Oggi si celebra la “Santa Famiglia di Nazaret” e insieme siamo invitati a pregare per tutte le nostre famiglie e le famiglie del mondo.
In particolare vi invito a pregare per le famiglie dei religiosi, le famiglie di noi frati francescani, e dei giovani aspiranti alla vita consacrata. La famiglia è il cuore pulsante di ogni vocazione, è uno scrigno di santità se vissuta nello spirito del Vangelo, dell’amore reciproco, del donarsi disinteressato. Dall’esempio e dalla fede di mamma e papà sboccia il desiderio di consacrazione nel cuore dei figli .
Preghiamo anche per quelle famiglie, per quei genitori (purtroppo sempre più frequenti) che guardano con ostilità ad una possibile scelta francescana dei loro figli, che spesso ne ostacolano la vocazione alla vita consacrata o sacerdotale. Sovente si tratta di genitori che si dicono credenti, frequentano la chiesa e hanno trasmesso la fede ai propri figli, eppure, guardano con orrore e inquietudine all’idea che uno di loro “entri in convento”. Decisamente meglio e più rassicurante pensarlo ingegnere o medico o insegnante, ma frate, Mai!
Spesso questi atteggiamenti nascono da “un volere bene distorto”, da una sorta di “eccesso di amore” e “possesso” nei riguardi dei propri cari, determinando una specie di “accerchiamento affettivo” che rischia però di bloccarne i desideri e le aspirazioni più profonde, di tarparne la libertà. I figli in realtà mai dovrebbero essere considerati di proprietà e dominio esclusivo dei genitori, ma sempre un Dono dall’Alto e il cui progetto di vita e di futuro è nel cuore di Dio.
Non a caso, nel vangelo in cui si narra di Gesù (dodicenne) che viene ritrovato nel tempio e rimproverato da Maria e Giuseppe per la sua prolungata assenza, Gesù stesso dice loro una frase emblematica:
«Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?» (Lc 2,49)
Questa, in fondo, è la vocazione alla vita consacrata, ma anche la vocazione ineludibile di ogni credente, chiamato prima di tutto ad “occuparsi delle cose del Padre“, avere mente e cuore e intelligenza e affetti interamente e prima di tutto orientati al Signore e alla sua volontà e nel Signore tutto leggere e interpretare.
Un amore per il Signore che non esclude perciò gli altri amori, ma li ordina indicando una priorità e così rendendoli liberi e fecondi, offrendo ad essi fondamento e sostegno.
Al riguardo, San Francesco che aveva ben capito questo, ha lasciato ai suoi frati un forte richiamo:
“Niente altro dobbiamo desiderare, niente altro volere, niente altro ci piaccia e diletti se non il Creatore e Redentore nostro Gesù Cristo”(FF 70-71).
A Lui sempre la nostra lode!
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org