Ho ricevuto ieri una lettera da Gianluca (23 anni di Verona – studente in medicina). Mi ha colpito molto quanto mi ha scritto. Riporto la sua lettera e anche la mia risposta.
Lettera di Gianluca
Caro fra Alberto, eccomi finalmente a scriverle dopo molte titubanze. Sono Gianluca di Verona, studente in medicina (23 anni). Grazie al suo blog ho preso coraggio. Fin dalla fine del liceo, nel mio cuore, vi è una voce, un’ammirazione, verso la consacrazione, il diventare prete. Mia nonna, che mi ha trasmesso la fede, mi ha sempre parlato di un suo zio sacerdote a cui era molto legata, ucciso in una rappresaglia durante la guerra. Questa figura mi ha accompagnato fin da piccolo. I miei genitori sono atei, così come il resto del mio contesto famigliare (tutti medici!). Ciò ha fatto sì che io non abbia mai manifestato questo richiamo custodendolo molto segretamente: troppo costoso espormi in casa, ma anche fuori . E così ho sempre aspettato, dicendo a me stesso “vedrò”, “farò”, ora non ci penso, ora devo studiare. A fine anno sono andato in viaggio in Turchia con mia sorella e il più grande rammarico, per vari giorni, è stato non poter partecipare alla messa, non trovare una chiesa. La gioia più bella è stata ad Efeso, dove alla casa della Madonna, ho partecipato ad una stupenda eucarestia (finalmente!) nel giorno dell’Epifania e poi dialogato con un giovane frate francescano e sacerdote. Mi ha raccontato delle continue discriminazioni e sottili persecuzioni a cui sono soggetti i cristiani in Turchia, ma anche della grande fede che li caratterizza, della “fermezza” della loro testimonianza. E anche del coraggio di tanti laici e religiosi e preti e vescovi (qualcuno è stato ucciso). Le sue parole, hanno poi risuonato in me per tanti giorni, anche dopo il mio ritorno a casa. E così eccomi a scriverle! Sento che non posso più fare finta di nulla. Non so se il Signore mi chieda davvero di diventare sacerdote, ma vorrei capirci qualche cosa di più! Grazie! Gianluca B.

Risposta di fra Alberto
Caro Gianluca, grazie per la tua mail e la fiducia. Mi ha colpito quanto mi hai scritto. Il Signore ha sempre le sue strategie per attirarci a sé, e certo era necessario anche un viaggio in Turchia per rinnovare in te un desiderio e una chiamata alternativa e forte come quella del sacerdozio.
Non mi stupisce poi che ci sia di mezzo anche la Vergine Maria e nella sua casa che anch’io ho visitato anni fa. Sempre, ( ripeto…sempre!) la Madonna ha a che fare con le storie vocazionali di sacerdoti e religiosi! Sono anche certo che le preghiere della nonna e soprattutto il sacrificio dello zio sacerdote siano stati il terreno buono dove questo seme ha attecchito e sta crescendo, nonostante tutto. Comprendo bene anche le tue fatiche. Se c’è oggi una figura controversa e contestata e sotto osservazione nella nostra società laica è proprio quella del prete.
Questi, infatti, sfugge ad ogni canone “normale” interpretativo, in un tempo sterilmente appiattito sul prendere, sul possesso, sul piacere, sull’immediato. E’ ovvio dunque che un giovane che pensi a diventare prete oggi, sia anch’egli percepito come una persona per lo meno “strana”, un non politicamente corretto, un fuorigioco che spiazza e disturba. In Turchia ti hanno narrato delle persecuzioni verso i cristiani e i sacerdoti! Ma credimi, la nostra situazione nella cattolica Italia, non è poi molto distante e il prete, sempre di più è e sarà oggetto di contestazione ed emarginazione .
Egli parla, infatti, di cielo quando ogni cosa si vorrebbe ridurre alla terra; spende la sua vita per tutti quando ognuno cerca disperatamente di conservarla per sè; al prete è affidata una Parola eterna e vera (il Vangelo) che sempre smaschera le tante parole superficiali e false di cui ci riempiamo la bocca; per lui quotidianamente si rinnova il sacrificio di Cristo che dalla Croce ci ha redento, Croce che mai come oggi è così ripudiata e osteggiata in nome di un individualismo arrogante ed egoista; dalle mani del prete abbiamo l’Eucarestia, unico vero cibo necessario eppure ignorato da uomini sempre più inquieti e bramosi, in cerca di una sazietà introvabile; da lui il perdono e la misericordia che ci restituisce la gioia di essere figli in un tempo in cui siamo tutti un pò orfani e soli e schiacciati; dal prete il segno di una Presenza che sconcerta la nostra pretesa di autosufficienza e di fare a meno di Dio; in lui che si fa celibe rinunciando ad ogni legame, la capacità di essere fratello e padre di tutti, mentre ovunque si seleziona ed emargina; il prete, colui che prega per amici e nemici. Il prete dunque, per tutti questi motivi, sarà sempre di più segno di contraddizione e oggetto di ostilità e indifferenza, ma anche, ancora uomo ricercato e necessario e agognato. Il prete, “alter Christus’, l’uomo “della nostalgia di Dio” anche per il più lontano e ateo!

Caro Gianluca, vedo attorno a me tanta tristezza! Senza Gesù, la nostra vita è allo sbando, desolata. Sono convinto che questa fatica che affligge moltissima gente viene dalla mancanza dei Sacramenti! “Sacramento” è Gesù, è il divino alla portata dell’uomo: senza questo nutrimento non possiamo vivere. Il prete è colui che porta a tutti, con i sacramenti, questa Grazia che opera ed è potente, e che sola fa sì che le persone cambino e siano liberate e guarite, che questo nostro tempo cambi e migliori verso il bene, che le famiglie restino unite e nell’amore, che un giovane si doni e sia puro e generoso e forte, che i nemici cerchino la pace e il perdono, che la giustizia trionfi, che il male sia sconfitto, che la preghiera riaffiori sulle nostre labbra. Questo non significa chiedere al sacerdote la perfezione; ma certamente che abbia “il fuoco”, una grande passione nel suo cuore, per una missione altissima.
Caro Gianluca, come vedi, mi sono lasciato entusiasmare nel raccontarti almeno un po’ la figura del prete. Penso in questo momento anche alla grande scarsità di sacerdoti in molte nostre chiese. Penso alla voce dolorante di tante persone senza più questo riferimento…Mi chiedi come muoverti!!? Ebbene…: ti invito prima di tutto ad interrogarti e a lasciarti coinvolgere seriamente dal richiamo che hai intuito in te; accogli quanto di buono puoi avere trovato in questo mio scritto; dedica soprattutto tempo nella tua giornata alla preghiera e a stare con il Signore…Lascia che ancora ti parli. Lasciati toccare il cuore anche da una Chiesa, povera di vocazioni e di preti e consacrati ; questo significa concretamente lasciarti commuovere e interpellare da quella parte di umanità che forse, non conoscerà mai Gesù, che vivrà nella tristezza, senza una meta, una guida. Confrontati anche con qualche sacerdote di tua fiducia: non puoi camminare da solo!
Considerando poi che non abiti lontanissimo da Padova, ti aspetto quando vuoi per un dialogo e un incontro più diretto. I contatti via mail, infatti, sono utili, ma anche alquanto anonimi e impersonali. Ben altra cosa è il guardarsi negli occhi, il raccontarsi, lo stringersi le mani.
Ancora grazie per la fiducia. Ti incoraggio e benedico.
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org