“In quale modo ameremo Dio? Senza modo, smodatamente! In quale misura ameremo Dio? Senza misura, smisuratamente!”
Come riecheggia provocante questa frase di San Bernardo di Chiaravalle. “Perché lo fai?“, gli fu chiesto. Perché, rispose, “appartiene alla mia vocazione farlo“.
Riporto una bellissima riflessione di fra Giancarlo Paris, rettore del postulato di Brescia.
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org

Dialogo scarno tra marito e moglie. Sposati con tre figli, uno dei quali mio compagno di scuola. Il marito è infedele fino al punto da lasciare la casa per una donna più giovane. Poi la malattia: un tumore. Rimane solo. La moglie lo riaccoglie in casa e se ne prende cura. Lo veglia giorno e notte nel periodo post operatorio. Lo accudisce in casa nei giorni della speranza e dell’agonia. Un giorno il marito le chiede: “Perché lo fai?” e lei risponde: “Perché fa parte della mia vocazione”.
Lui piange, chiede perdono e il sacerdote lo confessa. Pochi giorni dopo muore. Ho incontrato questa moglie alcuni anni fa. Con molta dignità e calma, mi ha raccontato la sua storia. Anch’io le ho chiesto: “Perché ha fatto tutto questo?”. Ha risposto: “Perché volevo salvare l’anima di mio marito. Ci sono riuscita”.
Questa moglie mi ha insegnato qualcosa di cui solo oggi gusto il senso profondo. Siamo chiamati a conoscere in profondità la nostra vocazione per poterla vivere in pienezza.
Nel matrimonio cristiano non dico semplicemente sì ad una persona (questo è nel matrimonio civile), ma divento responsabile della sua salvezza.
Sono ordinato sacerdote non solo per presiedere la liturgia, o per guidare una comunità alla logica del Vangelo. La consacrazione religiosa non mi chiede semplicemente di fare del bene, di impegnarmi nella preghiera, di dare una risposta ai problemi sociali del tempo presente (anche i laici oggi lo fanno).
Quello che rende cristiana una scelta di vita è la totalità. La totalità di Cristo che ha dato tutto se stesso per noi e che ritroviamo nel “tutto” che è l’eucaristia.
Oggi questa totalità, potremmo chiamarla come una volta: santità! E’ però parola ostica e difficile. La cultura del mondo ci educa alla temporaneità, alla parzialità: si può avere tutto, ma non dare tutto. Così nell’amore ci sono le convivenze e nelle vocazioni gli abbandoni facili quando le cose non funzionano…Nella vita consacrata, si tende ad una vita onesta, ma mediocre: si lavora molto, ma ci si dimentica dell’essenziale: la comunione con Dio, il dono di sé nell’obbedienza, la scelta per la vita di non appartenersi…
Nella specifica vocazione di ognuno, nella tua, cosa significa “amare smisuratamente”?
fra Giancarlo – info@vocazionefrancescana.org