Vi propongo alcuni versi stupendi di un grande poeta mistico spagnolo, San Giovanni della Croce, di cui proprio oggi ricorre la festa. Egli si rivolge al Signore, all’Amato, con un trasporto e una passione da vero autentico amante.
“L’ Amato
è le montagne,
le valli solitarie e ricche d’ombra,
le isole remote,
le acque rumorose,
il sibilo delle aure amorose.
E’ come notte calma,
molto vicina al sorger dell’aurora,
musica silenziosa,
solitudin sonora,
è cena che ristora e che innamora”.dal “Cantico spirituale” di San Giovanni Della Croce (1542-1591)
Creati da Dio e per Dio
C’è un grande, pur se a volte inconsapevole desiderio di Dio scritto nel cuore di ogni uomo. Siamo, infatti, stati creati da Dio e per Dio, e il suo soffio ci ha modellato. Siamo opera delle sue mani ed Egli mai si stanca di attirarci a Lui, di ricercarci, di attenderci. Ugualmente l’uomo, da sempre, anela a Dio e desidera dialogare con Lui, pur se in un perenne contrasto fra grandezza della sua umanità e la fragilità del suo cuore.
Ma Dio non è mai lontano, ma sempre è vicino a ciascuno di noi e sempre, con bontà, è pronto ad aprire la sua porta a chi bussa. Ogni tempo, dunque, anche questo nostro così difficile e incerto, diventa allora uno squarcio di Cielo, dove è possibile scorgere una Luce nonostante l’incombere dell’oscurità e della tempesta.
L’Amato è “musica silenziosa”, è “solitudine sonora”.
Ma per quale via giungere a questo incontro tanto anelato? A quale porta possiamo bussare per poter udire la Sua voce e contemplare il Suo volto? La potenza e la bellezza della natura sono certo un grande richiamo, ma non sempre sufficienti a colmare il nostro desiderio. E dunque?
Nelle parole di san Giovanni della Croce colpiscono due espressioni per certi aspetti paradossali: l’Amato è “musica silenziosa”, l’Amato è “solitudine sonora”.
Mi piace interpretarle come un suggerimento, come una indicazione per come poter incontrare anche noi l’Amato e così, fare esperienza di Lui. E la via, la strada delineata è quella che conduce all’interno di noi stessi, al segreto del nostro cuore, nel nostro spazio interiore più silenzioso e segreto eppure più fecondo.
Nel cuore, infatti, risiede questa divina Presenza; nel cuore vi è stata seminata fin dal nostro battesimo e nel nostro cuore continua ad esprimersi e manifestarsi e risuonare con “gemiti inesprimibili”(Rm 8, 26), i gemiti dell’Amore.
La via del cuore
Cari amici, se anche noi vogliamo davvero incontrare il Signore, mettiamoci dunque in cammino verso il nostro cuore, ponendoci in ascolto, in contemplazione stupita di questa “musica silenziosa” e “solitudine sonora” che già ci appartiene e che continua a sgorgare, a cantare le sue note in noi sospinta dallo Spirito santo: è la voce dell’Amore, è la voce dell’Amato!
Certo, questa via non è semplice! Sempre chiede un cammino di purificazione e liberazione da tanta autosufficienza e superbia, da troppi rumori e distrazioni, ma non rinunciamo a questa esperienza di discesa e ascolto e custodia nel e del nostro cuore. Là, infatti, abita e già prega e canta e suona e ci attende l’Amato, il Signore. L’incontro con Lui non può essere rimandato, non può essere trascurato, nè soffocato da altro!!
Ci invita a questo anche lo stesso san Francesco nelle sue Ammonizioni (Cap. XXII, 27-29), quando afferma:
E sempre costruiamo in noi una casa e una dimora permanente a Lui, che è il Signore Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo, e che dice: «Vigilate dunque e pregate in ogni tempo, affinché possiate sfuggire tutti i mali che accadranno e stare davanti al Figlio dell’uomo. E quando vi mettete a pregare, dite: Padre nostro che sei nei cieli. E adoriamolo con cuore puro, poiché bisogna sempre pregare senza stancarsi mai; infatti il Padre cerca tali adoratori.
Nel cuore, il segreto dell’autentica preghiera!
Qui la fonte della gioia e della pace vera.
Qui l’incontro con l’Amato.
Al Signore Gesù sempre la nostra lode
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org
La poesia di san Giovanni della croce è stata di grande ispirazione per molti.
Proprio il Cantico Spirituale sarà il riferimento per un grandissimo compositore catalano Federico Mompou (1893-1987) per la realizzazione dell’opera “Musica Callada” (musica silenziosa).
Una musica silenziosa, un paradosso per definizione, perché tutto ciò che essa domanda è di essere ascoltata dall’interno di noi stessi. Una musica che rifugge espressioni dense e complesse, ma vuole primariamente esprimere bellezza, nel connubio fra il tutto e l’essere umano.
Scrive Federico Mompou :
“La bellezza a volte è contemplazione, stupore, semplicità. Carezza i sensi senza la necessità di strumenti di lettura. Penso alla bellezza disarmante dell’alba o del tramonto, nulla di più semplice e di così trascendentale”.
La suite per pianoforte “Musica Callada” è divisa in quattro quaderni per un totale di 28 brani scritti tra il 1959 e il 1967.
Mompou definiva questi suoi quaderni di composizioni:
“Una musica che non ha né aria né luce, un debole battito del cuore. Non gli si chiede altro che di percorrere un millimetro di spazio”,
eppure la sua missione è di penetrare nelle grandi profondità dell’anima e nelle regioni più segrete del nostro spirito. Ascoltare la musica di Mompou può diventa allora un’autentica esperienza spirituale.
In questo spazio web propongo l’ascolto del I e III brano, invitando i lettori ad approfondire l’intera opera a questo link: https://www.youtube.com/watch?v=Zjy5TjR3D1c