Assistiamo ormai quasi ogni giorno ad un generale “inquinamento dell’uomo” e ad un progressivo deterioramento della sua dignità e unicità.
Sullo sfondo appare evidente il disprezzo per il nostro essere fatti ad immagine e somiglianza di Dio (cfr. Gen 1,26-27) e la negazione di ogni riferimento a Dio per la nostra vita. Ecco infatti farsi strada sempre più l’idea che – poiché la tecnica rende possibile ogni intervento o perché la legislazione lo consente o perchè l’onnipresente pensiero “politicamente corretto” sembra imporlo – certe scelte siano normali e lecite e corrette ormai anche moralmente o comunque accessibili senza possibilità di contraddittorio da parte di nessuno. Pensiamo al riguardo al filo rosso che unisce insieme temi all’ordine del giorno quali l’aborto, l’eutanasia, la svalutazione del matrimonio fra un uomo e una donna, l’utero in affitto, il diritto non più scontato per ogni bimbo che nasce di avere un vero papà e una vera mamma, la teoria del gender…
In tutto questo, vi leggiamo l’eterna pretesa dell’uomo di bastare a se stesso, di autodeterminarsi e percepirsi come inizio e fonte e fine di tutto, eliminando necessariamente la figura “scomoda e antiquata” di Dio, da cui non di tollera più che ci indichi il bene come il male, il lecito e l’illecito, ciò che è naturale da ciò che non lo è. L’uomo fa da solo e non vuole più referenti esterni a lui.
Ma un uomo senza Dio è un essere “gettato nel mondo”, senza alcuna origine nè meta se non quelle dettate dal suo desiderio di potenza e affermazione… finché gli va bene! È l’uomo “del caso”: nato “per caso” in un luogo e in un tempo “per caso”, figlio di qualcuno “per caso”, cresciuto “per caso”, innamoratosi “per caso”, ammalatosi “per caso”, morto “per caso”…, e così, “per caso” è un uomo che conclude anche tutta la sua storia “per caso”!! E così sia!!!
In realtà nessuno potrà mai soffocare l’anelito di ogni uomo a “sentirsi figlio”, vale a dire: pensato da sempre, amato, guidato, ispirato, atteso, chiamato. La nostra fede cristiana, al riguardo, ci rivela in Gesù il volto di un Dio Padre buono, amante dell’uomo e della sua vita da sempre, da subito, prima dei tempi, e poi dal suo concepimento… per tutta la sua vita, in eterno.
Anche la vocazione religiosa francescana, come ogni vocazione, scaturisce da questa figliolanza, da questo legame divino dell’uomo al suo Dio… creatore e redentore. Senza vita – evidentemente! – non c’è vocazione. Non c’è futuro. D’altra parte è vero che: senza vocazione non c’è vita… in pienezza.
Non vogliamo soffermarci oltre, se non per incoraggiarci a vicenda a tenere sempre uniti nella preghiera e nella quotidianità, nelle parole e nei fatti: la cura della vita e l’attenzione alle vocazioni. Confidiamo che le parole che il Papa ha pronunciato oggi di fronte ai rappresentanti del Movimento per la Vita italiano, in continuità con il Magistero del Concilio Vaticano II e dei suoi Predecessori, possano contribuire ad animare anche voi nella preghiera nell’attenzione alla Vita:
«La vita umana è sacra e inviolabile. Ogni diritto civile poggia sul riconoscimento del primo e fondamentale diritto, quello alla vita […] “… oggi dobbiamo dire ‘no a un’economia dell’esclusione e della inequità’. Questa economia uccide… Si considera l’essere umano in se stesso come un bene di consumo; un bene di consumo che si può usare e poi gettare. Abbiamo dato inizio a quella cultura dello ‘scarto’ che, addirittura, viene promossa”. E così viene scartata anche la vita. […] Occorre pertanto ribadire la più ferma opposizione ad ogni diretto attentato alla vita, specialmente innocente e indifesa, e il nascituro nel seno materno è l’innocente per antonomasia. Ricordiamo le parole del Concilio Vaticano II: “La vita, una volta concepita, deve essere protetta con la massima cura; l’aborto e l’infanticidio sono delitti abominevoli”. […] Proteggere la vita con coraggio e amore in tutte le sue fasi. Vi incoraggio a farlo sempre con lo stile della vicinanza, della prossimità: che ogni donna si senta considerata come persona, ascoltata, accolta, accompagnata».
Leggete con attenzione anche quanto Papa Francesco ha detto l’11 aprile 2014 al BICE (Ufficio Internazionale Cattolico dell’Infanzia):
«Occorre ribadire il diritto dei bambini a crescere in una famiglia, con un papà e una mamma capaci di creare un ambiente idoneo al suo sviluppo e alla sua maturazione affettiva. Continuando a maturare nella relazione, nel confronto con ciò che è la mascolinità e la femminilità di un padre e di una madre, e così preparando la maturità affettiva…Vorrei manifestare il mio rifiuto per ogni tipo di sperimentazione educativa con i bambini. Con i bambini e i giovani non si può sperimentare. Non sono cavie da laboratorio! Gli orrori della manipolazione educativa che abbiamo vissuto nelle grandi dittature genocide del secolo XX non sono spariti; conservano la loro attualità sotto vesti diverse e proposte che, con pretesa di modernità, spingono i bambini e i giovani a camminare sulla strada dittatoriale del “pensiero unico”. Mi diceva, poco più di una settimana fa, un grande educatore: “A volte, non si sa se con questi progetti – riferendosi a progetti concreti di educazione – si mandi un bambino a scuola o in un campo di rieducazione».
Il Signore della vita vi doni vita… in pienezza!
fra Alberto e fra Francesco – info@vocazionefrancescana.org
ci si preoccupa tanto dell'ecologia degli animali ( scimpanzè, nutrie, balene…ecc..ecc..) e che vengano preservati e tutelati nel loro habitat, nella purezza della razza, . Chi si preoccupa dei cuccioli d'uomo, ? Quale ecologia e difesa della loro natura e della loro stessa vita è messa in atto? Oggi vediamo l'uomo, nella sue stagioni di massima debolezza e dove è più indifeso, (embrioni, feti, ma anche malati terminali e cronici, vecchi.) essere usato e strumentalizzato e ucciso dai più forti, per i loro bisogni e interessi e piaceri….Giustamente il papa ci mette in guardia dalla crudele "logica dello scarto" verso… Leggi il resto »
faccio parte dell'associazione papa Giovanni di don Benzi da tanti anni. La settimana scorsa a Bologna, siamo stati insultati e offesi in modo indecente da un gruppo di femministe (legate alla CGIL) perchè come si fa da tantissimo tempo, si pregava il rosario contro l'aborto. da notare che non disturbavamo nessuno e avevamo i dovuti permessi. E' questa la libertà di pensiero e di espressione e di fede che noi cristiani possiamo vivere in questa povera Italia? In america proprio in questi giorni la corte suprema ha ribadito a pieno il diritto di ciascuno a vivere la propria fede, senza… Leggi il resto »