perché non è tollerato che Dio, sia un bambino in mezzo a noi. Solo quelli che lo accolgono possono goderlo. Solo chi accetta che il Buon Dio faccia l’impossibile. E’ il passaggio d’obbligo per essere più felici di lui: “Se credete vedrete cose molto grandi, mai viste finora”.
Io mi commuovo facilmente davanti al presepio. Tutto canta di gioia. Dicono gli storici della musica “mai ci fu ispirazione più umana del presepio”. In quasi tutto il mondo si canta “Tu scendi dalle stelle”, tradotto e arrangiato. L’abbiamo prodotto noi italiani napoletani (S. Alfonso de’ Liguori), che abbiamo l’onore di essere autori di celebri presepi.
E così non è necessario cercarlo il Signore, basta attenderlo per starci insieme. Lui si fa trovare perché è venuto. La grande intelligenza di S. Agostino, prima ateo e poi cristiano, scrisse nelle sue “Confessioni”: “Non Ti avrei mai cercato, se non ti avessi già trovato”. Ma Gesù stesso nell’ultimo libro della Bibbia afferma: “io sto alla porta e busso. Se qualcuno mi apre, entrerò, mi siederò con lui a tavola”. E’ già accaduto che la ricerca sincera venga dopo l’incontro con le persone. L’amore ha già scritto pagine celebri dopo la “Via di Damasco”. Qualcuno ha detto che “l’uomo non è cattivo, ma ha paura di essere buono”. Gesù di Nazareth, battezzato “Dio con noi” non ha mai avuto paura di essere buono. Non dubitiamo di lui. Ci è necessario. Ci rassicura: “Sono venuto per voi! Sulle mie spalle vi porterò in paradiso”. Vi auguro di gustare il Natale cristiano. La crisi era già attiva a Betlemme, quando Gesù nacque , ma non ha tolto la voce ai deboli, anzi il cielo si è piegato fino a terra. E la Grazia si è fatta Gioia!
Un bacio natalizio a quanti mi ricordano, alle vostre famiglie. Auguriamoci di continuare, nel nuovo anno, a lasciarci abbracciare dalla misericordia del Signore. Non dimentichiamo: dovunque incontriamo un bambino è Natale, chiunque lo ignora o lo elimina pecca contro Dio e tutta l’umanità.
fra Francesco – info@vocazionefrancescana.org