Oggi riflettiamo sul Vangelo di Luca che parla della sequela di Gesù e delle esigenze di amore che servono per seguirLo fino in fondo!
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 14,25-33)
In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.

Gesù è in cammino (sappiamo che sta andando a Gerusalemme dove si compirà la sua missione), è seguito oltre che dagli apostoli da una folla. C’è tanta gente assetata della sua Parola, che trova in Lui motivo per proseguire il viaggio della vita.
Possiamo già porci un primo interrogativo: quando la realtà che ci circonda non soddisfa la nostra domanda di senso, siamo pronti a ricorrere a Lui? E’ Lui il nostro punto di riferimento? Oppure..ancora una volta preferiamo stordirci e dissetarci a fonti che non estinguono la nostra sete?
La prima esigenza della sequela: amare Gesù più dei genitori, dei familiari, amare Gesù più di tutti e di tutto. Il nostro cuore deve contenere solo il suo amore perché solo quell’amore è poi condivisibile con gli altri.
La seconda esigenza della sequela è l’accoglienza di se stessi e della propria vita in comunione con Gesù. Portare la propria croce, accogliersi per come si è, riconoscere le proprie fragilità e con esse andare dietro a Gesù.
Sulla strada del Calvario Gesù portava quella croce che non era la propria, ma la nostra: erano i nostri peccati, le nostre debolezze, era tutto ciò che ci allontanava dal Padre. Gesù non ci chiede di fare come Lui, non ci chiede di prendere le croci degli altri (e quante volte noi ci arroghiamo il diritto di giudicarle quelle croci o quante altre volte accusiamo gli altri di essere la nostra croce!), ci chiede di portare la nostra e di farlo insieme a Lui.
Se scegliamo di essere discepoli di Gesù dobbiamo imparare a mettere Lui al primo posto e ad amare anche i lati del nostro essere che non ci piacciono, perchè essi costituiscono quella croce che ci permette di ricordarci che senza la presenza di Gesù nella nostra vita non siamo in grado di fare nulla di buono.
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org
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