Domani, domenica 23 ottobre, è la Giornata Missionaria Mondiale, giorno in cui tutta la Chiesa presa per le missioni e si adopera per aiutare tutti i missionari, sparsi nei 5 continenti.
Ma durante tutto il mese di ottobre, il Mese Missionario per eccellenza (qui il materiale preparato da Missio Italia), siamo invitati a pregare in modo particolare per tutti i missionari e, più in generale, per tutti coloro che testimoniano il messaggio di Cristo.
Per noi, frati francescani, la missione è uno dei pilastri del nostro carisma. Ma lo sai che san Francesco esitò per un po’ tra una vita di preghiera e una vita di missione? E lo sai che si sentiva più attratto dalla prima e che l’unica cosa che gli faceva pensare alla seconda era l’esempio di Cristo?

Vediamo come ha vissuto questo difficile discernimento dalle parole della Leggenda Maggiore di San Bonaventura:
“Fratelli miei, cosa mi consigliate, qual è la vostra opinione? Devo dedicarmi alla preghiera o andare di città in città a predicare? Perché in fondo sono un povero piccolo uomo semplice, senza eloquenza, più dotato per la preghiera che per la predicazione.
Nella preghiera si ottengono e si accumulano grazie, mentre la predicazione è, per così dire, distribuzione dei beni ricevuti dal cielo. Nella preghiera purifichiamo tutti gli impulsi della nostra anima […] mentre nella predicazione anche il nostro spirito finisce per avere come il corpo “i piedi ricoperti di polvere” […]. Nella preghiera, infine, parliamo a Dio e lo ascoltiamo, […] mentre la predicazione ci costringe a metterci sempre al livello degli uomini e a vivere come loro, a pensare, a vedere, a parlare e ad ascoltare come loro…
Ma contro tutti questi benefici della preghiera, c’è un argomento che, è che l’unigenito Figlio di Dio, Sapienza suprema, ha lasciato il seno del Padre per la salvezza delle anime, per darsi al mondo come esempio, per parlare agli uomini il Verbo che salva, per dare loro il suo sangue come riscatto liberatorio, come bagno purificatore e come bevanda fortificante: non ha tenuto nulla per sé, ma ci ha dato tutto per salvarci. E poiché dobbiamo imitare le sue azioni, […] mi sembra che la cosa più gradita a Dio sia che lascio la calma della mia cella per andare a lavorare e predicare”.
Per diversi giorni continuò il dialogo con i suoi fratelli senza riuscire a formarsi una certa convinzione sulla scelta che sarebbe stata più gradita a Cristo. […] Da vero frate Minore, non esitava a chiedere a persone semplici un consiglio minimo. Cercando in che modo, con quali mezzi avrebbe potuto servire Dio in modo più perfetto come Dio stesso voleva essere servito, tale era la sua costante preoccupazione. […]
Designò due fratelli e li mandò a frate Silvestro […] per chiedergli a nome del Signore di cercare la soluzione secondo la volontà di Dio. Chiese anche a Chiara, la vergine santa, di conferire con la più pura e semplice delle sue sorelle e di pregare con tutte le altre, per conoscere la volontà del Signore.
L’unanimità è stata meravigliosa: entrambi, sotto l’ispirazione dello Spirito Santo, hanno interpretato così il beneplacito di Dio: “l’araldo di Cristo deve andare a predicare in tutto il mondo“. Quando i frati, al loro ritorno, gli ebbero trasmesso la volontà di Dio così come era stato loro affidato il messaggio, Francesco subito si alzò e, rimboccando la veste, si avviò subito, senza un attimo di tregua. Avanzava con gioia per obbedire ai comandi di Dio e camminava a grandi passi, come se avesse acquisito, sotto l’influsso del Signore, rinnovata forza.
Il Signore ci dia, per intercessione di san Francesco d’Assisi, il dono del discernimento per comprendere la missione particolare a cui il Signore ci chiama e la forza necessaria per compierla «immediatamente».
i frati di Francia-Belgio – info@vocazionefrancescana.org
[Qui l’articolo originale in francese]
