Il Vangelo di Luca al capitolo 18 ci propone una parabola per farci meglio comprendere l’importanza della preghiera. Sull’esempio di Gesù e di san Francesco d’Assisi apriamoci ad una preghiera incessante e sincera che il buon Dio ascolterà.
Dal Vangelo di Luca (18, 1-8)
In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente.
Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?»

San Francesco, uomo “tutto trasformato in preghiera”
Credo che tutti noi abbiamo potuto conoscere e sperimentare in molte occasioni il valore e la bellezza della preghiera. Certamente, pur riconoscendone la necessità e l’utilità, tutti conosciamo anche la fatica e l’impegno a mantenerci perseveranti in essa.
Nelle così dette “Fonti Francescane” (FF), l’insieme delle più antiche biografie e testimonianze riguardanti San Francesco, ritroviamo innumerevoli rimandi alla sua intensa e incessante vita di preghiera e precisi suoi richiami rivolti ai frati perché siano fedeli e costanti in essa:
- Nella Regola non bollata , proprio citando il Vangelo di Luca, così si esprime: «E adoriamolo [Dio] con cuore puro, “perché bisogna pregare sempre senza stancarsi mai”; infatti “il Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano, bisogna che lo adorino in spirito e verità”» (FF 61).
- Nella Lettera ai fedeli, troviamo la stessa esplicita sottolineatura: «Ed eleviamo a lui [Dio Padre] lodi e preghiere giorno e notte, dicendo: “Padre nostro, che sei nei cieli”, poiché bisogna che noi preghiamo sempre senza stancarci» (FF 188).
- Questi inviti e richiami, erano sostenuti e resi credibili dal suo stile di vita esemplare e radicale. Così racconta di lui, il Celano, suo biografo: «Spesso , (Francesco) senza muovere le labbra, meditava a lungo dentro di sé e, concentrando all’interno le potenze esteriori, si alzava con lo spirito al cielo. In tale modo dirigeva tutta la mente e l’affetto a quell’unica cosa che chiedeva a Dio: non era tanto un uomo che prega, quanto piuttosto egli stesso tutto trasformato in preghiera vivente» (FF682).
Sull’esempio di Francesco chiediamo anche noi la grazia di questa fede tenace e perseverante, di una vita di preghiera intensa, continua, trasformante. Lui ci ha mostrato una via possibile, a noi seguirlo e imitarlo.
fra Alberto – info@vocazionefrancescana.org