Sono reduce da alcune settimane in Assisi, presso il convento e la Basilica di san Francesco. Ancora una volta sono rimasto stupito e colpito dal fascino trasmesso dal Poverello a tante persone che visitano questo luogo unico al mondo.
Tantissimi anche i giovani con i loro sguardi inquieti e interroganti; belli i loro occhi carichi di stupore e meraviglia, ma anche di tante richieste di senso e di direzione da dare alle propria vita; tante le loro domande, quasi che solo Assisi sappia far venire a galla un vissuto di sogni e desideri e paure mai espresso e che finalmente, qui, può trovare parola.
Ma che ci vede un giovane di così speciale in san Francesco? Perché ancora tutti continuano ad andargli dietro, dopo secoli? Sono domande che ogni volta mi pongo quando sosto alla sua tomba, nella cripta, e vedo tanti ragazzi passare lì davanti a lui, oppure quando al portone del convento, in piazza, molti vengono a bussare, a chiedere, a cercare …!!
Di seguito metto un tentativo di risposta, ma…è una risposta che richiedo anche a voi miei cari lettori: sarebbe bello avere anche una vostra testimonianza da condividere su questo spazio. Sarebbe arricchente per tutti. Vi benedico. Al Signore Gesù sempre la nostra Lode.

Francesco: perché a te tutto il mondo viene dietro?
Forse, una possibile risposta è che la testimonianza del Poverello di Assisi non si può rinchiudere e non può essere mai definita una volta per sempre, così come è impossibile “rinchiudere” e definire un giovane, che proprio in quanto tale “si sta facendo”, si sta costruendo, è in ricerca di sé e del mondo e del suo senso : si tratta di un messaggio, di una spiritualità, che sempre rivendica la sua libertà, la sua gioia di vivere, il bisogno di aria pura e di un camminare a piedi scalzi per nuove vie e nuovi incontri. Sembra trovare la propria casa solo quando non ha casa.
Da quando, sulla piazza di Assisi, davanti al Vescovo e ai suoi concittadini stupiti, Francesco si è spogliato restituendo tutto al padre, con le parole: «D’ora in poi potrò dire con libertà: “Padre nostro che sei nei cieli…” e non più “padre mio Pietro di Bernardone”», lui e il suo messaggio non sopportano più nessuna schiavitù. Nessun abito sarà più della sua taglia.
«Francesco, perché a te tutto il mondo viene dietro, e ogni persona pare che desideri di vederti e di udirti e di obbedirti? Francesco, perché a te?» (Fioretti, 10). La domanda di frate Masseo riceverebbe oggi le risposte più svariate: per lo spirito poetico, per l’amore alla natura e alle creature, per la condivisione viscerale con i più poveri, per la capacità di riconciliare e pacificare… Ognuno ha da sempre un suo “abito” da affibbiare a Francesco!
E’ successo così anche nella storia di noi frati!! Ma francesco è ogni volta ben di più; Francesco infatti ripete a ciascuno:
«Voglio che non mi si parli di nessuna regola, (…) né di nessun altro ideale e maniera di vita diverso da quello che dal Signore mi è stato misericordiosamente rivelato e concesso. Il Signore mi ha detto di volere che io fossi come Lui un pazzo in questo mondo…» (Spec. 68, cfr. 1Cor 4,10).
Perché Francesco affascina ancora e non lascia “dormire” in pace? Perché rimanda direttamente alla Buona Novella, rinvia all’incontro diretto con Gesù, e invita ciascuno a fare altrettanto: «Ora tocca a te, al tuo corpo, al tuo cuore dare carne al Vangelo oggi, con audacia e senza esitazioni. Sei tra le braccia di Dio Padre: non avere paura!».
Francesco affascina perché rivela ed esprime tutte le possibilità esistenti in noi, ma che spesso non riusciamo a liberare a causa del ripiegamento su noi stessi che ci soffoca e ci angoscia.«Francesco – dice il primo biografo – sembrava un uomo di un altro mondo» (1Cel 36): di un mondo più umano, fraterno, rispettoso, solidale; il mondo che tutti desideriamo e sogniamo, il mondo a noi affidato già in questo tempo, qui e ora! Sta anche a noi, adesso, non subire passivamente l’imposizione delle infinite forme idolatriche ed egocentriche e di schiavitù e paura che ci vengono imposte, ma accogliere con cuore libero e nuovo il progetto originario di Dio.

A ognuno di noi, infatti, uomo o donna, giovane o vecchio, è rivolta la grande consegna che il Poverello pronuncia in punto di morte: «Io ho fatto la mia parte, Cristo vi insegni la vostra» (2Cel 214). Francesco ci ha lasciato un contenuto “nudo”, come era lui sulla piazza di Assisi, ci ha trasmesso un messaggio chiaro da incarnare e testimoniare:
«Perché a te, Francesco?» Quando Francesco passava per le strade tutti correvano dietro a lui, perché sentivano che in lui c’era ben più di lui. A noi frati e anche a te giovane che “cerchi” spetta ridare freschezza, concretezza e attualità a questo messaggio: non possiamo deludere le attese del mondo in cui viviamo.
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org
Per quanto mi riguarda, l'esser affascinato da Francesco è dovuto al fatto che il vivere appieno lo spirito del Vangelo l'ha reso libero e sereno, fino ad un punto impensabile. Per quanto il messaggio sia chiaro, spogliati del superfluo, la sua realizzazione è così complessa. Siam talmente legati alle cose, da nn renderci di quanto siam prigionieri di esse, quando dovremmo ricordare che siam nati senza nulla e niente porteremo al Padre alla nostra morte, se non le opere che abbiam fatto nel nostro percorso terreno.Francesco è stato uno dei primi esponenti, suo malgrado, dell'economia civile che vorrebbe educare l'uomo… Leggi il resto »