Il Vangelo di oggi ci presenta molti richiami, mettendoci in guardia circa l’uso e l’abuso dei beni e delle ricchezze, circa le tante pre-occupazioni distorte e voraci che troppo spesso si impadroniscono di noi e ci distolgono da Dio e dalla sua volontà, impedendoci relazioni libere e vere….
Dal vangelo di Matteo 6,24-34.
“E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro.
Ora se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede?” (vv. 28-31)
Mi colpisce in particolare il passaggio riguardante “il vestito”. Viviamo in un tempo in cui l’apparire, “il come” ci si presenta all’esterno non è considerato certo cosa banale o marginale o da trascurare. Anzi: molto di noi, del nostro lavoro, di ciò che siamo e vogliamo essere è mediato dall’immagine, da un nostro mostrarci in un modo anzichè un altro, da un certo abbigliamento e vestito, dal look e dallo stile, dalla moda o da un tatuaggio, da un fisico più o meno scultoreo.. Se la “cura di sè” e il presentarci adeguatamente sono doverosi, assistiamo oggi però anche a eccessi e pazzie, pur di colpire e attrarre.. Il rischio non sempre evidente di tale modo di porsi è la superficialità, l’evanescenza, la vuotezza, il valutarci in base alle opinioni altrui e all’effetto “scenico” che riusciamo a suscitare. E’ diventare un bel sacco, ben agghindato e imbellettato, ma privo di sostanza e contenuti dove solo l’esterno conta, perchè il dentro non ci piace e chi siamo davvero è da nascondere e temere.
Il carnevale di questi giorni al riguardo è emblematico: giochiamo con le maschere fingendo di essere quello che non siamo! In questo senso il carnevale dovrebbe almeno aiutarci a essere veri negli altri giorni dell’anno. Ma che fatica!! Quanta angoscia ci dà il temuto giudizio altrui!? Quanta paure un pò tutti abbiamo di essere visti per quello che siamo veramente. Com’è difficile mettere in sintonia il di “fuori” con quello che siamo “dentro” e dunque essere persone uniche e vere, intere e pacificate, non dissociate e divise e dalle molteplici facce!! Solo se siamo riconciliati con noi stessi, ci occuperemo anche del vestito, ma senza la preoccupazione di dare un’immagine falsa di noi!

Adamo ed Eva erano nudi e non ne provavano vergogna, perché le loro relazioni erano sane e non avevano bisogno di nascondersi l’uno con l’altra. Quando in una relazione cominciamo a nasconderci e a fingere, vuol dire che la relazione non funziona più.
Anche Gesù sarà spogliato delle sue vesti, perché è la Verità che non ha nulla da nascondere. Si presenta nudo davanti al Padre.
Così san Francesco: diventa veramente sè stesso solo quando con un gesto da folle, si spoglia di tutto restituendo ogni bene al padre Bernardone e “nudo” si scopre finalmente figlio di Dio, figlio dell’unico Padre che è nei cieli! E’ solo dopo questo passaggio che la sua preghiera potrà risuonare libera e amante e confidente: laudato si mi Signore!
Caro amico in ricerca, e tu da cosa devi spogliarti?
Che maschere devi toglierti?
Che cosa ti impedisce di seguire il Signore?
Cosa più di tutto ti pre-occupa e ti affanna, ostacolando la tua vocazione e negandoti uno sguardo più aperto e libero sulla vita e sul prossimo e sul mondo?
Quali sono le pre-occupazioni e le catene da spezzare circa Dio, (nello studio, al lavoro, riguardo affetti..vizi…abitudini.. progetti) perchè tu possa compiere più prontamente la Sua volontà?
Ma sai accorgerti degli uccelli del cielo e dei gigli del campo e della natura e delle foreste e di ogni dono del Signore? Sai ringraziarlo ogni giorno per la vita e la sua Provvidenza e i tanti benefici?
A Lui sempre la nostra Lode!
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org
