Qual è veramente il mistero del Natale? È la piccolezza di un bambino, che nasce per noi. Buon Natale a tutti!
Ieri ho sentito al telefono un cara amica. L’ho sentita molto stanca, aveva la voce lenta, a basso volume, come per non disturbare. Da ormai un anno sta accudendo il marito, che una malattia improvvisa ha costretto a letto. L’ho sentita affaticata, debole. Eppure c’era in lei anche una certa forza, una grinta:
“Nico, sai, ieri ha mangiato, è riuscito a riposare, i dolori gli hanno dato un po’ di tregua, sono riuscita perfino a fargli una foto, è venuta bene sai, dopo te la mando! So che non guarirà, ma se almeno potesse anche solo rimanere così, metterei la firma, subito!”.
Ve la immaginate questa scena? Forse l’avete vista, da qualche amico, da qualche parente. Umanità in sofferenza, piccola, silenziosa, nascosta dentro le nostre case.
Eppure, mi chiedo: è una scena piccola, sta accadendo lì dentro qualcosa di piccolo, di insignificante, oppure c’è nascosto qualcosa di grande? C’è forse qualcosa di grande nascosto dentro i gesti, la pazienza, la cura, di una donna per il proprio marito, per mesi e mesi, fra ospedali e disturbi, e medicine, e debolezza…
Ecco, qui dentro sta il mistero del Natale. Pensate ai pastori, cosa dicono nel Vangelo di Luca quando gli angeli appaiono loro?
Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere» (Lc 2,15).
Ve lo immaginate? I pastori, che si vedono apparire gli angeli, e la stella… è nato il Salvatore, è nato quello che arriva a risolvere tutti i problemi! Cosa si aspettavano secondo voi? Qualcosa di grande, qualcosa di incredibile!
E cosa trovano? Trovano poco, davvero poco, sul serio. Trovano una piccola, silenziosa creatura, messa lì sulla mangiatoia di una stalla. Continua infatti il brano evangelico:
Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia (Lc 2,16).
Non è scritto: “trovarono Maria santissima”, non è scritto “trovarono il figlio di Dio, la seconda persona della santissima Trinità”, no, c’è scritto una madre, un padre, un bambino, tutto qua. Dai, sarà mica sta cosa qua che cambia il mondo!
Sono simili a noi i pastori… cosa troviamo andando a Messa, ogni anno, il giorno di Natale? Perché un giorno di festa svegliarsi e andare a Messa? Cosa c’è qua di speciale? Un prete che ripete le stesse parole di sempre, delle letture di cose accadute migliaia di anni fa, un pezzetto di pane senza sapore da mettere in bocca… cosa c’è di grande? Cosa c’è di straordinario?
Eppure, continua il vangelo:
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto (Lc 2,20).
Allora c’è qualcosa che non torna. Qui i pastori, misteriosamente, vedono qualcosa che noi non vediamo. O sono matti loro, oppure siamo ciechi noi. Più probabile la seconda direi…
Noi infatti siamo abituati a vedere le cose grandi, quelle evidenti, quelle gridate, quelle appariscenti. Abituati che le cose grandi, poi, hanno un costo. Più una cosa è grande, bella, appariscente, più costa. Siamo abituati che le cose grandi e belle dobbiamo meritarcele.
Eppure oggi, sotto in nostri occhi, c’è un’altra realtà: c’è un Dio che viene a noi come bimbo indifeso fra le nostre braccia, come semplici parole lette ad un microfono nelle nostre orecchie, come pezzetto di pane sulle nostre mani.
Non ci sono grandezze, non ci sono effetti speciali. Addirittura è gratis. Dai, se è gratis vuol dire che non vale un granché, no? Eppure lui non ci chiede nulla, non si aspetta niente da noi, non ci sono requisiti da avere.
Natale è questo: solo un bambino, lì per te, gratis, nient’altro. Puoi prenderlo in braccio, accarezzarlo, lasciarti guardare negli occhi, lasciarti sciogliere dentro dal suo sguardo. Tutto qui. Questo è il mistero del Natale.
E i pastori capiscono. Lo capisce, lo scopre, san Francesco a Greccio, quando inventa il presepio. Lo scopre sant’Antonio a Camposampiero, quando stringe fra le braccia quel bambino, e non lo molla più, se lo tiene stretto, da 800 anni, tanto che non esiste statua di sant’Antonio senza!
Loro intuiscono, e anche i nostri cuori intuiscono: se fosse grande, se fosse costoso, se fosse appariscente, sarebbe per noi irraggiungibile. Forse potremmo ammirarlo, potremmo servirlo, ma lui resterebbe là, e noi resteremmo qua.
E invece no, è lì, alla nostra portata. Solo in questo modo può davvero essere il Dio-con-noi, il Dio-per-noi! È questo il Natale vero: adesso Dio è qui, piccolo, raggiungibile, alla nostra portata, gratis. È qui, e non ci molla più, non ci lascerà più soli, mai. Buon Natale a tutti!
fra Nico – franico@vocazionefrancescana.org
PS: Vi lascio qui sotto il video della splendida omelia di Natale del 1958 di don Primo Mazzolari, da cui mi sono ispirato per questo post: