Questa sera il Papa Francesco ne ha fatta “una delle sue”: una delle tante per cui vale la pena ringraziarlo!
Rivolgendosi ai Frati Agostinani nella omelia della Messa di apertura del loro Capitolo generale, ha “svegliato” i religiosi e i consacrati in genere parlando della necessità di uomini e donne di Dio dal cuore inquieto. Inquieti nella ricerca spirituale, nell’incontro con Dio, nell’amore. Non seduti, arrivati, o – peggio – «zittelloni», come ha detto testualmente.
E’ bello come questo Papa, che proviene dalle file di un Ordine religioso, dedichi attenzione, tempo e cura pastorale a noi religiosi, come ha sottolineato anche Cantuale Antonianum. Anche spronandoci con franchezza: infondo è tra i suoi compiti…
Ma veniamo a noi. Nella sua omelia, e soprattutto nel suo primo punto, dice cose molto utili per ogni ricerca spirituale e vocazionale, mentre riflette sulla fase giovanile della via di Agostino:

«L’inquietudine della ricerca spirituale. Agostino vive un’esperienza abbastanza comune al giorno d’oggi: abbastanza comune tra i giovani d’oggi. Viene educato dalla mamma Monica nella fede cristiana, anche se non riceve il Battesimo, ma crescendo se ne allontana, non trova in essa la risposta alle sue domande, ai desideri del suo cuore, e viene attirato da altre proposte. Entra allora nel gruppo dei manichei, si dedica con impegno ai suoi studi, non rinuncia al divertimento spensierato, agli spettacoli del tempo, intense amicizie, conosce l’amore intenso e intraprende una brillante carriera di maestro di retorica che lo porta fino alla corte imperiale di Milano. Agostino è un uomo “arrivato”, ha tutto, ma nel suo cuore rimane l’inquietudine della ricerca del senso profondo della vita; il suo cuore non è addormentato, direi non è anestetizzato dal successo, dalle cose, dal potere. Agostino non si chiude in se stesso, non si adagia, continua a cercare la verità, il senso della vita, continua a cercare il volto di Dio. Certo commette errori, prende anche vie sbagliate, pecca, è un peccatore; ma non perde l’inquietudine della ricerca spirituale. E in questo modo scopre che Dio lo aspettava, anzi, che non aveva mai smesso di cercarlo per primo. Vorrei dire a chi si sente indifferente verso Dio, verso la fede, a chi è lontano da Dio o l’ha abbandonato, anche a noi, con le nostre “lontananze” e i nostri “abbandoni” verso Dio, piccoli, forse, ma ce ne sono tanti nella vita quotidiana: guarda nel profondo del tuo cuore, guarda nell’intimo di te stesso, e domandati:
– hai un cuore che desidera qualcosa di grande o un cuore addormentato dalle cose? Il tuo cuore ha conservato l’inquietudine della ricerca o l’hai lasciato soffocare dalle cose, che finiscono per atrofizzarlo?
– Dio ti attende, ti cerca: che cosa rispondi? Ti sei accorto di questa situazione della tua anima? Oppure dormi?
– Credi che Dio ti attende o per te questa verità sono soltanto “parole”?».
Lasciati accompagnare dalle domande del Papa.
Anche noi frati vogliamo lasciarci “scomodare” dalle riflessioni provocatorie del Papa Francesco e rimetterci in cammino sempre.
Buona riflessione e preghiera…!
fra Francesco – info@vocazionefrancescana.org
grande papa delle belle parole che mi colpito