Il tempo di Quaresima è un continuo stimolo a guardarsi dentro, perché «dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male… Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo» (Mc 7,21-23). Questo ci dice Gesù.
Oggi nel Vangelo il Signore ci chiama a conversione, ci chiede di impegnarci nel cambiamento… a partire semplicemente dal «segno di Giona». A questo curioso e svogliato profeta è dedicato interamente uno dei più piccoli libri dell’Antico Testamento. Nel clou della sua vicenda egli vede cambiare, pentirsi e fare penitenza l’intera Ninive, la grandiosa città pagana della Mesopotamia… a partire dalla sua predicazione asciutta e (da quanto il libro ci fa immaginare) poco convinta.
Se tanto ha potuto una simile predicazione, perché non dovremmo essere raggiunti e cambiati noi dalla forza della Parola di Gesù, maestro divino e primo realizzatore di ciò che dice??

Molto dipende da noi e dal nostro cuore. Ci dice Gesù, a cui fa eco oggi Papa Francesco:
Alla luce di questo credo che possa fare molto a ciascuno di noi approfittare di questo tempo per riprendere una buona abitudine della nostra tradizione cristiana: l’esame di coscienza. Papa Francesco con l’inizio della Quaresima ha fatto distribuire in Piazza San Pietro un piccolo libretto, intitolato Custodisci il cuore. È una piccola raccolta di brani evangelici e di “classici” della fede, per «diventare cristiani coraggiosi». Tra beatitudini evangeliche e virtù teologali, dopo i dieci comandamenti della Bibba e i cinque precetti della Chiesa… ecco arrivare il “vecchio” esame di coscienza. Preceduto e seguito da alcune indicazioni sul Sacramento della Penitenza o Confessione.
Esaminare la propria coscienza non è un’operazione di “narcisismo spirituale”, un procedimento per autoperfezionarsi. È un modo per verificare quanto il Vangelo di Cristo sia messo in pratica nella mia vita. Guardare cosa ha bisogno di essere corretto in me è il primo passo amare concretamente il Maestro, perché: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama» (Gv 14,21).
Ecco di seguito le indicazioni di Papa Francesco per l’esame di coscienza, come sempre proposto con parole semplici ed efficaci.
Per concludere… il «segno di Giona», di cui parla Gesù nella pagina evangelica proposta oggi dalla liturgia, non è solo il “segno della predicazione”. Nasconde anche il “segno della Pasqua”. Giona è anche colui che è stato tre giorni nel ventre del pasce, come Gesù entra nella morte per «risorgere il terzo giorno» (Lc 9,22).
Accanto al “segno della parola”, che dice con chiarezza e severità la verità a cui la nostra vita si deve conformare, Gesù ci offre con bontà anche il “segno della grazia”: essa sola potrà convertirci fino in fondo.
Camminare in questo tempo con tenacia e gioia verso una vita cristiana “più vera” è un atteggiamento importante per ogni discernimento vocazionale. Tanto più se l’orientamento della mia vita mi porta verso una scelta di vita religiosa, proprio facendo i conti con il mio peccato e la misericordia di Dio, non posso tirarmi indietro dalla fatica di mettermi in stato di conversione… e “allenarmi” così a «seguire Cristo con maggiore libertà ed imitarlo più da vicino» (Conc. Vaticano II, Decr. Perfectae Caritatis, n. 1).
Tratto da Avvenire.
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