Come saprete, oggi, 2 febbraio, si ricorda la Presentazione di Gesù al Tempio, e tutta la chiesa celebra la Giornata della vita Consacrata. Per noi consacrati c’è una domanda che la vita di ogni giorno ci sbatte in faccia, e che in giornate come queste sentiamo ancora più urgente e pungente: Che senso ha oggi la vita consacrata? Ha ancora senso una vita così, nel terzo millennio?
Sapete, c’è un testo che mi ha accompagnato in questi ultimi anni, una piccola luce, accesa nelle nebbie che avvolgono i nostri tempi. Lo condivido con voi:
Fratel Michael Davide, Non perfetti, ma felici.
«Forse, a ben guardare, non è mai esistito un mondo così “evangelico” come il nostro, che pure ci fa tanta paura. Infatti, nonostante le ambiguità e le contraddizioni che sono presenti in ogni epoca, forse mai come nel nostro tempo, così secolarizzato, la libertà e la felicità di tutti e per tutti, almeno come princìpi, sono stati così a cuore a molti… anzi a moltissimi.
Come disse papa Giovanni XXIII sul letto di morte: “Ora più che mai siamo intesi a servire l’uomo in quanto tale. Non è il vangelo che cambia: siamo noi che incominciamo a comprenderlo meglio! Sì, è giunto il momento di riconoscere i segni dei tempi, di coglierne l’opportunità e di guardare lontano!”.
Il modo di concepire il nostro “essere umani” è profondamente cambiato. Ciò comporta delle conseguenze forti. La prima di queste è rinunciare ad essere modello, per imparare a sentirci fino in fondo compagni di strada che non hanno nulla da insegnare se non quello che possono condividere nel profondo della condizione umana».
fra Nico – franico@vocazionefrancescana.org