Quest’anno, anche noi postulanti, abbiamo potuto partecipare al convegno Giovani Verso Assisi ed è stata un’occasione per riscoprire il dono “scartato” lungo i nostri cammini: la speranza della nostra vocazione.
Ma quale speranza se non quella di un uomo assetato e bisognoso che ci viene incontro per chiederci la nostra misera acqua e per donarci in cambio la sua acqua viva? È quello che abbiamo vissuto nella prima giornata grazie alla frizzante relazione di Don Fabio Rosini incentrata sull’incontro tra Gesù e la Samaritana, e alla liturgia penitenziale nella quale, come il lebbroso, abbiamo accolto il dono della sua misericordia e una volta “guariti” siamo accorsi a ringraziarlo.
Per comprendere in pienezza il Dono scoperto è necessario tuttavia confrontarsi in primo luogo con il dono che è Gesù Cristo attraverso la Sua Parola, attraverso coloro che sono sua mediazione e poi con coloro che avendolo accolto ne testimoniano la sua presenza nella quotidianità. Infatti nel secondo giorno abbiamo ascoltato chi, nelle diverse vocazioni, ha risposto con generosità all’appello del dono nonostante le difficoltà che la vita può presentare come la perdita del marito o come l’imprevedibilità della missione in Venezuela.
Infine, dopo esserci confrontati con esso, siamo stati invitati ad accoglierlo grazie alla meditazione del brano dei discepoli di Emmaus guidata da Fra Gianni Cappelletto, nostro ministro provinciale. Anche per noi infatti Emmaus, come Assisi, rappresenta il luogo in cui Gesù cammina con noi per accompagnarci ad una vita piena non ripiegata su noi stessi e sui nostri progetti, ma aperta alla bellezza del Dono di Dio, che va oltre ciò che potremmo immaginare. Infatti, come ci ha ricordato Don Fabio, Dio non ci chiama ad un progetto a nostra misura, ma ad una sua opera.
Dio ci ha fatto il dono della vita e non accontentandosi ci ha dato la possibilità di viverla in pienezza. Come? Se accogliamo il Dono più grande che è Gesù Cristo, il dono della nostra vita viene reso pieno e completo. Infatti, la nostra vita diventa piena solo quando, una volta accolto il Dono di Gesù, a nostra volta come Lui ci doniamo, anche con fatica, agli altri.
Personalmente mi ha colpito l’estrema schiettezza di Don Fabio che, dopo la morte di suo fratello, ha scelto di non parlare più di “aria fritta” ma di cose concrete, reali, quotidiane, e in particolare mi è rimasta impressa una sua frase lapidaria: “La vocazione è come trovarsi di fronte ad un incendio: o si sceglie di spegnerlo o si fa finta di niente…”.
Un appello quindi a intervenire senza farsi troppi problemi perché si è di fronte ad un esigenza, ad una necessità, sicuri comunque che Dio ci vuole bene, che non ci vuole ingannare, e quindi ci farà capire se quella scelta è la cosa giusta o meno. Matteo Io invece, sono tornato al luogo dei regali, al “pozzo” dei francescani, al luogo grazie al quale ho preso scelte su come seguire Gesù nella mia vita: come il cammino con una guida spirituale (dopo gva 2008) e l’ingresso in convento (dopo un campo vocazionale).
Dio mi riempie di regali l’ha sempre fatto e ancora lo farà …l’unica cosa che mi chiede ora l’ho compresa maggiormente grazie alla relazione di Cosetta Zanotti, scrittrice bresciana che ha condiviso l’esperienza del dolore dopo la perdita del suo marito. Io sono chiamato a coltivare 2 giardini tra di loro complementari: più mi lascerò amare da Dio nel primo, coltivando la relazione con Lui, più nel secondo sarò capace di costruire relazioni piene di amore verso il prossimo.
Vincenzo – info@vocazionefrancescana.org