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Home discernere

Lo “scanner” interiore

Un esercizio per te in 4 step

fra Nico Melato di fra Nico Melato
16 Febbraio 2024
in ascoltare e pregare, discernere, umanizzarsi
2

Cos’è che ci portiamo dentro? Di cosa sei fatto/a dentro di te? Quante cose porti con te ogni giorno nella tua “valigia del cuore”? Ecco un piccolo esercizio per provare a comprenderlo: lo “scanner” interiore.

Un mondo dentro di te

Che tu sia una persona riflessiva e introspettiva oppure molto distratta, in ogni caso ti sarai reso/a conto che dentro di te c’è un sacco di roba. Che ci piaccia o no, ci portiamo dentro di tutto.

A volte tutta questa roba si fa sentire molto bene, altre volte giace in un’apparente tranquillità… ma tutti sappiamo che c’è. È sufficiente coricarsi a letto alla sera, spegnere la luce, staccare il cellulare, ed ecco che subito emergono pensieri, sensazioni, immagini, voci…

C’è un mondo dentro di te. Un intero universo, fatto di tante cose diverse, a prescindere da ciò che noi vogliamo o non vogliamo metterci dentro. A prescindere da quanto lo vogliamo ascoltare o meno.

Puoi vivere facendo finta che non ci sia. Oppure puoi provare ad esplorare un po’ questo microcosmo che abita dentro di te. E quando inizi a farlo, allora cambia tutto. Allora cominci a comprendere tante cose della tua vita. Allora lentamente la nebbia inizia a diradarsi e compare un sentiero su cui camminare…

Ma come fare? Come ascoltarsi dentro? Come scoprire cosa ci abita nel profondo? Domande grandi quanto una vita… Qui mi limito a proporti un piccolo e semplice esercizio. Se vuoi, prova!

Lo “scanner” interiore in 4 step

1) Prenditi un tempo di silenzio

Prenditi un tempo per te, di silenzio e solitudine: già questo, so bene che non è facile, per esperienza personale. Se vuoi dei consigli chiari e concreti su come fare, ti consiglio di leggere questo articolo su come ci si prepara a pregare, potrà esserti molto utile (sì, il “pregare” e l'”entrare in noi stessi” hanno molte cose in comune…).

2) Entra in te stesso/a

Quando sei riuscito/a a fare silenzio, prova ad ascoltare, a guardare, a sentire ciò che piano piano emerge da dentro di te. Ferma ogni giudizio, lascia andare ogni preconcetto, limite o pregiudizio. Semplicemente apri la porta e comincia con calma ad accorgerti di ciò che c’è.

Troverai tante e tante cose. Lascia a ciascuna di esse il diritto di esserci, il diritto di esistere dentro di te. Accoglierai alcune cose con il sorriso, altre con ribrezzo. Alcune con gioia, altre con grande paura. Va benissimo. Ma lascia che tutte possano esserci e ascolta ciò che hanno da dirti, indipendentemente da ciò che ti suscitano.

3) Fai l’appello

E piano piano prova a comporre una sorta di inventario di ciò che trovi dentro. Provo a darti qui un elenco di massima, che ti può essere di aiuto (certamente incompleto e non esaustivo) per fare come una specie di appello. Cosa c’è dentro di me, cosa viene a galla?

  • C’è anzitutto la mia voce, quella proprio mia; ma questa non è una sola; dentro di me la sento smontata in tanti volti diversi della mia personalità (il me arrabbiato, il me triste, il me euforico, il me rassegnato, il me impaurito, il me ansioso, il me vuoto e inerte…).
  • Ma ci sono anche tante altre voci e volti: di chi vive con me (famiglia, sposo/a, compagno/a, coinquilini…); delle persone che ho accanto nel posto di studio/lavoro (compagni, colleghi, professori, capi, sottoposti, superiori…); delle persone che sono importanti per me (famigliari, fidanzato/a, amici, punti di riferimento…); di chi ho sentito parlare durante la mia giornata (chi seguo sui social, chi ho incrociato per caso, chi mi ha rivolto la parola, chi parlava con qualcun altro…); persino di tanti personaggi fantasiosi, generici, stereotipati; e mettiamo pure anche quella di Dio (nella preghiera, nelle celebrazioni, nella Parola…) e di chi mi accompagna dal cielo (i santi che sento vicino e i miei cari defunti).
  • Ci sono poi i pensieri, di tanti tipi e segni diversi: quelli ragionati e razionali, quelli istintivi e potenti; quelli certi e stabili che mi accompagnano per lungo tempo, quelli improvvisi e inaspettati che sorprendono persino me; quelli che sento proprio miei, a cui sono affezionato/a, quelli che mi sembrano estranei e non so nemmeno perché ci siano in me; quelli superficiali e “facili”, quelli profondi e convincenti; quelli semplici e intuitivi, quelli complessi che mi sfuggono fra le mani.
  • E poi troviamo le immagini: anche qui, quanta varietà… le immagini che ho visto durante la mia giornata, dal vivo e su uno schermo; le immagini che mi porto dentro dalla mia storia; le immagini di ciò che ho vissuto in prima persona, ma anche quelle dei racconti di altri; immagini vere e reali, ma anche fantasiose e misteriose; immagini che provengono dai miei sogni e incubi; immagini che si ancorano ad un ricordo preciso e altre che non so da dove vengano; immagini recentissime, di oggi, ma anche antichissime, dei miei primi anni di vita; immagini nitide e chiare, altre sfocate, cangianti, indefinibili; immagini che assomigliando a fotografie statiche, altre che diventano video in movimento, e persino film interi; alcune sono così complete da riportarci anche gli odori, i sapori, la sensazione di caldo o freddo, la sensazione di un abbraccio o di una caduta nel vuoto…
  • Non dimentichiamo quindi le sensazioni: anche queste ritrovo dentro di me, di segno e intensità fra le più disparate; emozioni, sentimenti, istinti, percezioni epidermiche…; qui la lista sarebbe infinita, fino ad abbracciare ogni livello di intensità, di colore, di direzione, di forma, di durata… (qui un articolo sulle emozioni e il loro ruolo dentro di noi).

Fermati lentamente su ciascun aspetto che emerge. Non avere fretta di scappare via. Probabilmente il tempo che hai a disposizione per oggi non ti basterà. Non temere, potrai tornarci un’altra volta.

Annota ciò che senti, ciò che trovi, ciò che scopri, ciò che vedi (forse puoi farlo sul tuo diario spirituale: qui trovi un articolo che ti spiega cos’è e come usare questo strumento).

4) Concludi ringraziando e restituendo

Quando il tempo che ti sei dato sta per scadere, fermati. Prenditi un attimo di respiro. Prova a definire con 3 sole parole ciò che senti in questo momento, al termine di questo momento di “scanner” interiore: quale emozione emerge come prevalente? Annotala al termine del tuo elenco di oggi.

Infine restituisci ogni cosa al Signore e non temere nulla: Lui è con te e ama, accoglie, benedici, risana ogni cosa che hai trovato dentro di te! Non sei solo/a, sei amato/a e custodito/a, sempre! Ringrazia di ciò che oggi ti ha dato di vedere della tua interiorità. E, se ne senti il bisogno, parlane con la tua guida spirituale: ne trarrai grande beneficio!

Conclusione

Cosa ne pensi di questo esercizio? Ti può essere utile? Prova e poi dimmi com’è andata! Noi frati ti accompagniamo con la preghiera.

Il Signore è grande!

fra Nico – franico@vocazionefrancescana.org

Tags: preghieratemi di discernimento
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Franciscanos - Emoções: amigas ou inimigas das nossas escolhas?
10 Giugno 2024 10:00

[…] Antes de mais escutar-se: o primeiro passo é sentir as próprias emoções, reconhecê-las, dar-lhes um nome. Nunca poderia perceber o que fazer de uma emoção se não a sinto e não a sei reconhecer. Não importa ainda se seja agradável ou desagradável, nem se seja útil ou danosa. Qualquer emoção deve em primeiro lugar ser reconhecida por aquilo que é. Essa nunca é em si mesma nem boa nem má (aqui encontras um exercício prático para aprender a escutar-se). […]

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Franciscanos - O que significa “fazer discernimento”?
13 Marzo 2024 10:25

[…] artigo sugiro-te um pequeno exercício que te ajuda a tomar contacto com este teu mundo, “o scanner interior”: experimentar para […]

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