Riporto oggi la lettera di un giovane, Gianni, che mi scrive raccontandomi i suoi dubbi, i suoi slanci e timori vocazionali. Sono temi comuni a molti di voi. Spero, nella mia risposta di essere un poco di aiuto a ciascuno.
Lettera di Gianni
Caro fra Alberto, vengo a scriverle con un pò di timore, ma mi incoraggiano le risposte sempre buone e sapienti che sa dare nel suo blog. Le racconto un pò di me. Mi chiamo Gianni, ho 28 anni e già lavoro (fortunatamente) come ingegnere in una grande industria del nord. Apparentemente ho tutto: un buon stipendio, posto fisso, bellissima famiglia. Dopo un periodo piuttosto lungo di lontananza dalla chiesa (dalla cresima) da un paio d’anni mi sono riavvicinato alla fede. E’ successo durante “Erasmus” in Francia. Per caso infatti ho potuto incontrare dei ragazzi di una comunità cristiana molto vivace, direi gioiosa, in una parrocchia di quella periferia di Parigi segnata da tante contraddizioni e problemi. Per circa un anno ho condiviso con questi, tante stupende esperienze, di preghiera e vera amicizia, di evangelizzazione e di servizio ai poveri ( il martedì notte la stazione dei treni ci vedeva accanto a barboni e clochards ). E’ con loro che ho maturato una visione assolutamente nuova del cristianesimo (“audace” come dicevano i miei amici); lì ho conosciuto davvero Gesù! Ricordo in particolare la passione e la fede del loro sacerdote p. Gerard, non certo giovane, ma sempre in prima fila, uomo di preghiera, solido come una roccia, dalla porta sempre aperta! Un prete che ho ammirato moltissimo e che ha toccato il mio cuore. Il ritorno a casa purtroppo è stato traumatico nella mia triste realtà parrocchiale, chiusa e stanca, con il mio parroco che, mi spiace dirlo, è più un manager che un uomo di Dio. Paradossalmente questa situazione così opaca e mediocre, dopo un periodo di sconforto ha suscitato in me una sorta di reazione, mi ha provocato fortemente, interrogandomi sul da farsi: e così mi sono trovato, quasi senza saperlo a fare il catechista, a seguire un gruppo di adolescenti, ad animare le messe con la chitarra, a guidare un gruppo giovani che va in stazione dai barboni. Gli amici mi prendono un pò in giro dicendomi che sono il nuovo “curato” del paese. Il problema è che da qualche mese, ciò che mi piace e voglio fare di più è il mio impegno in parrocchia e per gli altri; il lavoro a cui tenevo così tanto, invece non mi soddisfa più; sono pure in crisi con la morosa che mi rimprovera di essere sempre all’oratorio e di dimenticarmi di lei. In mezzo a questa confusione c’entra anche Assisi, dove siamo stati recentemente per una breve vacanza “di pacificazione” e dove invece io ho vissuto una sorta di “shock francescano” che ha solo aumentato il mio casino interiore. La domanda in me, sono sincero, è ormai quella se devo continuare a pensare al mio futuro come padre di famiglia oppure diventare prete, religioso, magari frate!! Vedo attorno a me tanto bisogno, tanta povertà spirituale, penso spesso all’esempio di P. Gerard. Ho però anche molto timore, e sono fortemente combattuto per la mia ragazza che amo e le conseguenze lavorative e famigliari molto difficili, che una scelta religiosa comporterebbe. Caro padre Alberto, mi dia un consiglio e un pò di conforto. Ho bisogno della vostra preghiera. Grazie. Gianni

Risposta di fra Alberto
Caro Gianni, il Signore ti dia pace. Grazie per la fiducia e per gli apprezzamenti al mio servizio nel blog ( servono, credimi!!). Grazie anche per avermi scritto un pò della tua bella storia in cui mi piace vedere in azione lo Spirito del Signore, che sempre soffia dove vuole, come vuole, senza confini o limiti.
Chi l’avrebbe detto che il tempo di Erasmus, da molti giovani vissuto talvolta come un baldoria trasgressiva, rappresentasse per te un momento di maturazione e di scelta così significativo?! Tanto che ora stai mettendo in discussione il tuo progetto di vita, il tuo futuro che avevi così ben pianificato ( ingegnere, fidanzato, una famiglia…ecc..) per pensare forse a consacrarti al Signore e a dedicarti totalmente al suo Regno! Davvero questo dice come nulla possa fermare il fuoco di Dio!!! Rendi lode a Lui per questo, che ti ha dato l’opportunità di riscoprirti prima di tutto figlio e dunque amato e dunque cristiano e anche di farti intravedere nuove possibilità di vita mai fin’ora programmate !!!Lo Spirito è libertà, è amore!
Mi colpisce poi nel tuo racconto di quanto forte sia stata la testimonianza di quei ragazzi su di te insieme al loro sacerdote e penso come questa sia la strada necessaria per un vero rinnovamento della Chiesa: servono dei testimoni autentici, veri, appassionati, gioiosi del Vangelo!! Solo questi sanno parlare all’uomo contemporaneo, sanno parlare ai giovani . In quanto mi scrivi, intravedo anche la concretezza tutta ingegneristica della tua personalità: hai dovuto darti da fare, rimboccarti le maniche, spenderti e metterti in gioco nella tua parrocchia e nel tuo oratorio, facendo qualche cosa di concreto.
Tutto questo certo sta mettendo in crisi equilibri dati per certi…., ma credo che le domande che sono nate in te, non possano essere eluse o sottaciute. Non so caro Gianni cosa il Signore abbia in serbo per te, se una vita da laico cristiano (ci sono esempi mirabili al riguardo) oppure da consacrato! In ogni caso vorrei invitarti a cogliere questo passaggio come un tempo di grazia, in cui il Signore sta calpestando il tuo suolo, il terreno di casa tua...C’è dunque da togliersi i sandali della presunzione e dell’autosufficienza per stare umilmente al cospetto del Signore che passa…
Ti invito pertanto ad alcune attenzioni: la prima è che tu sia sorretto e accompagnato in questo tempo da un clima interiore di preghiera e di ascolto docile della volontà del Signore, della sua Parola. In secondo luogo ti sarà di grande aiuto l’affidarti a un bravo sacerdote o religioso, con il quale tu ti possa confrontare al più presto, con molta schiettezza e verità e libertà e così avviare un cammino di discernimento e verifica di quanto avviene in te (conosci il Gruppo san Damiano?).
Non è poi mai bene prendere decisioni emotive o affrettate!!! Infine, ma non meno importante, abbi grande cura e rispetto e attenzione nei riguardi della tua ragazza. Solo infatti, dando il massimo anche con lei ( umanamente, affettivamente..), potrai capire se il Signore ti chiama a condividere con lei un’intera vita oppure se la tua strada è altrove, se hai bisogno di altro, se la pienezza di senso che cerchi ti viene offerta nella consacrazione, nel diventare prete o frate piuttosto che essere sposo e padre di famiglia.
Al riguardo, ricorda, la vocazione comune di ogni cristiano è prima di tutto la santità! Questa si esprime poi in tante direzioni e tutte contribuiscono ad edificare il Regno e il popolo di Dio, ciascuna secondo la propria specificità. Hai del resto potuto vedere da un lato gli effetti straordinari della testimonianza di un santo prete, ma anche il cattivo esempio di una vocazione sacerdotale mediocre non realizzata. Nella chiesa servono dunque famiglie sante, genitori e sposi santi insieme a preti e sacerdoti e religiosi che pure vivono la santità all’interno di una vocazione sublime. La santità fa la differenza!!
Caro Gianni, ancora ringraziandoti per la fiducia, ti rinnovo la mia vicinanza e disponibilità. Ti ricordo e prego per te, per la tua realtà parrocchiale, per la tua ragazza. Il Signore ti guidi e ti illumini. A Lui sempre la nostra lode.
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org
È meraviglioso sentire queste testimonianze, perché ci fanno comprendere quanto è grande la gloria del Signore nostro Gesù Cristo. Caro Gianni è Lui che ti ha toccato il cuore è quel Gesù che sul lago di Tiberiade chiamò i primi apostoli. Come può non essere opera sua la tua testimonianza il tuo sentimento contrastato che sta fiorendo dentro di te. Hai tutto un ottimo impiego, che di questi tempi non è roba da poco, una ragazza che ti ama, e una grande famiglia alle spalle. Affidati a un buon sacerdote che ti sappia aiutare nella tua decisione. Hai avuto una… Leggi il resto »