Anche in questo difficile tempo, pur se provati e costretti a tanti limiti, rimaniamo liberi nella nostra vita interiore. Abbiamo, infatti, costantemente la possibilità di decidere se subire questa situazione oppure scegliere come affrontarla.
Prigionieri
In questi ultimi giorni, il corona virus è tornato purtroppo a colpire tante persone, costringendo alla chiusura alcune regioni e avviando per tutti una serie di restrizioni che condizionano pesantemente il nostro vivere quotidiano (scuole, locali, incontri, relazioni,,,).
E così ci si ritrova, ancora una volta un po’ prigionieri: nelle nostre case, nelle nostre ansie, nelle nostre paure. Da un lato forse maggiormente consapevoli delle nostre debolezze, ma insieme desiderosi di vedere terminare al più presto questa nostra “finitezza” che ci infastidisce e opprime.
Non è certo piacevole per nessuno scoprirsi sottomessi al potere di un invisibile quanto infido virus, vedersi limitati nella propria libertà, sentirsi in grande precarietà su vari fronti, subire gli sguardi sospettosi e circospetti degli altri perchè diventati orami reciproci possibili untori.
Un po’ tutti credo, ci si è anche ritrovati a sperimentare sentimenti di ribellione se non di disperazione, chiedendoci come potremo soddisfare alcuni bisogni che consideriamo fondamentali: sicurezza lavorativa ed economica, libertà relazionale ed emotiva, protezione delle nostre vite e di quelle dei nostri cari. Pensieri di questo tipo sono molto normali e comprensibili; fanno parte della nostra condizione umana.
Subire o scegliere?
Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che, anche se provati e costretti a tanti limiti, rimaniamo liberi nella nostra vita interiore. Abbiamo, infatti, in ogni momento la possibilità di scegliere tra un SUBIRE questa situazione o scegliere come AFFRONTRLA. Possiamo lasciarci travolgere da essa passivamente, magari commiserandoci e “piangendoci addosso” oppure, scegliere-decidere di rendere questo tempo così anomalo e difficile, comunque e nonostante tutto, un periodo fecondo. Un tempo capace di offrire frutti inediti e mai esplorati, momento opportuno per crescere e maturare, occasione per affrontare – anche vocazionalmente – passi forse sempre rimandati o mai veramente esplorati.
La parte migliore
Al riguardo, ci può essere di aiuto e guida riascoltare la Voce di Gesù che, quando viene accolto nella casa di Marta e Maria (Lc 10, 38-42), così si rivolge a Marta (tutta preoccupata e agitata nel fare e a preparare a differenza dell’altra sorella che stava ai suoi piedi in ascolto):
«Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c’è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta» (Lc 10, 41-42).
Dunque, al di là delle nostre inquietudini e “preoccupazioni” nell’attraversare questo periodo, potremmo chiederci finalmente cosa ci è profondamente necessario; di che cosa abbiamo davvero bisogno; cosa è veramente essenziale per noi stessi; come vivere questo tempo comunque senza perdere il senso e il significato che desideriamo dare a ciò che facciamo e all’intera nostra vita.
Un momento pertanto che può suggerirci anche una ricerca e una risposta vocazionale più schietta e autentica, non più rimandando domande e scelte come forse abbiamo fatto troppe volte in tempi “di sazietà” e “benessere”, dove ci era più facile scappare e nutrirci di altro. Come sono vere al riguardo le parole del salmo:
«L’uomo nella prosperità non comprende, è come gli animali che periscono» (Sal 49,21).
Un tempo per amare
E perché non accogliere questo tempo anche con il Salmo 89, formulando noi pure questa richiesta:
«Saziaci al mattino con la tua grazia: esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni» (Sal 89, 14).
Al Signore Gesù sempre la nostra lode.
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org
O Signore, riempici ogni mattino del tuo amore,
fa che trascorriamo i nostri giorni
nella gioia e nella letizia.
Testo ispirato ad un articolo di Barbara Walter, de la communité du Centre spirituel jésuite Penboc’h