Talvolta nel discernimento sulla propria vocazione si fa esperienza anche di molta confusione. Ne sa qualcosa Diego, di cui condivido parte della mail e della mia risposta.
Diego è un ragazzo di 23 anni che mi scrive da Lecco. Studia farmacia, scrive di essere scout impegnatissimo e per questo quasi “venerato” da tutti; si definisce “in ricerca” vocazionale, ma… mi pare abbastanza confuso.
Mail di Diego
Caro fra Alberto (…) sto vivendo un periodo di grande incertezza. (…) Da qualche anno, porto nel cuore il desiderio o quantomeno una domanda vocazionale. Non nego di chiedermi spesso se la mia strada non sia davvero una consacrazione religiosa. Ho parlato di questo con vari sacerdoti anche se, per la verità confesso, ho sempre un pò schivato un confronto serio (…); non ho una guida spirituale (…). Spesso frequento un vicino santuario francescano (da bravo scout, ho sempre amato S. Francesco) dove (da un paio d’anni) ho conosciuto un frate, fra (…), con il quale, per la verità, ho avuto anche delle confidenze “vocazionali” profonde e belle, ma pur sempre occasionali.
Da frate (…) ho ricevuto più volte vari inviti a fare un percorso di discernimento e accompagnamento, ma mai mi sono deciso veramente e ho sempre tergiversato; mi hanno sempre spaventato i suoi inviti. Contemporaneamente però, anche il mio parroco, che stimo e che sa della mia ricerca mi sta proponendo sempre più spesso il gruppo vocaz. diocesano e le iniziative del seminario, ma anche qui… tanti tentennamenti e lo schivare ogni proposta.
All’università, recentemente ho conosciuto e fatto amicizia con alcuni postulanti di una giovane congregazione (tramite una compagna) e da essi ricevo continuamente inviti e sollecitazioni (…)! Devo dire che queste amicizie sono un grande stimolo per me, un invito a guardare a questa realtà. Forse sono un “segno” del Signore? Così come mi ha colpito molto, lo scorso mese, la partenza per l’Africa di un mio caro amico missionario che mi ha salutato invitandomi a seguire la sua strada. Sono rimasto letteralmente di stucco e fortemente emozionato da tali parole, ma anche frastornato e ancor più indeciso.
Tutti questi inviti e segni ed emozioni, mi stanno creando però molta confusione. E’ come se mi sentissi attratto da varie parti e anche un pò provassi la voglia di scappare e non sapessi più che strada prendere. Vado da fra (…), dò retta al mio Parroco, o accolgo gli ultimi inviti di questa congregazione? Do retta al mio amico missionario…? Mi faccio una famiglia? Bo!!!…. Mi dia un consiglio. Come mi devo muovere? Grazie (…)
Diego
Risposta di padre Alberto
Caro fratello ecco alcune parole dettate dal cuore che declino così in due grandi orientamenti.
Un padre spirituale, un cammino vocazionale
Datti il permesso di fare un serio cammino vocazionale; cosa che mi pare tu abbia fino ad ora accuratamente schivato. Affidati prima di tutto ad un padre spirituale da cui essere accompagnato spiritualmente (non solo emozionalmente!!) e con il quale poterti confrontare per fare un discernimento.
Senza, non farai nessuna strada. La vocazione religiosa (come ogni vocazione), infatti, passa sempre attraverso delle mediazioni, non è mai solo risultato di una nostra esclusiva ricerca. Con l’aiuto della guida spirituale diventerà poi più facile entrare anche in un gruppo, in un percorso specifico di orientamento (insieme ad altri ragazzi).
Anche qui, infatti, si conferma la stessa regola: la vocazione richiede e passa sempre attraverso una mediazione. Solo poi prendendo delle piccole decisioni di questo tipo arriverai piano piano a capire cose più grandi che ora sono difficili da comprendere: diventerò frate oppure Don? Oppure missionario? O forse sarò un bravo padre di famiglia??
Dunque caro Diego, inizia a camminare! Fai dei passi! Rischia da qualche parte.. Se no, continuerai a saltellare come una bella farfalla in cerca del miele e di ciò che più ti appaga senza mai giocarti e rischiare del tuo! Pena l’inconcludenza!!!
La vocazione passa sempre
attraverso delle mediazioni!
Distinguere vocazione da emozione
Diffida poi dell’immediato, del sensazionale; impara a discernere (sempre con una guida) ciò che è “vocazione” da ciò che invece è più “emozione”. Soprattutto, ricorda che se vuoi davvero seguire il Signore come religioso o sacerdote, non potrà non essere vera sulla tua pelle e nel tuo cuore la Sua Parola che non annuncia gratificazioni o piaceri, o forti emozioni, bensì la croce, il dono di sé, il perdere la vita.
Al riguardo, invece, mi pare che forse finora la tua grande preoccupazione sa stata quella di salvaguardarti e tutelarti ad ogni costo, senza rischiare nulla!! E soprattutto, mi sembra che tu abbia considerato e difeso strenuamente ciò che era meglio per te, e solo per te e attraverso di te!! Non è forse giunto il tempo di scendere dunque dal tuo piedistallo e provare finalmente ad “affidarti” a qualcuno? A Qualcuno che è più grande di te??!!! Se i giochi li hai sempre voluti condurre da solo, ora, invece, caro Diego perché non provare a fidarti?
Fidati, fidati, fidati!
Scusami se sono stato diretto, ma la vocazione religiosa è affar serio!
Ti ricordo nella preghiera e ti affido al Santo di Padova (lo conosci?) qui presso la sua tomba. E… se passi, è un buon consigliere!
Ti benedico.
fra Alberto – info@vocazionefrancescana.org
NB: Ricordo a quanti fossero interessati il percorso “i passi per diventare frate“.