È Natale! Come ci sei arrivato? Sei stato di corsa e non hai nemmeno preparato un presepe o un albero di Natale? Ti sei preparato/a con cura e hai addirittura avuto modo di fare un piccolo ritiro? Non ti preoccupare: comunque tu arrivi, Dio nasce ed è con te come non te l’aspetti!
Sappiamo che i quattro Vangeli sono per certi versi complementari tra loro e presentano prospettive diverse dello stesso evento. Nella messa della notte di Natale, viene letto sempre il racconto della nascita scritto dall’evangelista Luca. Cos’ha di speciale il racconto di questo evangelista?
Gli esegeti, che studiano i vangeli in modo approfondito, ci fanno notare che nei primi capitoli Luca continua a giustapporre due figure, Giovanni il Battista e Gesù, creando così un confronto tra i due. Come Giovanni Battista, anche Gesù è annunciato da un angelo. Le condizioni in cui tutto questo accade però sono diametralmente opposte! L’annuncio della nascita di Giovanni è rivolto a Zaccaria, sacerdote, nel Tempo di Gerusalemme mentre svolgeva il suo servizio liturgico e la nascita di Giovanni avviene nella casa paterna avvolta dalla gioia dei parenti e amici, seguita da un canto di lode a Dio da parte di Zaccaria. Per Gesù tutto è molto diverso: l’annuncio della sua nascita è fatto a una ragazza in un paesino sconosciuto, Nazareth, e la nascita è ancora più anonima svolgendosi in condizioni precarie nel più grande nascondimento, con Giuseppe e Maria soli a Betlemme in un luogo di ripiego, senza persone care attorno, ma solamente dei poveri pastori.
Eppure leggendo i testi appare chiaro come non ci sia paragone tra questi due personaggi! Gesù è senza dubbio estremamente più importante! Sono le parole dell’angelo a dirlo in modo inequivocabile: solo di lui si dice che è “Figlio di Dio”, solo di lui si usa il termine “Salvatore“, solo di lui si parla di “Cristo” (quindi il Messia atteso per secoli dal popolo d’Israele), solo a lui ci si rivolge come “Signore“, solo lui è “Emmanuele“, Dio-con-noi!
Ma com’è possibile?!? Un contrasto così grande tra luoghi, situazioni, condizioni e una realtà che è ben più importante, grande e significativa di quanto appare! Un paradosso che, se ci facciamo caso, anche oggi come allora è difficile da accettare e da accogliere. Dio nasce nel disagio, Dio nasce senza dare nell’occhio, Dio nasce senza apparenze che siano in grado di manifestare la sua presenza… Luca ci rende possibile andare oltre all’apparenza solo grazie alle parole di un angelo che ci forniscono un’adeguata lettura della scena. Sono infatti gli angeli ad aprire gli occhi dei pastori per donare loro gioia e permettere di cogliere in quel segno povero del bambino adagiato in una mangiatoia la presenza di Dio che entra nella vita del popolo d’Israele e compie promesse! L’attesa è finita: Dio è e rimarrà sempre con noi, uomo come noi!
Dio si fa presente non in una storia perfetta che parla di Lui in modo chiaro, inequivocabile, ma in una storia che apparentemente non ha nulla a che fare con Lui! Possa il Natale di Gesù Cristo aprirci lo sguardo per riconoscere il suo passaggio in quelle pieghe della vita che apparentemente non possono accogliere Dio, che sembrano non essere degne di Lui né adeguate a parlare di Lui… proprio come quella mangiatoia non è degna di nessun bambino, tanto meno di Dio! Lui però desidera entrare proprio in quei luoghi così apparentemente distanti da Lui e trasformare quelle esistenze per sempre!
Auguri di un santo Natale a tutti e tutte voi!
fra Damiano – fradamiano@vocazionefrancescana.org
















