Oggi, lasciandoci guidare dal vangelo, leggiamo una bellissima riflessione di Enzo Bianchi che introduce il tema del celibato come una strada per il regno dei cieli e non come una privazione fine a se stessa.
Lo ringraziamo per il suo contributo e preghiamo anche per lui.
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org

Dal Vangelo di Marco (10, 28-30)
“Non c’è nessuno che abbia lasciato tutto questo a causa mia e del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà”.
Oggi si dimentica troppo facilmente anche nella chiesa (ma ci si crede ancora?) che Gesù può chiedere a “chi può fare spazio”, di rinunciare alla famiglia che aveva e a quella che avrebbe potuto crearsi. (cfr. Mt 19,12 “Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca». )
Il celibato per il Regno non può essere ridotto alla rinuncia all’esercizio sessuale, ma è molto di più: è una “non coniugazione” né psicologica né affettiva, è non avere più una famiglia umana, ma vivere e sentire come sufficiente la famiglia dei fratelli e delle sorelle di Gesù.
Come gli stesso ha annunciato:
“Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli? … Chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre” (Mc 3,33.35).
Nella sequela di Gesù si può abbandonare la famiglia carnale per un nuova famiglia, si può vivere il celibato nella fecondità dell’amore di Cristo, dei suoi fratelli e delle sue sorelle.
Stiamo attenti a non annacquare lo scandalo della sequela di Cristo, a non nascondere la rinuncia, che è determinante nel seguire Gesù.
“Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli? … Chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre” (Mc 3,33.35).