Parlando ieri in basilica con un giovane francese, Vincent, della nostra vita di frati francescani, questi, pur restando da un lato sorpreso, dall’altra ha concluso che la nostra vocazione, che fare il frate “è da pazzi”, ed è una scelta assurda e triste per un ragazzo.
Frati fuori di testa
Con Vincent, ci siamo lasciati in amicizia. Mi ha promesso però che verrà a trovarmi perché vuole capirci qualche cosa di più. Ma… che la scelta di diventare frate, sia un pò “fuori di testa”, è proprio la verità, soprattutto in questo nostro contesto sociale, almeno apparentemente così distante ed estraneo da una vocazione così radicale. In realtà questo giudizio sui frati è molto più antico.
San Francesco, il “folle” di Dio
Il primo bollato come “fuori i testa”, infatti, è nientemeno che il fondatore dell’ordine, San Francesco d’Assisi, travolto da un innamoramento “folle” nei confronti di Dio. Il suo modo di agire e di parlare, come poi quello dei suoi compagni, è da subito assolutamente nuovo e originale, caratterizzato dalla gioia del Vangelo e dalla forza prorompente di un modo nuovo di testimoniare e comunicare la fede, di stare fra le gente.
Erano poveri e felici, erano lieti di avere scoperto nel Signore il tesoro più grande del mondo; erano contenti di vivere insieme e di comunicare a tutti, proprio a tutti, la gioia di un incontro con Gesù che aveva cambiato la loro vita ed esaltato la loro giovinezza.
E questo loro fare così alternativo lasciava stupefatti i contemporanei e alquanto li provocava e interrogava.
Per rallegrare il mondo
Francesco voleva che i suoi frati fossero sempre allegri e sereni. Li chiamava i “giullari di Dio“ e li esortava ad evitare la “pessima malattia della malinconia“ mostrandosi invece in ogni situazione “lieti e graziosi”. Il Signore, infatti, ripeteva spesso il Poverello, li aveva scelti “per andare nel mondo a rallegrare gli uomini e a muoverli a santa letizia”.
I frati sono dunque, da sempre, a buon ragione “i pazzi di Dio“; chiamati nel suo nome a “rallegrare il mondo“ e nulla deve essere loro di ostacolo o di impedimento nell’annunciare e testimoniare a tutti l’amore del Signore. E’ questo amore debordante e folle che guida il Poverello d’Assisi a baciare e servire i lebbrosi, a vivere in povertà, a portare ovunque la pace, ad incontrare il Sultano ed ogni persona in mitezza, a proclamare la fratellanza universale, a mangiare con i briganti, a predicare anche agli uccelli, ovunque e in tutto e in tutti sempre riconoscendo l’azione amorevole di Dio.
Sulla scia di Francesco, innumerevoli saranno poi i suoi seguaci; alcuni famosi e amati come S. Antonio di Padova insieme a tanti altri fraticelli sconosciuti e semplici, ma sempre uniti dalla comune follia per il Signore.
Anche tu in questa compagnia di pazzi?
Se dunque caro giovane, anche tu , pensi di essere un poco “fuori di testa”, e che la gioia del Vangelo meriti di essere vissuta e comunicata a tutti, non ignorare l’invito a dedicare la tua vita al Signore!
Vieni, c’è posto anche per te.
Si cercano giovani audaci e ardenti, appassionati e gioiosi. Si tratta, infatti, di
“andare nel mondo a rallegrare gli uomini e a muoverli a santa letizia”.
Al Signore Gesù sempre la nostra Lode.
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org

Anche Gesù fece delle affermazioni da esser preso per pazzo. Come ad esempio: Io e il Padre siamo una sola cosa. Dichiarazione che spinse i sommi sacerdoti a volerlo morto. Anche Francesco era considerato un pazzo per l'amore sviscerato verso Dio e tutte le sue creature. Se i risultati di questa pazzia sono così meravigliosi, che ben venga anche'io avrei desiderato esserlo. Giovani abbandonatevi a Gesù esultare e gioite con Lui e siate fieri della vostra pazzia.