Nel vangelo di Matteo troviamo al capitolo decimo un’interessante brano sulla missione… lasciamoci provocare da quello che Gesù disse ai “suoi” e chiediamoci: Qual è la missione della mia vita?
Dal Vangelo di Matteo (Mt 10,7-15)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Andate, predicate che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture, né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l’operaio ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche persona degna, e lì rimanete fino alla vostra partenza. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne sarà degna, la vostra pace scenda sopra di essa; ma se non ne sarà degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi. In verità vi dico, nel giorno del giudizio il paese di Sòdoma e Gomorra avrà una sorte più sopportabile di quella città».

Per la meditazione personale
Ecco come san Francesco, prendendo spunto da questo brano evangelico, inviò alla MISSIONE i primi sette compagni che avevano chiesto di condividere la sua vita. Ce lo racconta San Bonaventura (1221-1274), nella sua celebre biografia del santo di Assisi (“Legenda major”, cap. 3) . Da allora i frati francescani, obbedienti a Cristo e al Poverello, continuano ad andare per il mondo predicando il Vangelo in povertà, letizia e semplicità.
L’entrata nell’Ordine [di san Francesco] di un’altra persona dabbene portò i figli benedetti dell’uomo di Dio al numero di sette. Allora il pio padre Francesco raccolse intorno a sé tutti i figli suoi e parlò a lungo con loro del regno di Dio, del disprezzo del mondo, della necessità di rinnegare la propria volontà e di mortificare il proprio corpo, e svelò la sua intenzione di inviarli nelle quattro parti del mondo. …
«Andate – disse il dolce padre ai figli suoi – annunciate agli uomini la pace; predicate la penitenza per la remissione dei peccati (Mc 1,4). Siate pazienti nelle tribolazioni, vigilanti nell’orazione, valenti nelle fatiche, modesti nel parlare, gravi nel comportamento e grati nei benefici. E in compenso di tutto questo è preparato per voi il regno eterno» (Mt 5,3; Lc 6,20).
Quelli, inginocchiati umilmente davanti al servo di Dio, accoglievano con intima gioia la missione della santa obbedienza. Francesco diceva, poi, a ciascuno in particolare: “Affida al Signore la tua sorte, ed Egli ti darà sostegno” (Sal 55,23). Erano queste le parole che egli ripeteva abitualmente, quando assegnava a qualche frate un incarico per obbedienza. Li suddivise a due a due, in forma di croce, inviandoli per il mondo. Dopo aver assegnato le altre tre parti agli altri sei, egli stesso si diresse con un compagno verso una parte del mondo, ben sapendo che era stato scelto come esempio per gli altri e che doveva prima fare e poi insegnare (At 1,1).

Alcune domande per la tua riflessione
Fa silenzio dentro di te e chiediti:
1) Gesù nel vangelo rivolge ai suoi discepoli dei comandi espliciti e diretti: ANDATE, predicate, guarite, risuscitate, sanate, cacciate, date….Non credi che se vuoi essere anche tu discepolo di Gesù, non puoi non ascoltare questi forti inviti? Cosa suscitano in te?
2) In quali situazioni concrete della tua giornata il Signore già ti chiama ad andare, testimoniare, guarire, sanare, cacciare demoni, portare la pace…? E se ti chiamasse a questo stile e impegno, per l’intera tua vita, come frate francescano?
3) Se sei in ricerca vocazionale, confronta il tuo modello e il tuo “sogno” di vocazione con quanto Gesù e san Francesco indicano. Dove ti senti provocato e interpellato, forse impaurito? Dove ti senti affascinato e attratto da tale proposta?
4) Cosa o chi ti impedisce di “obbedire” a Gesù che ti chiama e ti dice di metterti per strada, di andare e tendere la tua mano e il tuo cuore a chi ti attende, senza nulla di più?
Ringraziamento e richieste personali
Grazie Signore Gesù per il dono della tua Parola, sempre provocante: essa mi stana e mi costringe ad uscire dal mio letargo, dalla mia mediocrità, dal mio mondo circoscritto e autosufficiente. Grazie per la tua presenza e compagnia in questa preghiera. Grazie per il dono e l’esempio di san Francesco. Aiutami a far crescere la mia fede e fa che il mio cuore sia grande e generoso, i miei occhi sappiano guardare lontano, le mie mani aperte a chiunque ha bisogno. Donami di seguire con amore appassionato la vocazione che mi stai mostrando. Se vuoi, puoi rivolgere al Signore alcune intenzioni personali.
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org