Il Vangelo della prima domenica di Quaresima, ci parla delle tentazioni che Gesù deve affrontare all’inizio del suo ministero pubblico. Anche Gesù è chiamato a “verificare” la propria vocazione e chiamata, a mettere alla prova fin dall’inizio la sua missione.

Prima tentazione (cfr. Lc 4, 3-4)
Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane».Gesù gli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo».
Seconda tentazione (cfr. Lc 4, 5-8)
Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto».
Il tentatore propone a Gesù un rapporto con gli altri basato sulla sopraffazione e anche strettamente legato all’idolatria. Si comporta così l’uomo, quando diventa “adoratore del tentatore”, ma in fondo “adoratore di se stesso”: non l’uomo fatto a immagine di Dio, ma Dio a nostra immagine.
schiavitù. Quando l’uomo ha Dio per Signore, l’altro non è mai qualcuno da dominare o usare, l’altro non è mai una minaccia: l’altro è un fratello! Gesù ha poi altrettanto chiaro che non è il potere mondano che salva il mondo, ma il potere della croce, dell’umiltà, del servizio, dell’amore gratuito. La nostra società ci mostra strade ben diverse: l’uomo che si illude di bastare a se stesso (con il potere della scienza o economico); l’uomo che esalta la forza, la ricchezza, il successo, la superiorità (economica, fisica, sociale…) e che disprezza il servire, la gratuità, l’umiltà. E’ qui ravvisabile il voto di Povertà: Dio è il Signore e il Padrone di tutto. Non c’è potere o ricchezza o altro regno materiale che possa superarlo e per il quale spendere la vita. Il religioso è dunque colui che proclama questo davanti al mondo con la sua scelta di rinuncia radicale.
Terza tentazione (cfr. Lc 4, 9-12)
Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù di qui; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano; e anche: Essi
ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra». Gesù gli rispose: «È stato detto: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo». Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.
La terza tentazione è legata al rapporto con Dio. Il diavolo, in modo subdolo e pervertito, propone a Gesù di gettarsi dal pinnacolo del Tempio di Gerusalemme e farsi salvare da Dio mediante i suoi angeli, di compiere cioè qualcosa di sensazionale per mettere alla prova Dio stesso; ma la risposta è che Dio non è un oggetto a cui imporre le nostre condizioni, a cui chiedere di fare quello che vogliamo noi (fai quello che dico io!): Lui solo è il Signore di tutto (cfr. 9-12).
Il tentatore chiede dunque a Gesù un gesto che obblighi Dio a venire allo scoperto. Questa è una tentazione
spesso ricorrente fra i credenti: quando si ha con Dio un rapporto “commerciale”, quando si pretende che Dio
ci risolva i problemi o si pieghi alla nostra volontà o si adegui ai nostri progetti. Ma lui è più grande di tutto questo e i suoi pensieri non sono i nostri pensieri. A noi piuttosto è chiesto, come tante volte preghiamo, “che sia fatta la tua volontà” che riusciamo a vedere la sua presenza amorosa in ogni circostanza, lieta o triste
della nostra vita. E’ qui ravvisabile il voto di Obbedienza: Il frate, è colui che sempre si rimette primariamente e in ogni circostanza alla Volontà di Dio. Questa ricerca, a questa desidera conformarsi e obbedire.
