Oggi vi propongo la corrispondenza con Simone, un ragazzo (23 anni, studente di ingegneria). Simone, in un recente soggiorno ad Assisi, ha conosciuto noi frati e la nostra realtà francescana, restandone immediatamente attratto e affascinato.
L’impatto è stato per lui molto forte, quasi da stordimento, con conseguenze però piuttosto contradditorie sul suo rendimento scolastico, sulle sue attività in genere, sulle sue relazioni. Tutto gli appare ora come secondario e non importante, rispetto a quella che ha intravisto come una possibile chiamata del Signore. Di seguito riporto la sua mail e parte della mia risposta.
Lettera di Simone
Caro fra Alberto, ti scrivo per dirti che sto facendo seriamente passi da gigante con fra Alessandro, il padre spirituale che mi hai indicato, riguardo al seme della mia possibile Vocazione… E troppo bello! Mi sento davvero piano di speranza e di amore riguardo al mio futuro… e ciò mi basta per vivere ogni giornata in pienezza di spirito ed allegria! Sto pregando molto molto più spesso di quanto non facessi prima e soprattutto con sincera voglia di incontro e affidamento…; più passano i giorni e più sento questa chiamata davvero irremovibile dedicando così sempre più tempo a questo Cammino… Mi fa quasi strano pensare a quanto io sia stato trasfigurato rispetto ad anche solo un anno fa… Il Signore sa davvero compiere meraviglie!
Da un altro canto, però, ti devo dire che ho perso completamente fiducia e stimolo nelle cose della mia quotidianità… So che forse non dovrebbe essere così, ma in questo periodo di discernimento vocazionale mi sto talmente tanto (forse troppo) lasciando trasportare dalla Vocazione da trascurare gli impegni della mia vita ordinaria… quasi come a voler dire: “sono troppo impaziente, voglio abbandonarmi totalmente a Lui, subito, e chissenefrega del resto”, ma so che questo comportamento può essere sbagliato, perché il vero discernimento deve essere ponderato e graduale, in modo da saper entrare con calma e ragionevolezza, in ciò che il Signore mi chiama! Lo studio universitario, ad esempio, non riesce più a trasmettermi nulla… e invece che darmi carica, se pensando al traguardo (ossia al lavoro da ingegnere edile), non faccio altro che peggiorare il rendimento perché solo ora sento che la strada alla quale sono chiamato forse è un’altra… magari al servizio del prossimo in umiltà di spirito… di conseguenza mi sembra di buttare via il tempo dedicato allo studio (peraltro in questo semestre di materie non particolarmente piacevoli… Sento vuota quasi qualsiasi cosa io faccia, compresi gli hobby… Mi è arrivato persino l’atroce dubbio di non avere la Vocazione! E che quello che sto cercando sia solo una fuga codarda da qualcosa che non mi sento in grado di fare, come l’impegno universitario… Ma lo so che non è così!!!
Quello che voglio chiederti è quindi: “come posso fare a riacquistare motivazione nella mia quotidianità lavorativa o di studi, pur dedicando con fede sempre una parte della mia giornata a Lui e al mio cammino vocazionale?” Grazie 1000 e a presto! (P.S. scusami l’impiccio ma secondo me la tua risposta potrebbe essere di grande aiuto non solo a me ma anche ad altri giovani nel loro Cammino… sarebbe bello se magari la pubblicassi sul Blog! …ma magari no eh…boh, vedi te! hehe) ciao. Simone

Risposta di fra Alberto
Caro Simone, ancora grazie per la fiducia. Sono contento prima di tutto del bel cammino interiore ( umano e spirituale) che stai compiendo anche grazie al sostegno di fra Alessandro: una buona guida spirituale è quanto di più necessario infatti nel cammino di discernimento che hai da poco iniziato. Circa la problematica che mi sollevi, be, direi che prima di tutto questa reazione non deve affatto spaventarti o meravigliarti. La trovo molto simile a quanto succede quando ci si innamora di una ragazza: ecco che uno perde la testa, i pensieri vanno a senso unico, nel cuore e sulle labbra e nei gesti, nei desideri e nei sogni…e tutto rimanda all’amata mentre ogni altra cosa passa in secondo piano e non pare più essere così importante e necessaria.
Mi sembra dunque bello e molto significativo nella tua ricerca, che tu viva al momento un pò questa fase di confusione e stordimento, che rivela però anche l’unicità e la specificità di quello che è avvenuto ad Assisi: lì davvero mi pare ci sia stato per te un incontro speciale che ti ha come travolto, ti ha “trafitto il cuore”!! Quando ci si innamora avviene proprio così! Ma del resto è solo l’innamoramento, la passione, a smuoverci dalle nostre staticità, a farci sbilanciare su direzioni e scelte che mai avremmo ipotizzato: dunque non temere, ma anzi loda il Signore per la Sua predilezione verso di te e perchè in qualche modo ha voluto parlarti e rendersi presente e darti uno “spintone” singolare, fuori dalle tue certezze e progetti.
Detto questo, riconosco che sei ancora in una fase di confusione, ma anche credo che già in qualche modo tu stia recuperando il terreno della responsabilità circa i tuoi impegni e la tua quotidianità: lo dimostra il fatto che hai piena consapevolezza di quanto stai vivendo e anche bene ti rendi conto, come tu stesso affermi “che questo comportamento può essere sbagliato, perché il vero discernimento deve essere ponderato e graduale, in modo da saper entrare con calma e ragionevolezza, in ciò che il Signore mi chiama“!
Ti invito pertanto a dare voce anche questi ultimi suggerimenti interiori. Proprio su questo campo infatti si giocherà l’autentica verifica della tua vocazione: non certo intesa come una fuga o ripiegamento su di te o mancanza di responsabilità, ma come risposta piena e completa e nel totale coinvolgimento di tutto te stesso (niente escluso) alla chiamata del Signore. Se, infatti, tu anche arrivassi ad una scelta di vita consacrata, passando per la strada del disimpegno e del “chissenefrega”, dovresti dubitare molto e temere per la tua vita futura da “buon” frate. Il religioso infatti, è per definizione, un uomo totalmente donato, offerto, mai invece un qualcuno che mira al risparmio di se’ e alla propria tutela, al proprio tornaconto. Il religioso è sempre uno che si fa carico invece che scappare, il religioso è sempre uno che tutto e di tutti gli interessa, altro che “chi se ne frega”!!

Dunque carissimo Simone, con questa nuova luce della vocazione che ti ha trafitto il cuore, con questo ” innamoramento” per Gesù e san Francesco, torna a “fare ancora più bene” tutto quello che sei chiamato a svolgere, torna ad amare “ancora di più” le cose belle di sempre, riempi di questa novità la tua giornata, le tue relazioni..Il frate, ricorda, è l’uomo del “di più”, del “Sì” generoso; è l’uomo dalla “porta sempre aperta”, non quello delle chiusure e dei dinieghi!!! Dona dunque già adesso la gioia che stai sperimentando, trasmetti la speranza che hai intuito, invadi con la tua preghiera ogni aspetto e attività della tua vita e offrila ad ogni persona che incontri (tutto è grazia!) ed allora, già da subito, potrai sperimentare cosa significa “vivere da frati”. Carissimo Simone, ancora grazie per la fiducia. Resto disponibile per ogni ulteriore chiarimento o domanda che vorrai pormi. ti benedico. Al Signore Gesù sempre la nostra Lode.
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org
Grazie per quest'altro pezzetto di realtà messo in evidenza. Quando incontri l'Amore, tutto viene nuovamente messo in gioco. Assisi, incontro, vocazione, università . Mi ci sono ritrovata tantissimo.
Coraggio Simone, come vedi non sei solo e altri, come te, vivono o hanno vissuto le stesse situazioni e dubbi.
Se posso permettermi, da coetanea che recentemente ha vissuto la tua descrizione (è per questo che scrivo!), c'è una frase che in quel periodo mi ha colpita: Cerca di fare ciò che ami e quando non ti è possibile cerca di amare ciò che fai !