Propongo oggi l’esempio fortissimo di un frate francescano che recentemente ho avuto modo di conoscere. Nei giorni scorsi infatti, ho visitato il nord della Romania, dove operano da secoli i Francescani Minori Conventuali; a loro si deve la presenza cattolica in una nazione per gran parte di fede Ortodossa.
Ebbene, terminata la seconda guerra mondiale, durante il periodo del comunismo, i nostri frati furono spietatamente perseguitati, molti deportati ed esiliati, molti condannati al carcere duro per anni. Alcuni, segretamente e a fronte di enormi rischi personali, continuarono la loro azione tra il popolo.
Una di queste figure straordinarie è il servo di Dio P. Martin Benedict (1931-1986), frate e medico. Di lui, nei miei giorni in Romania ho visitato la semplice casa nel villaggio di origine e la sua tomba, meta continua di gente e fedeli. Di seguito vi lascio alcune note biografiche di P. Martin con l’intento di appassionare ciascuno di voi un pò di più al Vangelo e a Gesù, nella convinzione che servire il Signore con tutto il cuore e noi stessi come ha fatto lui… ne vale davvero la pena!!!
Caro amico, se anche nel tuo cuore hai intuito qualche volta questo desiderio e invito, non lasciarlo sepolto, ma ascoltalo e seguilo con gioia e passione: il Signore ti attende tanta gente bisognosa aspetta te e non altri…
Ti benedico e incoraggio.
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org
Qualche nota biografica
Il Servo di Dio, P. Martin, nacque a Galbeni (Romania) nel 1931 da genitori contadini. Dopo la scuola elementare nel paese natale (1938-1945), entrò nel settembre 1945 nel nostro Seminario di Halaucesti frequentandovi per tre anni la scuola. Con l’inizio della persecuzione ufficiale della Chiesa Cattolica e la nazionalizzazione delle scuole, completò la scuola superiore nel liceo a Bacau, iscrivendosi successivamente alla facoltà di medicina all’universita di Iasi, dove si laureò nel 1957.
Esercitò la professione di medico a Raducaneni, Tatareni, Bacau e finalmente all’ospedale di Onesti (dal 1962 alla morte). Nel 1972 si ammalò gravemente all’intestino, subendo ben tre interventi nel giro di pochi giorni. I medici erano del parere che in breve tempo sarebbe morto. Invece è vissuto ancora per 14 anni, e tutti consideravano la sua vita un miracolo. Fu allora che la sorella Varvara, suora clandestina, si stabili presso di lui.
Dopo ininterrotti contatti con i nostri frati (specialmente P. Gheorghe Patrascu) decise di continuare la sua preparazione alla vita religiosa e al sacerdozio. Sotto la guida di P. Patrascu, ministro provinciale di Romania in incognito, clandestinamente fece il noviziato, emise la professione temporanea nel 1976 e quella solenne nel 1979 (poiche non venivano tenuti registri a causa della particolare situazione storica, non conosciamo la data precisa) e fu ordinato sacerdote (sempre in modo segreto) il 14 settembre 1980 dal vescovo greco-cattolico Alexandru Todea a Slanic Moldova.
Durante tutto questo tempo continuò il suo servizio in ospedale, senza far scoprire agli agenti della “Securitate” (polizia segreta) la sua professione religiosa e il suo stato sacerdotale. Nel proprio appartamento, dove aveva un piccolo oratorio, celebrava la Santa Messa tutti i giorni. Per la sua continua preghiera, i fedeli lo chiamavano “il medico che prega molto”, e per la sua bontà e per il suo servizio appassionato “il nostro padre medico”. Si occupava non solo della salute corporale ma anche dell’anima dei suoi malati, esortandoli a pregare, a confessarsi, a regolare la loro vita matrimoniale… Militò soprattutto contro l’aborto e difese la dignità della persona umana con i suoi inalienabili diritti. Contribuì inoltre all’edificazione di alcune chiese malgrado l’ostilita del regime comunista allora al potere.
Durante il pellegrinaggio a Roma per la beatificazione del cappuccino romeno fra Geremia da Valacchia, avvenuta il 30 ottobre 1983, (durante la messa lesse in veste di laico un’intenzione della preghiera dei fedeli con un’aggiunta improvvisata, dove pregava per i “religiosi”, che mise in allerta ascoltatori interessati). Si avviarono su di lui subito delle indagini per le quali fu riconosciuto come sacerdote dalla polizia segreta e da allora cominciarono le persecuzioni (con arresti, interrogatori, avvertimenti, tentativi di avvelenamento e di investimento d’auto), che terminarono con la morte sopravvenuta il 12 luglio 1986.
Un anno dopo la sua morte, l’acqua del pozzo situato a fianco della casa del paese natio cominciò misteriosamente a diffondere profumo e gusto di rose. Galbeni (il suo villaggio natale) divenne, in brevissimo tempo, meta di pellegrinaggio e l’evolversi degli avvenimenti suscitava una forte preoccupazione per la “Securitate”. Tuttavia ogni loro tentativo di fermare il flusso della gente falliva sempre. Circolavano voci di tanti miracoli di guarigione compiuti e la gente cominciò a pregare con devozione e chiedere l’aiuto e la grazia di Martin. Il suo ricordo è vivo e conservato sia nella Provincia dei Frati Minori Conventuali che presso i laici. Il processo di canonizzazione è iniziato il 14 aprile 2007.
Preghiera
O Trinità Santa,
ti ringraziamo per aver donato alla Chiesa
il servo Martin Benedict
e per averlo chiamato ad essere medico delle anime e dei corpi.
Con l’amore e la pazienza che tu gli hai donato
egli ha offerto la sua intera vita
per la difesa della dignita e della libertà umana
e per il servizio ai malati e ai poveri.
Guarisci, ti preghiamo, per sua intercessione,
le ferite delle anime e dei corpi di coloro che,
con fede e con amore, vengono a Te.
Come hai donato a lui un fervido amore per la Santa Eucaristia
e un coraggio invincibile di fronte alle avversità di questo mondo,
cosi dona anche noi, con il suo esempio,
il dono di essere fra gli uomini volti vivi della Tua bonta,
e di camminare con decisione e slancio sulle Tue sante vie.
Ti preghiamo ancora Signore, se è tua volonta,
di innalzarlo alla gloria degli Altari a lode della Tua gloria.
Amen.