Si è celebrata da poco la giornata di preghiera per le vocazioni. Vocazione: una parola dal significato spesso incerto, talvolta temuta se non rifiutata. In un bel video, i volti di alcuni giovani consacrati ce la illuminano e spiegano.
L’ambiguità di una parola
Circa la vocazione, in particolare quella alla consacrazione religiosa (diventare frate, suora, missionari..) c’è spesso tanta confusione insieme a vari pregiudizi che ne impediscono un approfondimento e un approccio sereno. Non è raro che talvolta sia intesa come una camicia di forza, imposta dall’alto, da un Dio padrone che ha già deciso tutto per noi; oppure una sorta di lavoro, un fare, un mestiere “sacro” in cui si è ingaggiati e intruppati; oppure un luogo sicuro e protetto per persone un pò “sfigate”, e incapaci di “stare al mondo”.
Poveri alla sequela di Gesù
A volte l’incomprensione è stata determinata, purtroppo, dalla mediocre se non addirittura cattiva testimonianza di noi religiosi stessi; nel nostro comunicare un modo di essere triste, appassito e ingessato, non illuminato dalla gioia e dalla fede e dalla libertà di Gesù Risorto in mezzo a noi, come dovremmo invece sempre cercare di vivere e trasmettere. Da un cammino di conversione continua, dunque, come potete ben capire, neppure noi religiosi siamo esonerati! Anzi!
La nostra chiamata, infatti, è sempre un po’ una sfida, una lotta, un continuo adeguarsi esigente e appassionato al Vangelo e alla sequela di Gesù da percorrere ogni giorno, pur con l’intero bagaglio personale di limiti e peccati che ci accompagna. Ma tutto questo fa anche intuire come la vocazione non sia un qualche cosa che da soli ci si possa dare, nè tanto meno nasca da meriti o punteggi acquisiti.
Un dono da accogliere
Essa scaturisce invece sempre e solo dalla Grazia del Signore: è un dono, uno sguardo che viene dall’Alto da accogliere e coltivare e a cui siamo chiamati a rispondere con le nostre povere forze, e non certo perché già bravi o santi o perfetti. La nostra vita: una continua tensione fra i radicali ideali del Vangelo e la povera umanità con cui ciascuno di noi fa i conti. Non siamo pertanto noi frati e suore “i meglio” cristiani per definizione, ma prima di tutto poveri alla sequela di Gesù che solo può dar senso alla nostra piccola vita!!!
Dunque, capite bene, come in questo cammino noi religiosi abbiamo così bisogno anche dell’aiuto di ciascuno di voi, della preghiera reciproca: voi per noi, noi per voi!
L’eloquenza di un volto
La consapevolezza della propria povertà è alla base di ogni discernimento vocazionale autentico: solo così infatti, il Signore risalta ed emerge nella sua centralità per la nostra vita, è il “di più” a cui tendere, l’amore da accogliere e condividere, oltre ogni nostro individualismo e pretesa di autosufficienza.
Di seguito trovate un bellissimo video con alcuni testimonianze di consacrati, presenti nella Diocesi di Padova, fra cui alcuni nostri giovani frati, studenti in teologia. Al di là delle parole espresse, mi hanno alquanto colpito i loro volti, capaci di rivelare quel di più, quell’Amore, spesso inesprimibile che sta alla base di una scelta tanto forte e alternativa. Possa il Signore regalare anche a ciascuno di voi volti tanto eloquenti.
Al Signore Gesù sempre la nostra Lode.
Fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org