Ecco la prima scena della Tavola del Maestro di santa Chiara, che ci racconta l’inizio dell’esperienza di Chiara, la nascita della sua vocazione.
Oggi suor Maria Francesca, giovane consacrata del monastero del Noce di Camposampiero (Pd), ci parla della prima scena. Buona lettura!
fra Nico – franico@vocazionefrancescana.org
Vedi qui tutti i post della serie La Vocazione di santa Chiara

Iniziamo dunque a scoprire insieme la prima vignetta. C’è un sacco di gente! Ma al centro, sotto l’arco (dietro è riprodotta la città di Assisi), due figure si guardano solennemente. A sinistra la nostra protagonista, giovane di circa 18 anni; a destra il vescovo nell’atto di consegnarle un ramoscello d’ulivo. Cosa sta succedendo?
Siamo nel 1211 o 1212, la domenica delle Palme. Ecco perché tutti quei ramoscelli. L’artista vuole incominciare a raccontarci Chiara partendo dalla sua libera scelta di seguire il Signore.
I retroscena
Nobile di famiglia (che abito rosso sfolgorante!), abituata dalla madre Ortolana a occuparsi dei più poveri della città, sente parlare di Francesco, un pazzo, letteralmente un pazzo da legare, che da pochi anni aveva lasciato tutto per vivere proprio come un povero. No, no, uno non fa una scelta del genere per pazzia – si sarà detta – qui c’è qualcosa di molto più prezioso, un tesoro molto più importante… forse lo stesso che sto cercando anch’io…
Un po’ colpa di Francesco
Francesco era diventato “semplicemente” e “totalmente” di Dio. E quanto la attirava questa sua scelta!!
Inizia ad avere con lui colloqui frequenti, sempre accompagnata, ma di nascosto. Parlavano, e parlavano di Dio… mai sazi. Sarebbe davvero bello essere stati lì insieme a loro! Chiara si è sentita capita, incoraggiata, voluta bene da quel pazzo di Dio. Un’amicizia che le rivelerà, nel corso della sua vita, niente meno che l’amore del Padre.
Il racconto ufficiale
“Era prossimo il giorno solenne delle Palme, quando la giovane si recò dall’uomo di Dio [Francesco] per chiedergli della sua conversione, quando e in che modo dovesse agire. Il padre Francesco ordina che nel giorno della festa, elegante e ornata, si rechi alle Palme in mezzo alla folla del popolo, e poi la notte seguente, uscendo fuori dalla città, converta la gioia mondana nel lutto della domenica di Passione.
Giunto dunque il giorno di domenica, in mezzo alle altre dame, la giovane, splendente di luce festiva, entra con le altre in chiesa. Qui, con degno presagio, avvenne che, mentre gli altri correvano a ricevere le palme, Chiara, per verecondia, rimase immobile e allora il pontefice, scendendo i gradini, giunse fino a lei e pose la palma nelle sue mani”. (LegsC 7; FF 3168)
Questo è quanto ci racconta Tommaso da Celano, il primo a scrivere la sua vita. Ci descrive nel dettaglio la nostra scena che abbiamo momentaneamente messo in disparte.
Il Vescovo di Assisi Guido (all’epoca i vescovi venivano chiamati anche pontefici) sapeva delle sue intenzioni? Perché le ha dato in mano il rametto di ulivo? Le ha dato implicitamente il suo permesso e la sua benedizione? Certo è che la scena suscitò sorpresa. Sembrano quasi delle nozze, «il primo “sì” di Chiara, sposa reale, accolta dal Vescovo, il quale funge da rappresentante manifesto dello Sposo».
Giorno speciale
Ma c’è di più. Perché proprio quel giorno? Le Palme, l’entrata di Gesù a Gerusalemme, la lettura della Passione, l’inizio della Settimana Santa. Chiara sceglie di partire dalla Croce, di «scrivere la sua stessa storia modellata sul Vangelo, anziché in base al copione che le sarebbe stato imposto dal suo rango». Ce lo dice anche la sua veste, rossa fiammante, simbolo di amore passionale. La Passione, appunto, per Cristo e per i fratelli e sorelle.
Già non è sola
Accanto a Chiara, si può scorgere un’altra ragazza che emerge dal gruppo: non porta un copricapo come le altre, ma mostra apertamente i suoi capelli ed è adorna allo stesso modo di Chiara, indossando un abito blu chiaro. Chiara pare indicarla con un gesto della mano al vescovo Guido e a noi che guardiamo. Che sia sua sorella Agnese? La ritroveremo nelle scene successive.
Dio è entrato nella storia diventando come noi: egli ci chiama e si fa incontro lì dove siamo, non fuori dalla nostra storia, con una promessa di pienezza. Chiara non è da sola: il Padre delle misericorde parla nelle relazioni con chi ci è prossimo, parla al suo cuore con la realtà dell’esperienza, con l’esempio di fratelli e sorelle.
Chi sono i testimoni di Dio che mi vivono accanto?
Ho un padre, una madre spirituale che mi aiuta a leggere gli eventi?
Sento attrazione a una vita totalmente DI Dio, PER Dio, CON Dio, IN Dio?
Dolce santa Chiara, Amata dal Padre delle misericordie,
aiutaci a vedere la Sua presenza in ogni evento e in ogni volto. Prega per noi.
suor Maria Francesca – monastero@clarissedelnoce.it
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