Sono molte le lettere in cui mi si chiede di approfondire il nostro carisma e specialmente la nostra spiritualità. Ma fra le tante, mi ha colpito in particolare, la mail di Luca, in cui ci definiva degli “specialisti della preghiera“, quasi dei super- esperti di Dio.
Confesso di aver sorriso al riguardo considerando la mia personale pochezza così come la quotidiana e semplice esperienza evangelica e cristiana di noi frati. Più che grandi “esperti” di Dio, mi piace definirci dei cercatori, dei pellegrini, dei viandanti: sempre in cammino, sempre in ricerca, sempre anelanti, sempre protesi e desiderosi, sempre anche deboli e peccatori.
Al riguardo, riporto in parte, alcuni pensieri tratti dal progetto di vita dei nostri confratelli francesi in cui si parla della preghiera e del significato che essa ha per i frati. Spero vi possa aiutare a meglio comprendere la nostra vita.
Al Signore Gesù sempre la nostra Lode.
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org
La preghiera
Come frati, noi desideriamo non solo pregare, ma soprattutto siamo chiamati a diventare sempre più degli “uomini di preghiera” a immagine del nostro padre san Francesco che era sempre “tantissimo occupato con Gesù” e che chiedeva senza sosta lo Spirito del Signore e la sua «santa operazione» (2 Regola 10, 8). La vita di preghiera è dunque la base della nostra vita di frati francescani e siamo intimamente convinti che ogni nostro gesto o attività o rinnovamento ispirato passi per questa strada obbligata.
Del resto, la vocazione di ciascuno di noi sgorga e trova la sua prima origine dall’essere cuore a cuore con Colui che ci ha chiamato a vivere della sua vita. E’ per questo che prima ancora della dimensione apostolica e pastorale, la nostra vita si nutre nell’ascolto della Parola, nella lode e nell’adorazione. In questo ci sentiamo incoraggiati da papa Francesco che ha chiesto umilmente, la sera della sua elezione, la preghiera per lui e il suo ministero. Noi crediamo, come lui, nella forza e nella potenza missionaria della preghiera di intercessione.
Nella sua esortazione apostolica “Evangelii Gaudium“, papa Francesco conferma queste nostre intuizioni sottolineando che una vita di preghiera autentica non può essere un ripiegamento su se stessi, ma che al contrario, essa mantiene vivo l’ardore missionario: «Dal punto di vista dell’evangelizzazione, non servono né le proposte mistiche senza un forte impegno sociale e missionario, né i discorsi e le prassi sociali e pastorali senza una spiritualità che trasformi il cuore. (…) Senza momenti prolungati di adorazione, di incontro orante con la Parola, di dialogo sincero con il Signore, facilmente i compiti si svuotano di significato, ci indeboliamo per la stanchezza e le difficoltà, e il fervore si spegne.» (n°262). La vita di preghiera fa dunque crescere l’amicizia con Gesù e costruisce l’amore fraterno (n°265).
In un recente documento indirizzato a tutti i frati, il nostro Ministro Generale evocava certi pericoli che insidiano anche la nostra vita di religiosi francescani: la perdita di identità per l’indebolimento del senso spirituale e teologico della nostra vita e della nostra chiamata; un attivismo clericale che eclissa spesso il richiamo contemplativo del nostro carisma e della vita fraterna.
Attraverso dei gesti, delle parole e dei silenzi, la vita di preghiera ci permette ogni giorno di esprimere, di rileggere, di approfondire il senso spirituale della nostra vita e della nostra identità profetica. (…) Ci permette di riconoscere e rifuggire da scelte di mediocrità e accondiscendenza con tutto ciò che è mondano e ci allontana da Dio. Ci sollecita e richiama ad una continua tensione, un continuo dialogo fra lo spirito delle origini che ha spinto san Francesco a rispondere alla chiamata del Signore per riparare la sua Chiesa e le sfide del nostro tempo in cui Dio continua, nonostante tutto, ad essere presente e ad agire. La vita di preghiera ci permette pertanto di ritornare continuamente alle radici e alle sorgenti della nostra consacrazione e alle intuizioni più autentiche del francescanesimo.
L’Ordine e le Chiese locali che ci accolgono, lanciano e chiedono alle nostre comunità la sfida di un nostro essere presenti in modo significativo e provocante. E’ anche per questo che la nostra preghiera non può accontentarsi di restare solo interiore e personale, ma essa è chiamata a prendere corpo e a rendersi riconoscibile sempre di più anche in una dimensione comunitaria semplice e luminosa.
I frati francesi – info@vocazionefrancescana.org