“Volevo fare il corso vocazionale ma ora sono insieme ad una ragazza e dunque non mi pare più necessario“. Ecco cosa mi ha scritto la scorsa settimana Luca, 19 anni, già candidato “super convinto” al Gruppo san Damiano ed ormai rinunciatario .
In questo tempo di fine estate, devo dire che qualche altro giovane mi si è presentato, più o meno allo stesso modo, dicendosi assolutamente certo di intraprendere il cammino di discernimento vocazionale per poi, dopo pochi giorni, altrettanto repentinamente abbandonare il tutto. Si tratta spesso di facili entusiasmi dove non vi è un fondamento, una ricerca genuina, e soprattutto nessuna autentica fiammella divina che inquieti o arda nel petto e dunque il desiderio non può che svanire!! Per una scelta di vita francescana (come per ogni vocazione), l’entusiasmo, da solo, non basta e dura poco!
In realtà anche quando le motivazioni vocazionali sembrano più serie e fondate e i segnali e le intuizioni interiori appaiono molto più vere, può succedere che un giovane scompaia, si allontani, tentenni o ancora una volta si ritiri trincerandosi in se stesso.
I motivi sono vari e diversi: la paura rimontante, il giudizio di amici o parenti, la scarsa fede e l’abbandono della preghiera, ma anche talvolta l’immaturità umana, il non voler rischiare e il mettersi in gioco, il sopraggiungere di un’esperienza dolorosa o di un legame affettivo inaspettato che stravolge ogni progetto vocazionale come per Luca, l’attrazione per un’altra strada….e così via!!! La vocazione del resto si gioca sempre all’interno di una proposta (se vuoi …seguimi) e di una risposta (eccomi) lasciata alla libertà della persona.
Se però qualcuno scappa o si defila, altri giovani, pur fra tanti dubbi e paure, pur avendo magari la morosa e avvertendo il richiamo naturale alla vocazione famigliare, pur con tanti interrogativi, sentono di dover approfondire anche un’altra chiamata che piano piano si sta facendo strada e bussa misteriosamente al loro cuore. Si rendono conto, infatti, di portare in sè un richiamo divino che non può essere disatteso o restare inascoltato e che, quanto meno, chiede di essere verificato e meglio approfondito: è la domanda sulla vocazione religiosa, il diventare prete o frate o missionario. Da qui ecco la decisione di partecipare ad un cammino di discernimento accompagnati da noi frati: per comprendere…per guardare più da vicino…per capire dove andare!
Con questi giovani si condivide pertanto l’esperienza del gruppo san Damiano, con un frequente contatto e un confronto personale e fraterno, fatto di vicinanza umana e spirituale, di preghiera, di conoscenza del carisma francescano e di tanti aspetti inerenti la vocazione religiosa. In particolare, in questo percorso, c’è un volto di Gesù inaspettato e bello che ci piace svelare e mostrare: Gesù, come il Signore della vita e amante di ciascuno e rispettoso della nostra libertà e del nostro “vero bene”; Gesù che non impone; Gesù che si propone con dolcezza e mitezza…. ; Gesù che invita…; Gesù che a qualcuno misteriosamente offre un amore e una missione speciale chiamandolo a sé più da vicino.
Cari amici: fare l’animatore vocazionale è una gran bella avventura e responsabilità che ti mette accanto la vita, il cuore, le gioie e le ansie e le sofferenze e le domande dei giovani sul loro futuro e la strada da percorrere. Chiedo la vostra preghiera per quanti accompagniamo, come per me e i frati con cui collaboro (fra Francesco da Parma e fra Alessandro da Brescia) in questo stupendo e delicato servizio.
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org
Quando un giovane è chiamato, direttamente da Gesù, alla vocazione di sacerdote o frate,riceve dallo Spirito Santo anche la forza per compiere tale missione che va ravvivata con la preghiera.