Riporto oggi una domanda fatta da Emanuele al corso vocazionale sulla vocazione, un tema che richiede sempre attenzione e sopratutto un discernimento accompagnato dalla preghiera e da una guida spirituale.
Domanda di Emanuele
(…) Ho una domanda: Alcuni mesi fa, sono stato a Assisi a un corso vocazionale assai “turbolento” anche se capitatomi un “pò per caso”. Posso dire di essere tornato a casa ritrovando la fede e il Signore, con un’emozione fortissima nel cuore! Ricordo che alla tomba di san Francesco, osservando un giovane frate sorridente, ho anche pensato per un istante, quasi in un lampo, che anch’io avrei potuto farmi frate, e che era affascinanate quella strada. Poi però tanti e tanti dubbi e pensieri altalenanti!!
Come faccio a discernere se davvero ho ricevuto la chiamata del Signore, una vocazione alla vita francescana, a diventare frate? Non potrebbe essere solo una riscoperta della fede, una grande passione e amore verso Dio e Cristo che fino ad ora non avevo conosciuto o comunque trascurato? Non potrebbe essere stato questo amore presentatosi così fortemente in me , insieme al mio desiderio di dare tutto me stesso al Signore a portarmi a credere ad una chiamata Divina, quando forse, la mia strada è altrove? (…) Grazie!Emanuele

Risposta di fra Alberto
Pace a te caro Emanuele (…). Come più volte ho scritto spesso si può rischiare di confondere una conversione (un ritorno sincero e deciso a Dio) con la vocazione (l’aderire ad una chiamata specifica come quella di diventare frate o prete). Come fare? Come capire?
- E’ necessario un cammino paziente di discernimento e verifica, dove, prima di tutto le emozioni, pure importanti, si sedimentino e si accompagnino quindi all’interiorità e alla preghiera. La preghiera, infatti, è il primo grande passo per comprendere la volontà del Signore sulla propria vita.
- Tieni presente poi che il cammino spirituale di verifica non è mai solo personale e individuale. E’ fondamentale, infatti, sempre accettare e confrontarsi con la mediazione della Chiesa aderendo per esempio al Gruppo Vocazionale (proposto da ogni diocesi o dai frati come il “Gruppo san Damiano“). Camminare con altri ragazzi, con i medesimi pensieri e interrogativi, ed essere accompagnati da formatori attenti e saggi è di assoluta utilità.
- E’ poi irrinunciabile avere a fianco la figura di una guida personale, di un Padre spirituale (un sacerdote..un religioso..) con cui dialogare in libertà e nel profondo dell’anima. Con questi accanto è possibile crescere nell’amore del Signore e nello sguardo sincero e retto dei propri moti interiori, dei sentimenti, dei desideri, come delle paure, come della volontà…
Caro Emanuele, se dunque una vita cristiana seria, bella e gioiosa è la prima chiamata e riguarda ogni battezzato (ringrazia Dio di averla ritrovata!), la vocazione religiosa chiede sempre una verifica attenta!! Non è poi mai un diritto o un percorso esclusivo del singolo, ma una missione che viene riconosciuta con la Chiesa, è accolta dalla Chiesa, nella Chiesa nasce e germina e per la Chiesa fiorisce e matura. Tale mediazione è il passaggio fondamentale e irrinuciabile per la veridicità della vocazione religiosa.
Il Signore ti benedica.
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org