Gesù prima di spirare pronuncia la famosa frase: “è compiuto!“. Quante volte vorremmo che anche la nostra vita, le nostre scelte e i nostri desideri portassero a qualcosa di “compiuto”?
Dal Vangelo di Giovanni (Gv 19)
Gesù disse: «È compiuto!»

In mille campi la mia vita è un’“incompiuta”. Nel lavoro. Negli affetti. Nella relazione con me stesso. Nella ricerca della pace. Comincio mille cose e poi mollo: stanchezza, delusioni, fallimenti, incapacità, pigrizia … mi segano le gambe.
Con la prospettiva della morte, poi, mi sembra che i miei desideri di pienezza e felicità vengano stroncati irrimediabilmente. Al punto che per paura di sognare vivo da rassegnato, ignoro la morte, assumo atteggiamenti fatalistici.
Gesù, il Maestro sapeva quel che voleva. “Amarti da morire”, come dicono gli innamorati. Amava tutti, soprattutto i più disperati.
Per questo ha accettato un’ingiusta sentenza? L’ipocrisia della gente religiosa? I giochini di convenienza della gente di potere?
Sento che ha visto la possibilità di condividere la morte di quei due sciagurati che chiamiamo «i due ladroni», per poterli amare quando nessuno li amava. Se scorro la sua storia, lo ha fatto con tutti accogliendo anche i suoi crocifissori, disperati e stolti più degli altri: per questo avevano la licenza di uccidere.
Amando ho compiuto la mia vita. Non serve altro, se guardo a Lui. Morire per amore, facendomi prossimo, è un bel modo di compiere quella vita che mia madre mi ha regalato con grida di dolore.
Perché non provo un pochino anch’io a spendermi così?
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org