Dopo gli impegni di preparazione, confessioni e celebrazioni a Parma, prendo una pausa per scrivervi alcune righe in questo giorno dedicato alla Santa Famiglia.
Il Figlio e Verbo di Dio nel suo Natale di incarnazione già vive la propria vocazione di obbedienza al Padre, per entrare in quella vita umana che è stata scelta da Dio come via di salvezza per la nostra umanità ferita.
Divenire uomo per Dio significa accettare, accogliere, godere e soffrire tutto ciò che fa parte dell’umano. Tranne che di quello che non viene da Dio: il peccato. Per questo il Figlio di Dio divenuto Figlio dell’uomo ha un famiglia: Gesù ha Maria e Giuseppe. Papa Francesco oggi nell’Angelus si è soffermato a sottolineare cosa le famiglie possono apprendere dalla Famiglia di Nazareth, sottolineando in particolare la gioia e la sua fecondità.
Il Vangelo di oggi invita le famiglie a cogliere la luce di speranza proveniente dalla casa di Nazaret, nella quale si è sviluppata nella gioia l’infanzia di Gesù, il quale – dice san Luca – «cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini» (2,52). Il nucleo familiare di Gesù, Maria e Giuseppe è per ogni credente, e specialmente per le famiglie, un’autentica scuola del Vangelo. […]
Dall’esempio e dalla testimonianza della Santa Famiglia, ogni famiglia può trarre indicazioni preziose per lo stile e le scelte di vita, e può attingere forza e saggezza per il cammino di ogni giorno. La Madonna e san Giuseppe insegnano ad accogliere i figli come dono di Dio, a generarli e educarli cooperando in modo meraviglioso all’opera del Creatore e donando al mondo, in ogni bambino, un nuovo sorriso. È nella famiglia unita che i figli portano a maturazione la loro esistenza, vivendo l’esperienza significativa ed efficace dell’amore gratuito, della tenerezza, del rispetto reciproco, della mutua comprensione, del perdono e della gioia.
Vorrei soffermarmi soprattutto sulla gioia. La vera gioia che si sperimenta nella famiglia non è qualcosa di casuale e fortuito. E’ una gioia frutto dell’armonia profonda tra le persone, che fa gustare la bellezza di essere insieme, di sostenerci a vicenda nel cammino della vita. Ma alla base della gioia sempre c’è la presenza di Dio, il suo amore accogliente, misericordioso e paziente verso tutti. Se non si apre la porta della famiglia alla presenza di Dio e al suo amore, la famiglia perde l’armonia, prevalgono gli individualismi, e si spegne la gioia. Invece la famiglia che vive la gioia, la gioia della vita, la gioia della fede, la comunica spontaneamente, è sale della terra e luce del mondo, è lievito per tutta la società.

Crescere in una famiglia è un elemento buono e fecondo per crescere nella fede, nelle virtù cristiane. E quindi anche nella gioia. Tutto ciò aiuta a scoprire, accogliere, discernere e scegliere la propria vocazione.
Non si parla qui di una famiglia “perfetta”, modello “Mulino Bianco”, ma di un’ambiente il più possibile “completo” (questo credo possa essere il vero significato etimologico ed evangelico di “perfezione”). Ogni famiglia ha i suoi piccoli e grandi “deficit”. Ma dalla sana tensione verso il bene che può trasmettere, può contribuire a formare uomini e donne “capaci di vocazione”.
Allora, come conclude Papa Francesco, anche noi preghiamo perché:
Gesù, Maria e Giuseppe benedicano e proteggano tutte le famiglie del mondo, perché in esse regnino la serenità e la gioia, la giustizia e la pace, che Cristo nascendo ha portato come dono all’umanità.
E soprattutto voi figli (tanto più i più giovani) pregate per i vostri genitori: anche grazie a questo potranno vivere meglio la loro vocazione matrimoniale e genitoriale… contribuendo a farvi crescere verso la vostra vocazione. E voi genitori (sappiamo che qualcuno legge qui… pregate per i vostri ragazzi/e, perché loro con voi sappiano dilatare gli spazi della libertà e della gioia per una scelta vocazionale autentica alla sequela di Cristo, vero uomo.
Il Signore doni pace a voi e alle vostre famiglie!
fra Francesco – info@vocazionefrancescana.org