Ieri, parlando con un giovane alquanto tormentato nel suo cammino di discernimento, si discuteva della libertà dell’uomo di fronte alla vocazione, specie riguardo ad una chiamata così particolare come quella religiosa e francescana.
Se infatti, affermava, “siamo stati scelti e pensati da sempre per una determinata via, dove sta il mio libero arbitrio, dove sta la mia possibilità di libertà e autodeterminazione?“. Il dialogo è continuato a lungo su questo tema così importante che credo interpelli anche molti di voi.
Al riguardo non posso non pensare a Gesù e agli inviti sempre dolci e miti e forti ed esigenti allo stesso tempo, che troviamo nel Vangelo quando chiama alla sequela: “se… qualcuno vuol venire dietro a me…; se… qualcuno vuol essere mio discepolo…. “.

C’è un testo dell’apocalisse che mi colpisce sempre: “ecco io sto alla porta e busso. se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre, io verrò a lui, cenerò con lui ed egli con me” (3,20)… L’Onnipotente diventa impotente di fronte alla libertà umana. Propone, invita, bussa ai nostri cuori, ma non forza mai la porta. Ci rispetta profondamente! Ci attende alla porta, come un pellegrino che chiede di essere ospitato.
A ciascuno di noi la scelta: se accogliere o no una voce, se fidarci di un amico o temere un intruso, se rischiare di aprire la porta del nostro cuore o mettersi al riparo da ogni ferita d’amore, se sperare in un abbraccio o lasciarci sopraffare dalla paura…chiudendo i battenti a doppio catenaccio…!!!
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org