Abbiamo appena celebrato la festa dell’Immacolata Concezione, la festa di Maria preservata dal peccato originale, realtà che invece riguarda ogni uomo, ciascuno di noi. Questa verità della nostra fede ha molto da dire anche alla nostra ricerca vocazionale.Vi propongo al riguardo una breve riflessione partendo dal saluto che l’angelo Gabriele rivolge a Maria nell’Annunciazione.
Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto.L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio» (Lc 1, 26–30)
Che saluto curioso! ‘Piena di grazia‘ – nell’originale greco kecharitoméne – è il nome più bello di Maria, nome che Le ha dato Dio stesso, per indicare che è da sempre e per sempre l’amata, l’eletta, la prescelta per accogliere il dono più prezioso, Gesù, “l’amore incarnato di Dio” (Enc. Deus caritas est, 12).
Maria è profondamente toccata da questo saluto. Del resto l’angelo, con tali parole, viene a rivelarle la sua vera identità: Maria è l’Immacolata, la senza macchia, la donna perfettamente libera come erano Adamo ed Eva prima del peccato originale. Questo significa che ella aveva la possibilità di dire sì o no a Gabriele quando gli annuncia la sua vocazione di madre di Dio. Maria è anche ben consapevole che la proposta dell’angelo viene a mettere in discussione tutti i suoi progetti di vita ed anche la espone a dei rischi enormi. Il ritrovarsi incinta fuori dal matrimonio con Giuseppe poteva significare per lei la lapidazione così come prevedeva la legge giudaica. Ma con piena libertà si affida a Dio. Allora l’angelo la rassicura: ‘nulla è impossibile a Dio‘ e può quindi confermare anche Giuseppe. Per il suo atteggiamento di fede, Maria ci interroga e ci provoca.

E io? Che ne è della mia libertà? Che cosa sono disposto a mettere in discussione di me? Dove voglio rischiare? C’è qualche cosa o qualcuno per cui sono disposto a donare la vita; c’è un motivo per cui vale la pena fare questo? Qual è il senso e la direzione della mia vita?
Il suo sì le cambia la vita, e anche quella di Giuseppe. Grazie a lei, si costituisce la Santa Famiglia, modello per tutte le famiglie umane. Ma il suo sì coinvolge anche la vita di tutti gli uomini, del passato, del presente e dell’avvenire. Per il suo sì, infatti, Gesù diventa uno di noi. Per il suo sì, il mistero dell’Incarnazione e quello della Redenzione si possono realizzare: la salvezza può essere donata al mondo!
Che via e vocazione straordinaria per questa giovane fanciulla di Nazareth! Il suo sì’ totale e completo le aprirà una strada di eccezionale fecondità. Addirittura, quando sotto la croce vedrà il figlio morire ed essere trapassato da una lancia, ella diventa la madre di tutta l’umanità:
«Donna, ecco tuo figlio.» (Gv 19,26)
La “Piena di Grazia” diviene pertanto la mediatrice di tutte le grazie. Questo significa che tutte le grazie che ci sono accordate, dalle più grandi alle più piccole, passano per le sue mani. Maria è veramente nostra Madre. Ella è attenta ad ogni dettaglio della nostra vita. Allora facciamo come Giuseppe e come san Giovanni: Prendiamo Maria con noi! Prendiamo la “Piena di grazia” presso di noi per diventare noi pure ‘Pieni di grazia’, liberi di rispondere sì al Signore, sicuri che la nostra vita sarà felice e feconda ! L’Angelo non ha forse detto?
«Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio» (Lc 1, 30).
Queste parole sono dette anche a noi! Quando diciamo sì a Dio, diventiamo fecondi e possiamo generare Gesù nella nostra vita e nella vita degli altri:
«Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre» (Mc 3,33-35)
Non è forse questa la nostra comune vocazione di cristiani?
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org