Come faccio spesso, riporto anche oggi la corrispondenza con un giovane, Gianantonio (di Pavia – 24 anni) che mi pone varie domande sulla vocazione.
Vi invito a leggere il nostro dialogo per qualche spunto spero utile. Se qualcuno avesse ulteriori domande o dubbi mi scriva pure..vedrò di rispondere personalmente.
Vi benedico.
Mail di Gianantonio
Caro Fra Alberto grazie per il suo bellissimo blog vocazionale che sempre seguo e mi è di grande aiuto nella mia ricerca.. Da un anno frequento una brava e buona ragazza; ci unisce la fede e un sentimento sincero.., ma ancora non riesco a capire se devo seguire la strada del matrimonio e il desiderio di farmi una famiglia..oppure quella della vita francescana a cui tempo fa avevo pensato, ma che avevo tralasciato di approfondire. Quest’ultima sembrava un richiamo antico ormai assopito, ma papa Francesco, con le sue parole l’ha risvegliata in me anche se ho cercato di non riandarci troppo, ma senza molto successo .
Nella mia preghiera chiedo ogni giorno al Signore che mi illumini sulla mia vocazione e mi aiuti a capire..
Ieri in parrocchia , mi sono trovato ad ascoltare la testimonianza di un giovane religioso, da poco ordinato sacerdote. Raccontando la sua storia, ha detto che la sua chiamata è avvenuta quasi miracolosamente e straordinariamente durante un pellegrinaggio notturno al santuario di Caravaggio e lì ha capito tutto, lì ha trovato la forza di lasciare l’università e la morosa per entrare in seminario ..Ma allora caro fra Alberto, come avviene la chiamata alla vita religiosa? Come comprenderla..? Come essere certi della chiamata “giusta”? Devo poi aspettarmi anch’io un segno, un evento straordinario? E come interpretare e agire circa il mio legame con la mia ragazza e il desiderio di costruirmi una famiglia (avere figli..essere padre) e contemporaneamente l’interrogativo su una vita di consacrazione? La ringrazio per quello che mi vorrà dire.
Gianantonio (di Pavia – 24 anni).

Risposta di fra Alberto
Carissimo Gianantonio, grazie per la fiducia e gli apprezzamenti al blog, che non fanno mai male e aiutano a proseguire in questo servizio in favore di tanti giovani in ricerca. Circa quanto mi scrivi, evidenzio alcuni spunti di riflessione partendo dai tuoi interrogativi. Spero ti possano aiutare:
1) Mi chiedi “come avviene la chiamata alla vita religiosa?” Ebbene essa avviene sempre in modo misterioso e per nulla classificabile. Il Signore infatti parla in tante maniere rivolgendosi a ciascuno mai secondo schemi precostituiti, ma avendo a cuore la persona ( e dunque la sua storia, il suo vissuto….i suoi sogni, la sua fede ). La vocazione religiosa scaturisce perciò sempre da uno sguardo d’amore di Dio davvero unico, speciale, individuale, personale… Questo fa sì che le storie di ciascun religioso ( prete, frate suora, missionario..) siano ogni volta contrassegnate da una varietà di interventi e segni e modalità, davvero singolari..e mai uguali.
2) Mi chiedi poi se devi aspettarti dei segni ” straordinari”. Alcune chiamate possono certo apparire un poco “straordinarie”, così come quella di San Francesco davanti al crocifisso di san Damiano, oppure come quando nel sonno Dio chiamò Samuele o inviò un angelo come per Maria, oppure quando una voce dal cielo chiamò S.Paolo…; oppure la chiamata può giungere quasi “repentina” e un poco “straordinaria” anche in un pellegrinaggio come per quel giovane prete.!! Perchè no??!!
Più spesso però , il Signore chiama in maniera silenziosa e quasi flebile, suscitando un certo trasporto e desiderio verso il sacerdozio o la vita consacrata; seminando un piccolo seme, accendendo nel cuore una piccola fiammella che però da subito un poco riscalda e illumina..e interroga e smuove e suscita una ricerca. Questo piccolo seme, questa piccola luce (spesso nato dalla preghiera fedele di qualcuno per noi..), è affidato poi alla nostra libertà, alla nostra fede, chiede di maturare e crescere, chiede un confronto e un discernimento a volte non immediato e per nulla scontato. Ecco perchè al riguardo è sempre necessario fare un cammino di verifica..ed è utilissimo avere una guida spirituale con cui confrontarsi..( ne ho parlato spesso nel blog)
3) Mi chiedi ancora: Come comprendere la chiamata “giusta”?. Un caro e anziano confratello ( fra Alessandro Brentari…ora ammalato, ma che sempre prega per i giovani) e che per anni si è occupato di accompagnarli nel discernimento , spesso diceva che la vocazione “è quello che uno è”. La vocazione cioè si innesta in quello che uno è, nelle sue doti, nei suoi talenti e carismi di natura e di grazia; si innesta anche nei nostri limiti e difetti… La chiamata “giusta” è dunque quando uno si sente fatto o tagliato per quella strada. E’ come quando si va in un negozio di vestiti e finalmente indossiamo un cappotto (dopo varie ricerche) che risulta fatto proprio sulla nostra misura e secondo il nostro gradimento; che si adatta bene a noi…Possiamo infatti ammirare un bellissimo capo d’abbigliamento, ma non trovarci a nostro agio indossandolo..Così è per la vocazione!

4) Scrivi poi: “Come interpretare e agire circa il mio legame con la mia ragazza e il desiderio di famiglia e contemporaneamente l’interrogativo su una vita di consacrazione?”. Prima di tutto vorrei dirti di avere tanto a cuore la relazione con la tua ragazza e di viverla con estrema limpidezza e serietà, dando il massimo di te. Ti sarà utile intraprendere poi un cammino di discernimento come scrivevo sopra (il gruppo san Damiano per es.)..Solo così potrai capire se la relazione con lei “ti basta”, “ti è sufficiente” oppure se nel tuo cuore vi è (nonostante tutto) un desiderio che va oltre, una incompletezza che chiede altro..un’altra via, la necessità di un incontro “più grande”. La vita coniugale infatti come la vita consacrata..chiamano in causa l’amore e la misura del nostro voler bene… : quindi devi ascoltarti e vagliare il tuo cuore in tal senso!
E se intuirai che la “tua pienezza” è nel matrimonio e nella famiglia, loda il Signore e non temere, perchè è “cosa santa”!
E se sentissi invece che il tuo cuore “anela ad un di più” ed è attratto dal Signore e dal suo progetto su di te, pure Lodalo e ringrazialo e non temere. Il bisogno di famiglia e paternità (molto naturale) anche in questo caso troverà piena conferma e sarai lo stesso “padre” e famigliare per tante persone che a te ricorreranno. E anche la simpatia che hai provato per questa brava ragazza significherà che la tua chiamata alla consacrazione non è stata una fuga o un ripiego, ma un lasciare qualcosa per andare dietro al Signore.
5) La preghiera. Mi scrivi che ogni giorno preghi per comprendere..: mi sembra quanto di più importante e necessario tu possa fare. La nostra vita infatti è nelle mani del Signore: Lui solo sa tutto di noi.
Carissimo…scusa se mi sono dilungato. Ti saluto fraternamente e ti benedico.
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org