Sursum corda? Che strana espressione! Essa viene dal latino: ‘sursum’ che significa ‘in alto’, e ‘corda’ che è tratto dalla parola ‘cor’ e che vuol dire ‘cuore’. ‘Sursum corda’ si traduce dunque nel linguaggio corrente e anche liturgico con ‘In alto i nostri cuori‘. Credo sia a tutti famigliare questa espressione che il sacerdote pronuncia ogni volta nella santa messa:
Sacerdote : In alto i nostri cuori / Sursum corda
Assemblea : Sono rivolti al Signore / Habemus ad Dominum.
Quando Dio parla, è solo attraverso e per mezzo del cuore (‘leb‘) che l’uomo può udirlo e incontrarlo. E’ dunque nel cuore e attraverso il cuore (‘leb‘) che si rivela la nostra vocazione.
Naturalmente, per giungere a questa consapevolezza, è necessario che il nostro ‘leb‘ sia bene orientato, un pò come un’antenna parabolica verso un satellite: cattivo orientamento = cattiva ricezione del segnale. Si pone però anche subito qualche altra questione: come fare per bene orientare il nostro cuore? Ma questo orientamento è davvero così importante e necessario per la nostra vita? Facciamo un altro passo per scoprirlo. Il salmo 120 ci parla così :
« Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l’aiuto? Il mio aiuto viene dal Signore, che ha fatto il Cielo e la Terra. »
E allora sarà bene che mi chieda: In che direzione io guardo? E… che cosa desidero? Che cosa poi, in realtà, mi cattura e coinvolge veramente?
Sono forse soprattutto rivolto a me stesso e alle mie mancanze, ai miei limiti, ai miei problemi, alle mie sofferenze o anche solo ai miei progetti? Guardo prevalentemente agli altri e alle loro imperfezioni e ai loro errori o a quello che loro hanno e io non ho? Considero soprattutto il mondo e le sue difficoltà? Oppure, sto cercando il Signore e la sua gloria ?
Si tratta di domande davvero importanti in cui Gesù ci può orientare e illuminare con la sua parola (Mt 6, 22-23) :
«La lucerna del corpo è l’occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce; ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!»
Se poi teniamo presente che il nostro sguardo è normalmente focalizzato su ciò che riteniamo più importante, ecco che Gesù viene ulteriormente a richiamarci e a ricordarci che: « là dov’è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore» (Mt 6, 21).
Dunque, per bene orientare “l’antenna parabolica” del nostre cuore, è necessario imparare a direzionare al meglio il nostro sguardo. Ma questo non è per niente facile, nè scontato! Talvolta basta qualche “grado” di differenza per farci miseramente cadere. Lo stesso Simon Pietro ne ha fatto amara esperienza quando camminando sulle acque per raggiungere Gesù, tutto gli va bene finchè il suo sguardo e la sua attenzione, improvvisamente, non sono più rivolti a Gesù, ma vengono attratti e travolti dal mare in tempesta. E’ allora che inizia ad avere paura e ad affondare!! (cf. Mt, 14, 22-33). Anche San Paolo ci racconta in una lettera come, ad un certo punto della sua vita, sia stato necessario prendere una decisione fondamentale e così indirizzare la parabola del suo cuore verso Gesù (Fil3,14):
« Questo soltanto so: dimentico del passato e proteso verso il futuro, corro verso la mèta per arrivare al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù.»
Tutto ciò deve interrogare anche noi: verso quale meta e scopo di vita siamo diretti? E poi, come potremmo correre verso un obiettivo senza mai guardarlo, per dirigerci verso di esso? Il peccato è proprio questo: quando ci lasciamo distrarre come San Pietro e perdiamo di vista l’obiettivo vero della nostra esistenza che è Gesù. Il peccato è quando il nostro cuore è male orientato e così ci dirigiamo verso un idolo invece di mirare e correre verso il Signore. Ma il frutto di questa mancata centratura non può che non essere amaro e triste; è mancare infatti, il bersaglio della vita eterna, il bersaglio dell’Amore vero che solo è fonte di felicità e fecondità.

Verso quale meta è dunque orientato il nostro sguardo? Perchè non prenderci a questo punto un pò di tempo per rispondere a tale domanda tanto importante? Perchè non provare a tendere l’arco della nostra vita per mirare l’obiettivo del nostro desiderio più profondo?
Sì, alziamo il nostro sguardo, eleviamo i nostri cuori! Lasciamoci condurre alle altezze dell’Amore, alla sorgente della Santa Trinità! E’ là che il tempo si arresta e i nostri interrogativi trovano risposta; è là che i nostri occhi si illuminano perchè guardano in Alto, ricercano l’Alto. Il salmo 33 ci incoraggia al riguardo :
“Guardate a Lui e sarete raggianti, non sarano confusi i vostri volti!”
Prendiamoci allora del tempo per discernere la nostra strada! Una buona occasione al riguardo è per es. il Gruppo san Damiano che riunisce dei giovani desiderosi di comprendere la propria vocazione, scoprendo ciò che il Signore ha seminato nel loro cuore (“leb”). Se ti interessa vedi qui i dettagli della proposta.
Disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.» i. (Gv 14,6)
cfr. https://vocationfranciscaine.com/
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org
[…] Sursum corda! – Vocazione Francescana […]
Belle considerazioni e indicazioni
Sursum corda