Continua il nostro percorso sulla vocazione francescana a confronto con l’esperienza di Francesco d’Assisi. Oggi parliamo dell’incontro con Cristo.
Siamo ormai a pieno titolo dentro la Quaresima Francescana (che cos’è? vedi il primo post di questa serie, trovi il link in fondo all’articolo). Ed entriamo anche a pieno titolo dentro l’esperienza di conversione e vocazione di san Francesco d’Assisi.
Dopo l’evento dell’incontro con il lebbroso (prima tappa), oggi infatti giungiamo a quell’incontro diretto con Cristo che cambiò per sempre la sua vita.
Ecco allora come ogni mercoledì una nuova tappa di questo percorso.
Vi lascio allora alle parole di padre Alberto: buon viaggio a tutti!
fra Nico – franico@vocazionefrancescana.org
La Croce: essere poveri
E io così semplicemente pregavo:
Ti adoriamo Signore Gesù Cristo,
in tutte le chiese che sono nel mondo
e ti benediciamo
perché con la tua Croce
hai redento il mondo.
Dall’incontro con il lebbroso – volto sofferente di Cristo povero e abbandonato – nasce l’innamoramento di Francesco per la Croce. Egli, che fin allora si era accontentato dei frutti dell’albero del peccato, ora riconosce l’infinita dolcezza dei frutti dell’albero della vita. Nelle chiese, grandi o piccole, maestose o diroccate, ricerca l’incontro con il Crocifisso, adora e benedice la presenza di Dio, accoglie il dono della vita nuova in Cristo, con tutte le sue prospettive.
Anche se i lebbrosi sono certamente presenza di Cristo crocifisso accanto a noi, Francesco vuole
incontrarlo personalmente. Francesco non è l’uomo che ha fatto tanto per i poveri – non ha creato nessuna istituzione benefica! – ma colui che si è fatto povero. Non un cercatore di Cristo, ma colui che ha incarnato Cristo nella propria vita.
Il Signore non chiama a fare, ma ad essere! Anche le opere più sante possono essere fatte dagli schiavi…
Dio ti chiama, innanzi tutto, ad essere suo figlio, redento dal sangue di Cristo!
La mediazione dei sacerdoti
Il Signore mi dette una grande fede nei sacerdoti… in essi io riconosco il Figlio di Dio.
Per quanto Francesco ed ognuno di noi possa incontrare Dio in tante situazioni della vita, la sua presenza reale ed incontestabile – poiché da Lui stessa certificata – è quella manifestata nella Sacra Scrittura e nel pane e nel vino che, per mezzo dei sacerdoti, sono Parola di salvezza e vero corpo e sangue di Cristo.
È talmente alto, sublime e unico il sacramento del sacerdozio ministeriale, che permette a delle fragili creature di agire in persona Christi, che Francesco riserverà per essi una devozione e un rispetto filiale, mai lamentandosi di essi, anche quando ce ne fossero stati i motivi.
Infatti per Francesco sono unicamente essi, per quanto possano essere peccatori come ogni uomo, di cui Dio si serve per farsi ogni giorno nostro cibo e nostra bevanda, per riconciliare i peccatori, per concedere tutta la sua Grazia mediante i sacramenti e la Parola di vita.
- E tu, cosa pensi del sacerdozio e dei sacerdoti?
- Pensi che Dio possa servirsi anche di te per rendersi ancora oggi presente nel mondo?
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org