Vi propongo oggi la testimonianza vocazionale di un giovane frate francese, studente in teologia a Padova: Fra Samuel-Marie-de-Revière. Giovedì 15 agosto ha rinnovato i voti di povertà, castità e obbedienza nella chiesa di san Bonaventura di Narbonne ( Francia)
Fra Samuel Maria porta la testimonianza di una vita piena e in continua ricerca verso Colui che libera il nostro cuore e ci apre all’amore vero.
Lo ringraziamo di cuore e anche siamo tutti invitati a ricordarlo nella preghiera.
Al Signore Gesù sempre la nostra lode.
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org

E’ un assolato pomeriggio d’estate quando ci diamo appuntamento con fra Samuel nella suggestiva cornice delle saline di San Martin presso il villaggio di Grussan (sul Mediterraneo in Provenza, a pochi chilometri dal convento di Narbonne), là dove anche il vangelo sembra attingere dal mare colore e profumo. Fra Samuel ci confida in realtà di non essere “un lupo di mare”, ma nonostante questo di avere accolto con gioia e fiducia l’invito del Signore a diventare, al suo seguito, un “pescatore di uomini”.
1) Fra Samuel, oggi hai 38 anni: puoi riassumere per noi brevemente il tuo percorso di vita? Qual è stato per te il momento determinante, il contesto in cui è nata la tua chiamata alla vita religiosa? Come hai accolto i segni di questa vocazione ?
Primogenito di due figli, proveniente da una famiglia cristiana, sono nato il 2 giugno 1981 nel comune di Croix situato nella metropoli europea di Lille, nel dipartimento del Nord. Dopo il liceo ho proseguito gli studi all’università frequentando il corso di Storia sempre a Lille. E’ all’età di 22 anni, durante un pellegrinaggio a Lourdes e prestando servizio ai malati che ho intuito e realizzato la prima significativa consapevolezza della mia vocazione. Proprio il servizio ai più deboli e bisognosi mi ha, infatti, fatto incontrare il Signore permettendomi di comprendere meglio la sua volontà per la mia vita. Terminati gli studi, dopo alcune prime esperienze vocazionali e contatti con i frati, nel 2013 sono entrato nel convento di Cholet dei francescani Minori Conventuali per vivere prima un tempo di accoglienza (il così detto anno san Francesco ) e quindi il postulato. Nel 2015, sono giunto ad Assisi presso la Basilica di san Francesco per l’anno di noviziato e il 27 agosto del 2016 ho emesso i voti con la professione semplice rivestendo dunque il saio francescano. Ho quindi iniziato lo studio della teologia, restando in Italia a Padova, dove mi trovo tutt’ora per completare la formazione.
2) Perchè proprio tra i francescani ? Cosa ti ha sedotto e ancora ti attira nella figura di san Francesco, del suo carisma e dello stile di vita francescano ?
La semplicità del vangelo in un cammino di vita di totale abbandono e affidamento. Francesco è per me uno straordinario maestro spirituale: ha influenzato per sempre il mio modo di pregare, il mio “lavoro”, la mia missione di religioso che cerco di vivere quotidianamente come un dono d’amore. Come Gesù , Francesco è stato sensibile alla condizione degli emarginati, dei poveri e dei dimenticati della società; la sua, un’esistenza donata per gli altri e per la Chiesa che io ho voluto imitare e che ogni giorno desidero seguire con tutto me stesso.
3) In che cosa, in particolare, questa vicinanza a san Francesco ti aiuta a vivere la tua vocazione nella quotidianità?
Francesco è il fratello maggiore, l’amico speciale che sempre mi indirizza al Padre, che mi guida, mi corregge e incoraggia e anche, ogni volta, mi rimette sul giusto cammino. In lui sempre ritrovo quella testimonianza autentica e forte che mi aiuta a vivere la mia vocazione di religioso, a seguire le orme del Signore, ad amare come lui ama, a diffondere il bene attorno a me , a diventare santo.

4) Ritorniamo al tempo della formazione. Quali sono state le gioie, le scoperte lungo questi anni di vita comunitaria e di formazione ? Dove ti vedi arricchito e maturato?
L’anno di noviziato, ad Assisi, è stato certamente l’anno più bello che ho potuto vivere durante questi 4 anni di vita religiosa, accanto a frati di diverse provenienze, nei luoghi dove Francesco ha vissuto, nei tanti momenti di preghiera e fraternità condivisi in un’atmosfera di gioia e di rinnovata pace. Il noviziato: un tempo prezioso anche per conoscere più in profondità me stesso, imparare ad accogliere le mie debolezze, affrontare paure e sofferenze nascoste nel mio passato e finalmente ritrovarmi capace di costruire un presente e un futuro più sereno e più gioioso insieme ai miei fratelli di comunità e sempre alla presenza del Signore. Certamente, una grande ricchezza, sono stati proprio i fratelli con i quali ho condiviso questo anno così speciale del Noviziato.
5) Fra Samuele, da qualche giorno hai raggiunto la comunità dei frati minori conventuali di Narbonne, al convento san Bonaventura, dove, il 15 agosto, durante la messa solenne, rinnoverai i voti di castità, povertà e obbedienza. Cosa significano per te questo luogo e la figura di san Bonaventura?
Questo luogo è legato all’inizio della nostra Custodia e presenza in Francia e ai tanti frati che qui si sono spesi e l’hanno reso significativo e a quanti qui ho potuto incontrare nel mio percorso personale, come fra Emidio, fra François, fra Bernard. Questo luogo e la figura di san Bonaventura certamente mi spingono e incoraggiano a proseguire l’opera intrapresa, ispirando gioia alla mia preghiera, al mio lavoro e alla mia missione, sostenendomi nel discernimento e nella contemplazione.

6) Qual è lo spazio della preghiera nella tua vita e il senso della missione per te? Come pensi sia possibile oggi, come frate, continuare a rispondere all’invito che il Signore rivolse a san Francesco di “riparare la sua Chiesa”?
La preghiera è al primo posto, è il cuore, il centro della mia relazione con Dio e dona così senso e pienezza all’intera mia vita. E’ nella preghiera, infatti, che il Signore mi guida e istruisce, corregge i miei errori, mi libera dalle mie schiavitù. La preghiera è il luogo dove egli mi esprime tutto il suo amore, dove mi ristora e mi rende disponibile e pronto affinchè io possa compiere la sua volontà. Senza la preghiera, dove potrei attingere la forza di cui ho bisogno ogni giorno? Io cerco intal modo di rispondere alla chiamata di Cristo, semplicemente rendendomi disponibile a Lui, Lui farà il resto.
7) Per finire e più in generale, come essere oggi sale della terra e luce del mondo?
Ritornando e confidando incessantemente nel Signore, illuminando la vita degli uomini, rendendola meno triste, meno dispersa; cercando di risvegliare il gusto del vivere a quanti l’hanno perso, offrendo nuovo sapore alle loro vite. Stare in semplicità accanto alle persone che incontriamo, aiutarle nel valorizzare le loro qualità, a sviluppare le loro potenzialità, senza fermarsi sul male presente in ciascuno, ma meravigliarsi sempre del bene, INCORAGGIARE!
fra Samuel Maria – info@vocazionefrancescana.org