Si è da pochi giorni concluso il 200° Capitolo Generale in Assisi che ha visto la riconferma a successore di San Francesco, di P. Marco Tasca alla guida dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali.
Il Capitolo, fra i molti aspetti rilevanti, è stato anche una grande occasione di incontro e fraternità tra frati giunti da tutto il mondo (da ben 65 nazioni). Al vedere la loro gioia di ritrovarsi e comunicare sentendosi parte di un’unica grande famiglia, non ho potuto non riandare ai racconti dei primi biografi di S. Francesco e alle narrazioni dei primordi dell’Ordine Francescano, dove la Fraternità, appare da subito lo stile unico e inconfondibile dei frati francescani.
“Fratelli” perché figli dell’unico Padre che è nei cieli: ecco la “novità” che da sempre ci contraddistingue e vogliamo testimoniare con la nostra vita. Ecco come viene descritta ” la fraternità” e l’ incontrarsi dei frati, da uno dei primi biografi francescani, Tommaso da Celano.

Dalla Vita prima – Fonti Francescane n. 386-387
San Francesco fondò l’Ordine dei frati minori ed ecco in quale occasione gli diede tale nome. Mentre si scrivevano nella Regola quelle parole: “Siano minori”, appena l’ebbe udite esclamò: “Voglio che questa Fraternità sia chiamata Ordine dei frati minori.” E realmente erano “minori”, perché “sottomessi a tutti” e ricercavano l’ultimo posto e gli uffici cui fosse legata qualche umiliazione, per gettare così le solide fondamenta della vera umiltà, sulla quale si potesse svolgere l’edificio spirituale di tutte le virtù.
E davvero su questa solida base sorse la nobile costruzione della carità. E come pietre vive, raccolte, per così dire, da ogni parte del mondo, crebbero in tempio dello Spirito Santo.

Com’era ardente l’amore fraterno dei nuovi discepoli di Cristo! Quanto era forte in essi l’amore per la loro famiglia religiosa! Ogni volta che in qualche luogo o per strada, come poteva accadere, si incontravano, era una vera esplosione del loro affetto spirituale, il solo amore che sopra di ogni alto amore è fonte di vera carità fraterna. Ed erano casti abbracci, delicati sentimenti, santi baci, dolci colloqui, sorrisi modesti, aspetto lieto, occhio semplice, animo umile, parlare cortese, risposte gentili, piena unanimità nel loro ideale, pronto ossequio e instancabile reciproco servizio. Avendo disprezzato tutte le cose terrene ed essendo immuni da qualsiasi amore egoistico, dal momento che riversavano tutto l’affetto del cuore in seno alla comunità, cercavano con tutto l’impegno di donare perfino se stessi per venire incontro alle necessità dei fratelli. Erano felici quando potevano riunirsi, più felici quando stavano insieme; ma era per tutti pesante il vivere separati, amaro il distacco, doloroso il momento dell’addio”.
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org