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Home discernere

Chi è il tuo… Re ?

fra Alberto Tortelli di fra Alberto Tortelli
25 Novembre 2012
in ascoltare e pregare, discernere
1

Oggi si conclude l’anno liturgico. E’ stato per me un tempo vissuto fra l’Alfa e l’Omega? E’ davvero Cristo, inizio, senso, e fine del tempo, della mia vita? E Lui il mio Re e Signore e Padrone?

Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo. (Ap 1, 5-8)

Gesù Cristo è il testimone fedele, il primogenito dei morti e il sovrano dei re della terra.
A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen.
Ecco, viene con le nubi e ogni occhio lo vedrà, anche quelli che lo trafissero, e per lui tutte le tribù della terra si batteranno il petto. Sì, Amen! Dice il Signore Dio: Io sono l’Alfa e l’Omèga, Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente!

Meglio seguire il padrone

Il giovane e inquieto Francesco d’Assisi, alla ricerca della propria vocazione, venne spinto dalla sua passione cavalleresca nel seguire Gualtiero di Brienne, un comandante di ventura che con il suo esercito si stava recando nel sud Italia. Francesco ancora una volta rincorreva i suoi sogni di gloria e successo immaginando grandi imprese militari, ma giunto vicino a Spoleto gli apparve il Signore, che gli ordinava di tornare indietro dicendogli:
“Francesco, è meglio per te seguire il servo o il Padrone?”
E Francesco rispose:  “Meglio il Padrone“.
“E allora perchè dunque ti affanni a cercare il servo invece del Padrone?”
“Cosa vuoi che io faccia?”
“Ritorna ad Assisi. Non è questa la tua vita!”
Francesco, cedendo le armi fra lo stupore dei compagni di avventura, fece ritorno ad Assisi abbandonando definitivamente l’idea di una vita cavalleresca e mondana. Aveva scoperto oramai che quel “Padrone” era Dio Padre che tratta ogni uomo da figlio, da amico e non da servo. Così iniziò la sua graduale avventura di farsi cavaliere del Vangelo a servizio del Regno di Dio, nell’imitazione radicale di Gesù di Nazaret, figlio di Dio, unico e vero Re. Una “regalità” divina che supera ogni regno e signoria di questo mondo.
Cristo
Cristo

Dentro la Parola

Oggi siamo chiamati ad una verifica sincera della nostra adesione amante della regalità di Cristo, senza farci gregari di miseri idoli che affascinano a prima vista ma che nel tempo, ci tolgono il respiro e la voglia di vivere nella gioia.
Il “Sovrano Re della terra” – come afferma l’Apocalisse – è Colui che è il liberatore unico e autentico dell’uomo. Testimone fedele, sceglie un Trono che è la Croce e una Corona di spine che non è d’oro, ma di sofferenza e amore donato. Egli sconvolge tutte le logiche blasonate che ci sono anche dentro di noi. Il Suo farsi servo per amore dimostra una regalità al servizio degli ultimi, nel farsi Lui stesso ultimo. La logica del Magnificat si fa strada: “Abbassa i potenti dai troni e innalza gli umili”.

Dentro la Parola: Il vescovo Tonino Bello, così implora il Re

Abbiamo bisogno di preti, Signore, ma di preti fatti sul Tuo stampo; non vogliamo sgorbi, non vogliamo “occasionali”, ma preti autentici, che ci trasmettano Te senza mezzi termini, senza ristrettezze, senza paure. Vogliamo preti “a tempo pieno”, che consacrino ostie, ma soprattutto anime, trasformandole in Te; preti che parlino con la vita, più che con la parola e gli scritti; preti che spendano il loro sacerdozio anziché studiare di salvaguardarne la dignità.

Sai bene, Signore, che l’uomo della strada non è molto cambiato da quello dei tuoi tempi; ha ancora fame; ha ancora sete; fame e sete di Te, che solo tu puoi appagare. Allora donaci preti stracolmi di Te, come un Curato d’Ars, preti che sappiano irradiarti; preti che ci diano Te. Di questo, solo di questo noi abbiamo bisogno.

Perdona la mia impertinenza: tieniti i preti dotti, tieniti i preti specializzati, i preti eloquenti, i preti che san fare schemi, inchieste, rilievi. A noi, Signore, bastano i preti dal cuore aperto, dalle mani forate, dallo sguardo limpido. Cerchiamo preti che sappiano pregare più che organizzare, preti che sappiano parlare con Te, perché quando un prete prega, il popolo è sicuro.

Oggi si fanno richieste, si fanno sondaggi su come sarà, su come la gente vuole il prete. Non ho mai risposto a queste inchieste, ma a Te, Signore, posso e voglio dirlo: il prete io lo voglio impastato di preghiera.

Donaci, o Signore, preti dalle ginocchia robuste, che sappiano sostare davanti a Te, preti che sappiano adorare, impetrare, espiare; preti che non abbiano altro recapito che il tuo Tabernacolo. E dimenticavo: rendici degni di avere tali preti.
Volto crocifisso san damiano
Volto crocifisso san damiano

Preghiera del cavaliere (di Giulio Brentazzoli)

“Gesù, mio Signore e mio re, che ti sei degnato di versare il tuo sangue per la mia salvezza, guida i miei passi verso di te che sei la Via, la Verità e la Vita. Dammi un’intelligenza assetata di verità, un braccio forte per difenderla, un cuore coraggioso per testimoniarla. Offro a te tutto me stesso, lo studio e il gioco, le parole e il silenzio, il pianto e la gioia, seguendo la compagnia che tu mi hai dato come segno della tua presenza, perché la mia vita si compia e il mondo ti riconosca.

Maria, regina dei santi, sostieni la mia preghiera. Amen”

 

fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org

 

Tags: anno liturgicosan Francesco
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Anonimo
Anonimo
25 Novembre 2012 14:09

Bellissime le parole del Vescovo Tonino bello, forti e dolci nello stesso tempo. I sacerdoti sono molto preziosi e la loro presenza nella vita di noi cristiani è indispensabile. Sono la nostra ancora di salvezza nei momenti bui, in quei momenti che senti Gesù lontano riescono a prendere in mano il timone e a orientarti di nuovo verso l'unico Re , colui il quale ti può salvare e garantirti la sua protezione. Chiediamo con fervore nelle nostre preghiere invocando Gesù di donarci tanti e ferventi sacerdoti e sopratutto che siano Santi e degni di annunciare la verità del Santo Vangelo… Leggi il resto »

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