Riporto di seguito, parte del diario di un Direttore spirituale (figura su cui sempre insisto per un buon discernimento vocazionale). Si narra dell’esperienza di un giovane e del suo cammino di ricerca: può certo essere utile ad altri giovani. Da parte mia, colgo l’occasione per invitarvi alla preghiera per i sacerdoti e i religiosi che svolgono il difficile e delicato compito di Padri e Guide Spirituali.
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org
Mi è capitato di accompagnare in questi anni un giovane in ricerca vocazionale: davvero un ragazzo eccezionale sotto molti aspetti, ricco di doti morali e intellettuali e mosso da un vivo desiderio di compiere la volontà di Dio nella sua vita.
A prima vista, poteva essere definito come il giovane ideale che ogni animatore vocazionale desidera incontrare: buono, bravo, devoto, intelligente, …ecc…ecc…ecc. !!! Il suo cammino però, se da un lato mi appariva sincero e genuino, eppure dall’altra, mi colpiva ogni volta per l’alone di tristezza e di “dovere” che lo circondava.
Fatto sta che, terminato l’anno di discernimento (un paio di anni fa), da lui assolto ovviamente con frequenza e partecipazione scrupolosa, non me la sentii di incoraggiarlo all’ingresso in postulato. Lo invitai invece ad aspettare, ad attendere per accogliere dalla vita ulteriori indicazioni.
Come in un flash, me l’ero immaginato per un istante, uno dei vari preti o religiosi a volte incontrati: precisi, scrupolosi, coerenti, non di rado colti e preparati… eppure tristi, spesso in difficoltà nell’avere un contatto semplice e famigliare con i fedeli, lontani dal gioire e dal soffrire insieme ai loro fratelli; uomini qualche volta senza lacrime e senza sorriso; numi tutelari di una religione dell’obbligo!
Lo Spirito per la verità mi aveva già suggerito più volte di dirgli durante il cammino di “ascoltare il suo cuore”, di “lasciare spazio al suo cuore”, di abbandonare una fede del “dovere” per gustare piuttosto l’Amore del Signore.
Si era infatti via via fatta più chiara in me la percezione di un suo modo veramente “compresso” e coartato di vivere la fede e il suo rapporto con il Signore e in definitiva ogni altra relazione: un giovane così tanto bravo e “ricco”, ma forse proprio per questo incapace di accogliere un’autentica proposta d’amore del Signore.
Per altri due anni, pregando anche molto per lui, abbiamo continuato i nostri dialoghi più o meno frequenti, dove non ho fatto altro che ripetergli: “hai un cuore grande… ama! Ricorda che quanto di più bello ti appartiene è nel tuo cuore, è il tuo cuore; non temere a “voler bene”, rischia l’Amore….!!!”.
Da parte mia, avevo preso l’impegno interiore di continuare a restargli accanto per come potevo, soprattutto per trasmettergli un messaggio di continuità, disponibilità e fedeltà alla relazione che si era instaurata (e più di qualche volta non è stato facile) e osservando, da vicino eppure da lontano, il suo percorso e le sue fatiche… in attesa della primavera.
Alcuni giorni fa, di mattina presto, è venuto da me. È stato un incontro commovente! Mi ha ringraziato… anche per quel lontano consiglio di non entrare in postulato! Aveva una sua sintesi da propormi, maturata al termine di una veglia di preghiera (in una uscita col gruppo giovanissimi di cui era animatore da poco) e di un breve dialogo con un sacerdote mai visto prima che gli aveva chiesto stupito e ammirato, osservando il suo modo di pregare e di stare con gli altri, che formazione avesse ricevuto.
Costui, involontariamente, lo aveva aiutato a prendere consapevolezza di un cammino interiore maturato nel frattempo e di cui solo ora prendeva piena visione… Un Grazie era subito sgorgato dal suo cuore, rivolto al Signore: ora la strada percorsa appariva chiara e ben delineata.
In questi due anni aveva finalmente potuto vivere alcune esperienze fondamentali per lui: aveva osato e cercato (pur con tanta fatica) delle relazioni affettive più profonde, con conseguenti successi e anche qualche provvidenziale insuccesso con qualche ragazza…
Aveva finalmente provato a ridimensionare il ruolo preponderante e quasi tirannico dello studio, funzionale solo alla sua immagine di giovane “per bene e ligio”, ma che gli impediva spesso di gustare la vita.
Aveva scoperto di avere bisogno degli altri (lui così autonomo e bastante a sè stesso..), aveva intuito e sperimentato di poter amare e di avere bisogno di amare… e che i legami non sono catene che schiavizzano, ma opportunità di vita bella e piena.
Aveva imparato a guardare e a convivere un poco anche con i propri limiti e insuccessi senza preoccuparsi più tanto di sé , scoprendo così che nel passato, non si era voluto troppo bene pur difendendo sempre in modo agguerrito la propria immagine di perfezione e di sufficienza…
Aveva anche offerto un po’ del suo tempo a qualcuno facendo dei servizi in parrocchia e nel volontariato (cose da sempre fatte in realtà)…, ma imparando ora finalmente a donarsi con generosità e gratutità, lui così calcolatore e un po’ “taccagno” (come qualche volta mi divertivo a definirlo). Aveva pure imparato a coltivare dei momenti di preghiera cercando di viverli con fedeltà…nonostante il perenne desiderio di fuga.
Mentre mi parlava, persino il suo “mostrarsi” mi pareva finalmente “liberato”: non avevo più davanti a me il giovane “compito” e “a modo” di prima, ma un ragazzo per la verità, ora un po’ “disarticolato” (non saprei definirlo meglio) e un po’ buffo, quasi goffo nel suo cercare però ora di essere sé stesso, rifuggendo ogni maschera di perbenismo!
Compresi che via via si era fatto strada in lui un nuovo orizzonte e la percezione di un “cuore nuovo” e rinnovato: un cuore capace di amare nella libertà e pure una immagine di Dio nuova, diversa: Dio è Amore! Ora era contento e voleva comunicarmelo!
Lo abbracciai, e gli dissi:
“La miniera del tuo tesoro interiore è stata finalmente aperta, ora sta a te decidere che farne: è una tua ricchezza, piena di perle preziose e monete d’oro, ma anche una grande responsabilità. Ora potrai decidere di metterle a disposizione, potrai spezzare per altri i tanti Doni ricevuti, potrai condividere e sempre più amare… oppure ancora potrai decidere di riseppellire tutto, di tenerti stretta la tua vita invece di rischiare di perderla e donarla, ma anche, in tal modo,… ritrovarla.
Chi vorrà salvare la propria vita , la perderà; chi la perderà per causa mia la troverà; come sono vere queste tue parole Gesù!!!
È la logica del seme, del chicco di grano che porta frutto solo se muore..; è la logica di pochi pani e pesci che, spezzati e condivisi, sfamano la moltitudine; è la logica Eucaristica del corpo spezzato e del sangue versato nel Dono di sé; è la logica del Vangelo, è la logica di Gesù!
Ci siamo guardati a lungo senza parlare, ma ci siamo intesi. Non so cosa deciderà nella sua vita, per quale scelta di vocazione si incamminerà; ho però ora una certezza: la possibilità e la bellezza dell’Amare che ha intravisto, difficilmente saranno dimenticate!
Amare: Un percorso santo che potrà compiersi e realizzarsi per una donna e all’interno di una famiglia, con dei figli: un compito stupendo e benedetto da Dio! Oppure amare potrà ora significare (e solo ora è possibile… prima no!) anche un percorso in cui liberamente fare scelte più grandi, per un Amore rivolto e offerto a tutti senza distinzioni, ad una consegna di sé totale al Signore e per tutta l’umanità, nella vita religiosa e sacerdotale.
Signore Gesù donagli di comprendere
la misura della sua capacità di amare,
la misura alla quale Tu lo chiami.
Spirito Santo dona a me ogni giorno
la grazia della Tua Luce,
perché mi guidi al bene…
e così possa guidare a mia volta.
Amen.
fra Angel de la Tour – info@vocazionefrancescana.org
all'anonimo che prima di me ha scritto… invece di pensare allo sputo sul cuore è meglio pensarla nell'ottica di quella lacrima che viene versata da chi ti ama (quali ad esempio la tua famiglia) all'idea che tu possa seguire un qualcosa che dall'esterno può apparire un pò campato per aria… a me è successo e succede ancora di veder le lacrime ad esempio di mia madre al solo pronunciar la parola "vocazione" o "convento" e tutti abbianmo un cuore di carne che soffre nel veder soffrire; ma come il Padre vuole la nostra felicità anche chi ci sta intorno vedendoci… Leggi il resto »
E' così difficile amare..e poi se qualcuno "sputa" sul tuo cuore quando decidi di esporti? mi è già successo…prega per me.
pace a te Giuseppe! Di proposito ho messo questa testimonianza che bene riassume il percorso umano e spirituale di tanti giovani in discernimento vocazionale.Se la vocazione religiosa è Amare a tempo pieno, da qui si rende evidente che un cammino di crescita in questa capacità essenziale è assolutamente necessario, pena la tristezza! E…di religiosi tristi non ce n'è proprio bisogno!
ciao. ti ricordo. frate Alberto
Veramente una bella testimonianza caro Fra Alberto, per la verità mi rispecchio molto in questo giovane, in tantissimi passaggi di questo racconto. Possa il Signore incamminare sulla strada della giusta vocazione tutti i giovani in ricerca. A presto