Sono davvero tanti gli stereotipi e i luoghi comuni che l’immaginario collettivo affibbia alla vita di noi frati francescani. Oggi ne affronto un altro altrettanto presente: “che i frati pregano sempre”.
“Ma è vero che i frati pregano sempre?”. Chi ti fa questa domanda di solito ha in faccia due espressioni:
- o la fronte corrucciata di chi davvero non capisce il senso di perdere tutto quel tempo così!
- oppure le labbra socchiuse dallo stupore di chi pensa di avere davanti un supereroe…
Lo voglio dichiarare subito: no, noi frati non preghiamo sempre!
O, meglio, bisogna che ci capiamo… Sentite cosa scrive di San Francesco uno che l’ha conosciuto personalmente, Tommaso da Celano (il suo primo biografo):
«Francesco cercava sempre un luogo appartato, dove potersi unire non solo con lo spirito, ma con le singole membra, al suo Dio. E se all’improvviso si sentiva visitato dal Signore, per non rimanere senza cella, se ne faceva una piccola col mantello. E se a volte era privo di questo, ricopriva il volto con la manica, per non svelare la manna nascosta. […] Infine, se non gli era possibile niente di tutto questo, faceva un tempio del suo petto. […] Dialogava spesso ad alta voce col suo Signore: rendeva conto al Giudice, supplicava il Padre, parlava all’Amico, scherzava amabilmente con lo Sposo. In tale modo dirigeva tutta la mente e l’affetto a Dio: non era tanto un uomo che prega, quanto piuttosto egli stesso tutto trasformato in preghiera vivente» [2Cel 94; FF 681]
Questa frase finale dice già tutto! “Non uno che prega, ma una preghiera vivente”! Non uno che rinuncia a vivere per sforzarsi a pregare, ma uno che vive facendo della vita una preghiera… Non si capisce? Provo a spiegarmi…
Per noi frati francescani la preghiera è uno dei tre pilastri fondamentali della nostra vita (assieme alla fraternità e al servizio): non c’è vita francescana senza preghiera! (Beh, in realtà non c’è vita cristiana senza preghiera…).
Per questo più volte al giorno ci ritroviamo insieme a pregare (per celebrare la Messa e la “Liturgia delle ore”, cioè Lodi, Vespri, ecc…), e ciascuno di noi ogni giorno cerca anche di custodire gelosamente almeno un tempo di preghiera personale, per gustare il brano del Vangelo del giorno, per stare insieme al Signore Gesù a tu per tu, mettendo da parte tutto il resto. Questa è la sorgente della vita, non ce n’è (ne può esserci) un’altra! Senza di Lui, cosa volete che facciamo? Proprio niente…
Attorno a questi spazi preziosi (la preghiera comunitaria e quella personale) orbitano le altre cose che ci tengono occupati ogni giorno: la vita fraterna e i servizi. Questo per dire che (come Francesco stesso) anche noi frati facciamo molte cose oltre a “pregare”, ma il nostro desiderio è di sentirci in ogni momento in compagnia del Signore Gesù, così che tutto sia in qualche modo preghiera…
Lo so, adesso starai pensando che sto un po’ esagerando: “Essere una preghiera vivente? E come si fa?”
Certo, nessuno di noi è san Francesco! Posso dire, per esempio, che quando in cucina mi metto a lavare i piatti scherzando con un mio confratello, non è che in quel momento ho proprio in mente il vangelo del giorno… però immagino che il Signore sia lì a ridere con noi…
Sì, non siamo san Francesco, però ci fa bene sentire come lui stava con Gesù in ogni momento, e metterci anche noi in cammino, non per imporci artificiosamente di parlare sempre a Gesù o di Gesù, ma per sperimentare a poco a poco la sua presenza discreta, silenziosa (persino assente!) e permetterci di “giocare con lui”, anche mentre sono seduto a questa scrivania scrivendo al pc questo post…
Così scrive ancora di Francesco il suo biografo, Tommaso da Celano:
«I frati che vissero con Francesco sanno molto bene come ogni giorno, anzi ogni momento affiorasse sulle sue labbra il ricordo di Cristo; con quanta soavità e dolcezza gli parlava, con quale tenero amore discorreva con Lui. La bocca parlava per l’abbondanza degli affetti del cuore, e quella sorgente di amore che lo riempiva dentro, traboccava anche di fuori. Era davvero molto occupato con Gesù: Gesù portava sempre nel cuore, Gesù sulle labbra, Gesù nelle orecchie, Gesù negli occhi, Gesù nelle mani, Gesù in tutte le altre membra. […] C’è di più, molte volte, trovandosi in viaggio e meditando o cantando Gesù, scordava di essere in viaggio e si fermava a invitare tutte le creature alla lode di Gesù!» [1Cel 115; FF 522]
Che il Signore dia a ciascuno di noi di vivere le nostre giornate così, a contatto con Lui, sempre. E gustare come tutte le cose ordinarie della vita assumono così un colore e un gusto totalmente diverso!
Che ne pensi di questo luogo comune su noi frati? Scrivilo nei commenti! E se hai altre domande, scrivimi pure usando il form “Un frate risponde” che trovi qui a lato o qui sotto, oppure sulla mia mail.
A presto, una preghiera!
fra Nico – franico@vocazionefrancescana.org
PS: Qui trovi tutti i 7 luoghi comuni su noi frati francescani! Qui invece il post origina su Bibbia Francescana.
[…] (articulo extraído del blog Vocación Franciscana) […]