Sono certo che avete avuto modo di ascoltare il Vangelo di Marco 10,17-30 e di sentirvi profondamente toccati e forse turbati da questo testo. Mi colpisce in particolare lo sguardo di Gesù: uno sguardo d’amore personale verso quel giovane a cui, subito dopo, il Signore rivolge un invito forte ed inaspettato.
Va… vendi quello che hai e dallo ai poveri… poi vieni e seguimi
La vocazione alla vita religiosa e francescana scaturisce e germina da un “sentirsi guardati” in modo speciale e unico; sgorga dal fascino di Gesù con i suoi gesti, le sue parole, i suoi sentimenti; non dipende dunque principalmente dal nostro buon “fare” o da un “osservare” o meno le leggi e i comandamenti, ma dalla libera iniziativa del Signore che chiama chi vuole, come vuole e quando vuole.
La vocazione è sempre un appello esigente ed alto che chiede di mettere al primo posto Gesù e nient’altro; non vuole compromessi, non offre garanzie.
La vocazione ha insito il servizio e il dono di tutto quello che “si ha” e “si è” al prossimo, ai poveri.
La vocazione è sempre una proposta nella libertà che prevede e accetta anche il rifiuto e il diniego.
La vocazione religiosa è una strada alternativa al “non senso” e alla tristezza: essa riempie il cuore e la vita di gioia. Il Signore vi benedica.
A Lui sempre la nostra Lode.
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org

Dal vangelo di Marco (10,17-30).
Mentre usciva per mettersi in viaggio, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?».Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: và, vendi quello che hai e dàllo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi». Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio!». I discepoli rimasero stupefatti a queste sue parole; ma Gesù riprese: «Figlioli, com’è difficile entrare nel regno di Dio! E’ più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più sbigottiti, dicevano tra loro: «E chi mai si può salvare?».
Ma Gesù, guardandoli, disse: «Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio! Perché tutto è possibile presso Dio». Pietro allora gli disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito».
Gesù gli rispose: «In verità vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, che non riceva già al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna».

Dalla Vita Seconda di San Francesco di fra Tommaso da Celano (FF 601)
“Bernardo, un cittadino di Assisi, che poi divenne figlio di perfezione, volendo seguire il servo di Dio nel disprezzo totale del mondo, lo scongiurò umilmente di dargli il suo consiglio. Gli espose dunque il suo caso: “Padre, se uno dopo avere a lungo goduto dei beni di qualche signore, non li volesse più tenere, cosa dovrebbe farne per agire nel modo più perfetto?” Rispose l’uomo di Dio: “Deve restituirli tutti al padrone, da cui li ha ricevuti”. E Bernardo: “So che quanto possiedo mi è stato dato da Dio e, se tu me lo consigli, sono pronto a restituirgli tutto”. Replicò il Santo: “Se vuoi comprovare coi fatti quanto dici, appena sarà giorno, entriamo in chiesa, prendiamo il libro del Vangelo e chiediamo consiglio a Cristo”. Venuto il mattino, entrano in una chiesa e, dopo aver pregato devotamente, aprono il libro del Vangelo, disposti ad attuare il primo consiglio che si offra loro. Aprono il libro, e il suo consiglio Cristo lo manifesta con queste parole: “Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quanto possiedi e dallo ai poveri” (Mt 19,21). Ripetono il gesto, e si presenta il passo: “Non prendete nulla per il viaggio” (Lc 9,3). Ancora una terza volta, e leggono: “Chi vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso” (Lc 9,23).
Senza indugio Bernardo eseguì tutto e non tralasciò neppure un iota. Molti altri, in breve tempo, si liberarono dalle mordacissime cure del mondo e, sotto la guida di Francesco, ritornarono all’infinito bene nella patria vera.”
Gesù, fissatolo, lo amò
Dio ti guarda personalmente, chiunque tu sia. Egli “ti chiama per nome” (Gv 10,3).
Ti vede, ti comprende perché ti ha creato. Egli sa quello che passa dentro di te, conosce tutti i tuoi sentimenti e pensieri, le tue inclinazioni e le cose che ti piacciono, la tua forza e la tua debolezza… Tu non sei soltanto la sua creatura sebbene Egli abbia cura perfino degli uccelli del cielo (Mt 10, 29)… tu sei un uomo redento e santificato, il suo figlio adottivo che gode del favore di una parte di quella gloria e beatitudine che fluisce da Lui eternamente nel Figlio Unigenito. Tu sei stato scelto per essere suo... Tu sei uno di quelli che Cristo incluse nella sua preghiera, suggellata dal suo sangue prezioso.
Quale pensiero è mai questo, pensiero quasi troppo alto per la nostra fede! Quando ci riflettiamo, non si può non reagire come Sara che ha riso per la meraviglia e la confusione (Gen 18,12).
«Che cosa è l’uomo », che cosa siamo noi, che cosa sono io, perché il Figlio di Dio «si curi di me?» (Sal 8,5).
Che cosa sono io… perché egli mi abbia rifatto nuovo… e abbia fatto del mio cuore la sua dimora?
Beato John Henry Newman (1801-1890) – info@vocazionefrancescana.org