Ricevo molte lettere in cui mi si chiede: cosa fa un frate?
Ebbene, fra le molteplici attività di cui un francescano può occuparsi nel nome del Signore che ama, vi è certo la cura e il dono di sé ai più poveri e abbandonati.
Al riguardo voglio partire da un recente fatto di cronaca. Padova ha infatti vissuto da poco un evento a dir poco singolare: migliaia di giovani e giovanissimi si sono ritrovati, per un’intera notte, in Prato della Valle (la più grande piazza cittadina) per un happening definito alla spagnola, “Il Bottelon”.
Di che si tratta? Un ritrovarsi spontaneo e auto organizzato, e propagandato da belle parole (è una festa, incontro, voglia di stare insieme, un nuovo modo di far politica ecc..); ma una parola fra tutte primeggiava: alcool, alcool, alcool! E se ne è visto a fiumi; una sbornia colossale! A detta dei giornali, il giorno dopo, la nottata pareva essere trascorsa senza situazioni particolarmente difficili da gestire: qualche coma etilico (sigh!), qualche ritiro patente, qualche arresto e nulla più. Tutto nella norma!
Girovagando anch’io incuriosito quella sera fra tanta gioventù che si dimostrava entusiasta ed euforica, non ho potuto non pensare a cosa fanno alcuni nostri frati nella Comunità San Francesco di Monselice (Padova).
Qui, con tanto amore e poco clamore, ormai da 30 anni, continuano ad occuparsi di centinaia di giovani coinvolti in situazioni di dipendenza da sostanze tossiche e da alcool. Una fenomeno quest’ultimo, spesso poco considerato o tollerato se non addirittura esaltato con simili parole: “l’alcool disinibisce, ti dà sicurezza, crea subito clima e senso di amcizia… ti scioglie… ecc…”.
Forse varrebbe la pena anche riflettere di più sulla diffusione dell’alcool fra i ragazzi e chiedersi con onestà quali ne siano i risvolti educativi e sociali, tenendone finalmente presenti gli effetti devastanti, specie per chi inizia a farne uso dalla giovinezza! I nostri frati di Monselice ne sanno qualche cosa: giovani dalle vite distrutte, famiglie spezzate, incidenti e malattie, dipendenza e schiavitù… dolore e tanta sofferenza…
A Monselice, con amore, i miei confratelli francescani cercano di ridare libertà e senso a dei percorsi lacerati, di ricostruire pazientemente identità frantumate, far rinascere la speranza… Cammini non facili, affidati alla gratuità e verità di un gruppo di francescani a cui stanno davvero a cuore i ragazzi, la loro vita e il loro futuro.
Se qualcuno vuole saperne di più , circa l’attività di questi religiosi veda il sito: http://www.comunitasanfrancesco.org/
Il Signore vi benedica.
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org